capitolo 25

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Prevedibilmente, Harry dormì fino a tardi il mattino dopo. Quando Ron rotolò fuori dal letto e si fece vivo, già vestito ma sbadigliando, Piton gli rivolse un saluto gelido, ancora seccato che gli fosse stato appioppato un Weasley e poco desideroso di vedere gli scintilli saccenti di Albus quando questi avesse saputo della visita di Piton da Ollivander.
Insensibile al tono gelato dell'uomo, Ron gli rivolse il suo solito allegro saluto. "'ngiorno, Professore!"
Merlino - eccone un altro! Piton serrò i denti e si chiese se essere persone fastidiosamente mattiniere fosse un prerequisito per l'ammissione alla Casa di Grifondoro. "Buongiorno, signor Weasley. Presumo che preferiresti fare colazione con i tuoi compagni nella Sala Grande?"
Ron si stiracchiò pigramente. "Già, ok. Erm - voglio dire, sì, signore," si corresse, dopo aver notato l'assottigliarsi degli occhi di Piton.
"Allora apprezzerei se riferissi al signor Wood che avrà bisogno di impiegare il suo Cercatore di riserva nella partita di oggi, e se avvertissi il tuo Capocasa che io e te faremo una breve visita ad Ollivander stamani."
Il viso di Ron, che aveva per un attimo assunto un'espressione depressa alla menzione della punizione di Harry, si illuminò nuovamente. "Sissignore!"
"Ritornerai poi qui, così che io non debba sprecare tempo a cercarti quando sarà ora di andare. Mentre aspetti, potresti iniziare il saggio per la tua punizione."
"Sissignore," disse Ron, ubbidiente, troppo eccitato per la visita al negozio di bacchette per obiettare a qualcosa che il Professor Piton potesse dire. Si affrettò ad uscire, ansioso di condividere le grandi notizie con i suoi fratelli.
Quando fece ritorno, dopo aver mangiato a sazietà, reso i suoi fratelli estremamente invidiosi e riferito i messaggi del professore, Harry era sveglio, anche se ancora in pigiama, e stava facendo colazione nella piccola cucina del professore.
"Ciao, Ron!" esclamò allegramente attorno ad un boccone di uova strapazzate.
"Oi, Harry!" Ron scivolò nella sedia accanto a lui. "Salve, Professore!" aggiunse educatamente, rivolgendosi all'uomo, che stava sorseggiando caffè e leggendo una rivista di pozioni.
"Buongiorno di nuovo, signor Weasley," brontolò Piton, prevedendo cupamente anche troppe di quelle scenette mattutine negli anni a venire.
"Miseriaccia, erano tutti eccitati di sentire del troll!" disse Ron ad Harry. "Ho dovuto raccontare la storia dodici volte! Hermione è ancora in infermeria e, con te qui, nessuno aveva saputo molto di quel che è successo."
"Hermione è a posto?" chiese Harry ansiosamente.
"Sì, ho parlato con la professoressa McGranitt, che andrà a prenderla dopo colazione. Ha solo che alzarci un po' più tardi stamattina ci avrebbe fatto bene." Ron sorrise. "Avresti dovuto vedere Percy?"
"Perché?" chiese Harry, pulendo quel che restava delle sue uova con un po' di pane tostato.
"Be, quando mi ha visto era già pronto a balzarmi addosso e schiaffeggiarmi per la notte scorsa: ma poi gli ho ricordato che il Professor Piton mi aveva punito, e gli ho fatto notare che se mi avesse punito anche lui, sarebbe stato come dire che non pensava che il Professor Piton avesse fatto un buon lavoro."
Piton, che stava quietamente origliando, ne fu impressionato suo malgrado. Chi avrebbe pensato che una mente tanto contorta potesse nascondersi dietro a quell'aspetto lentigginoso?
Harry quasi si strozzò. "Scommetto che questo l'ha fermato!"
"Sì, ma -" Ron lanciò un'occhiata a Piton, apparentemente ignaro della conversazione in corso, ed abbassò la voce, "-dopo era tutto preoccupato che Piton fosse stato davvero spaventoso con noi e che ci avesse - non so - picchiato con un bastone o qualcosa del genere. Mi ci sono voluti dieci minuti per calmarlo. Cribbio - è un irritante ansioso come la mamma. Chi l'avrebbe mai detto?"
"Forse è per questo che si preoccupa tanto delle regole, signor Weasley," brontolò Piton, cogliendoli di sorpresa. "Perché teme il genere di conseguenze che sarebbe potuto accadere così facilmente la notte scorsa."
Ron ci pensò su. "Be', forse... Ma io penso che insista tanto sulle regole solo perché gli piace comportarsi da scemo!"
Harry ridacchiò quando Piton alzò gli occhi al cielo.
"Signor Potter, se hai finito, puoi consegnarmi la tua scopa, poi raggiungere la tua sala comune mentre io porto il signor Weasley a prendere una bacchetta nuova."
Harry si pulì la bocca con un tovagliolo. "Dovrò darti la scopa questa notte, Professore," disse allegramente. "Abbiamo un incontro di Quidditch oggi, ricordi?"
Ron spalancò la bocca e i suoi occhi dardeggiarono da Piton ad Harry e viceversa. Si afflosciò nella sedia, prevedendo un impressionante spettacolo di fuochi d'artificio.
Piton depose il giornale sul tavolo molto deliberatamente e rivolse la sua piena attenzione ad Harry, che ancora sorrideva. Nessuna meraviglia che il moccioso fosse così cinguettante, stamattina. "No, signor Potter. Tu mi consegnerai la tua scopa ora. Tu-"
Harry lo interruppe, la voce che cominciava a tradire agitazione. "Ma, Professore, ho bisogno della scopa per l'incontro. Le vecchie scope della scuola non sono neanche lontanamente buone come quella che mi hai dato."
Malgrado una piccola parte di lui registrasse il commento di Harry con compiacimento, Piton mantenne l'espressione e la voce calme ma ferme. "No, signor Potter. Tu non giocherai in questa partita. La tua punizione consisteva nel non giocare per una settimana. Questo include la partita di Quidditch di oggi."
"Cosa!" Ora Harry era balzato in piedi, e sia il tono che il volume della sua voce si stavano alzando rapidamente. "Non puoi farlo! Devogiocare questa partita! Contano tutti su di me!"
Harry fissò il suo professore con incredulo orrore. Sì, era stato cattivo. Sì, si era meritato di essere punito. Ma Piton non poteva assolutamente avere intenzione di impedirgli di partecipare alla partita! Non dopo che aveva lavorato così duramente! Non quando era il più giovane Cercatore da anni! Non quando progettava di rendere l'uomo così orgoglioso!
Harry faceva schifo in un sacco di cose in questo nuovo mondo: ma volare era qualcosa che tutti ammettevano che facesse in maniera brillante. Ora aveva l'opportunità perfetta per farsi avanti e mostrare al suo professore che non doveva vergognarsi del suo protetto, che c'erano davvero delle cose che Harry faceva bene, anche se era un bisognoso, piagnucolante, stupido piccolo disastro per gran parte del tempo. Aveva intenzione di mostrare a Piton che poteva essere orgoglioso di lui, e nulla glielo avrebbe impedito, neanche Piton stesso.
"Tu non puoi!" ripeté, la voce che gli si spezzava. "Devo giocare. Puoi togliermi la scopa per due settimane, cominciando domani!"
In qualche modo doveva far sì che l'uomo capisse. Oliver e gli altri contavano su Harry per vincere la partita. Il ragazzo più grande l'aveva praticamente detto durante gli allenamenti ed ora, se Harry no fosse stato lì, avrebbero perso e sarebbe stata tutta colpa sua. Avrebbe deluso la sua intera Casa. E - ancora più importante - voleva mostrare al suo professore quanto amasse la sua nuova scopa. Quando avesse catturato il Boccino sulla sua Nimbus, avrebbe mostrato a tutti ad Hogwarts quanto fantastico era il suo tutore con lui. Dovevasemplicemente giocare - doveva.
"No, signor Potter," ripeté Piton, la voce che gli si induriva. "Tu nongiocherai nella partita di oggi."
"Harry, tu non vuoi essere messo in punizione per due settimane, o perderai solo altre partite," intervenne Ron, cercando con tutte le sue forze di impedire al suo migliore amico di autodistruggersi. Sapeva grazie ai suoi genitori che cercare di rinegoziare una punizione funzionava di rado - e spesso portava a penalità aggiuntive.
Harry li ignorò entrambi. "Non m'importa cosa dici," gridò verso Piton in tono di sfida. "Io giocheròoggi! Non puoi fermarmi!"
"Signor Potter," Piton si sporse in avanti ed abbassò pericolosamente la voce, "se stai agendo sotto l'errata impressione che esiterei a fermare il gioco, rimuoverti dalla tua scopa e darti uno scapaccione per la disobbedienza davanti all'intero stadio, permettimi di correggerti qui ed ora. Stai venendo punito per un insano atto di pazzia, e tutto l'urlare del mondo non cambierà questo fatto."
Una piccola parte del cervello di Harry stava saltando su e giù e pregandolo di zittirsi, ma il resto era stato apparentemente sopraffatto da Dudley Dursley. Tutta la frustrazione e la rabbia dentro al ragazzo esplosero in uno scatto d'ira assolutamente senza precedenti. "TI ODIO!" gridò a Piton, ignorando la presenza di un Ron con la bocca spalancata. ""SEI TERRIBILE E CATTIVO E TI ODIO! SEI UN TUTORE TREMENDO! VORREI CHE TU FOSSI MORTO! NON TI VOGLIO PIU' COME TUTORE! TI ODIO! TI ODIO!"
Fuggì dalla tavola e dall'espressione fredda e immobile del suo tutore, precipitandosi nel santuario della sua stanza. Un sonoro sbattere di porta echeggiò attraverso le stanze.

Harry's new homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora