capitolo 23

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Mentre i tre scendevano nei sotterranei, Harry lanciò un'occhiata a Ron, che stava zoppicando un po', con una mano sul sedere. "Mi dispiace per la tua bacchetta," mormorò piano.
Ron sospirò profondamente. "Già. Non so cosa mamma e papà faranno quando lo scopriranno. Voglio dire, non abbiamo altro denaro per prenderne una nuova per me."
"Da dove hai preso quella vecchia?"
"Apparteneva al mio pro-prozio Hieronymus, e Charlie la usava quand'era qui ad Hogwarts," spiegò Ron. "In un sacco di antiche famiglie le bacchette sono trasmesse alla generazione successiva, no? Così, quando è ora per ognuno di noi ragazzi di ricevere una bacchetta, andiamo sempre prima alla collezione di famiglia. Questa era l'unica che ha sfrigolato anche solo un po' per me," sospirò.
"Ma pensavo che il signor Ollivander avesse detto che era la bacchetta a scegliere il mago," affermò Harry.
"Già, be', lui sta provando a venderti una bacchetta nuova, no? Voglio dire, si può usare più o menoqualunque bacchetta, finché non è maledetta o protetta o qualcosa del genere, ma se non hai un buon legame con essa, non otterrai buoni risultati." Ron sospirò. "Immagino che dovrò fare del mio meglio con la bacchetta della bisnonna Millie. Mi sembrava che fosse diventata calda, quando l'ho toccata."
"Mi dispiace davvero," ripeté Harry in tono colpevole.
"Ehi, amico - non è stata colpa tua. E' stato quello stupido troll, no?"
Harry lanciò un'occhiata alle proprie spalle, verso il professor Piton. "E' stata in parte colpa mia," ammise. "E' stata davvero un'idea stupida non dirlo a nessuno, e mi dispiace averti chiesto di mentire."
Ron scrollò le spalle. "Non sarà la prima volta che mi troverò nei guai, e preferisco comunque prendercele dal tuo professore che da Percy o dalla McGranitt." Si sporse verso di lui e bisbigliò. "Pensi che mi picchierà lo stesso, anche se il sedere mi fa già male?"
Harry si morse le labbra. "Non penso. Voglio dire, dice sempre che non sta colpendo per far male davvero, e se ti picchia sul taglio, ti farà male sul serio, no?"
"Già!" disse Ron, sentitamente. "Unsacco. Non che a Perce importerebbe... Cioè, immagino che gli importerebbe, ma penso che mi picchierebbe lo stesso."
Harry sorrise. "Già, non puoi dire più che a Percy non importa di te. Non dopo la Battaglia."
Ron sorrise in risposta. "Già, anche se i gemelli dicono che forse era tutta scena per impressionare Jones."
Harry alzò le sopracciglia. "Dicono così?"
"Già, ma non ad alta voce. Hanno davvero paura di Jones."
"Tutti hanno paura di Jones," puntualizzò Harry.
"Anche Percy!" Le parole dei ragazzi si sciolsero in risolini.
"Sono lieto di vedervi prendere le vostre disgrazie con tanta leggerezza," il tono gelido del professor Piton pose fine al divertimento. "Ora che siamo arrivati," proseguì, aprendo il ritratto che dava sulle sue stanze, "mi aspetto che vi laviate e vi cambiate nelle vesti da notte. Weasley, in quanto ospite, puoi fare la doccia per primo."
"Sì, signore," Ron filò dritto verso il bagno.
Piton lanciò un'occhiataccia ad Harry, che teneva la testa bassa e giocherellava con l'orlo della manica. "Hai cenato?"
"Erm... Ron mi avrebbe portato un panino. Con l'insalata dentro!" aggiunse in fretta.
"Hmf." Piton sbuffò. "Vai in cucina. Ti farò portare qualcosa."
"Sissignore." Harry si affrettò a fare quel che gli era stato detto, il cuore pieno di contentezza. Anche quando Piton era veramente deluso da lui, gli importava ancora abbastanza da preoccuparsi che Harry avesse cenato. Harry sapeva che sarebbe stato severamente punito - nel secondo in cui aveva visto la faccia colma di panico di Piton nel corridoio aveva saputo cosa l'aspettava - ma non gli interessava veramente. S'immaginava che il rimprovero avrebbe fatto molto più male degli schiaffi, e sospettava che questa volta il professor Piton non sarebbe stato soddisfatto dall'assegnare semplicemente delle righe da scrivere per punizione: ma era tutto a posto, perché ora Harry sapeva che al suo professore importava ancora di lui.
Harry si girò dopo essersi lavato le mani nel lavandino e vide il professore crollare in una sedia, un piatto già sul tavolo con pasticcio di carne e purè con broccoli accompagnato da un grosso bicchiere di succo di zucca. "Siediti e mangia," sbottò Piton.
Quell'orribile moccioso sarebbe stato la sua rovina. Piton era piuttosto certo che gli fossero scoppiati diversi vasi sanguigni fondamentali durante la sua corsa attraverso il castello spronata dal terrore. Come diavolo si supponeva che sopravvivesse all'adolescenza di Potter? Il moccioso aveva già cercato di uccidersi su un manico di scopa ed aveva affrontato un troll adulto. Di questo passo, avrebbe affrontato Voldemort entro Natale! Si chiese se avrebbe potuto prendere una Pozione Calmante senza che il piccolo orrore lo notasse. Mai mostrar loro che avevi paura - non era una delle regole fondamentali dell'essere genitori? O quella valeva per i cani idrofobi, non per i bambini? C'era poi differenza?
Caro Mensile del Genitore Mago, sono il tutore di un bambino abusato e trascurato del quale è stato scritto in una profezia che dovrà affrontare il più potente Mago Oscuro dei nostri tempi. Quando scopro che detto bambino è impegnato in attività potenzialmente letali, devo (a) dargli uno schiaffo sul sedere e dirgli di non rifarlo, (b) dargli uno schiaffo sul sedere e dirgli di non rifarlo a meno che non si trovi di fronte al sopramenzionato Mago Oscuro, o (c) dirgli di fare pure perché tanto è comunque condannato?
Piton sospirò. Niente privazioni di cibo. Niente punizioni corporali dolorose. Niente lavori domestici. Niente reclusioni nella sua stanza. Cosa diavolo ci si aspettava che facesse per punire il moccioso Potter per un simile atto di pazzia? E Weasley? Perché, nel nome di Merlino, toccava a lui punire il più giovane dei ragazzi Weasley? Non aveva mai acconsentito a quello, malgrado quel che Minerva e Molly potevano pensare. Ponderò cupamente che era fortunato che la Granger si fosse fatta male al polso e avesse dovuto essere portata in Infermeria, o si sarebbe potuto trovare incastrato anche con lei: e lui non aveva intenzione di cominciare a sculacciare studentesse. Oh, no - lì era in agguato la follia, o almeno padri arrabbiati e investigazioni ministeriali.
Divenne consapevole di una presenza all'altezza del suo gomito. Il moccioso Potter se ne stava lì, guardandolo solennemente. "Che c'è?" domandò in tono scontroso.
"Mi dispiace davvero di averti spaventato, prima." disse Harry quietamente. "Stavo solo cercando di riportarci alla Torre."
"Non è stato il tuo obiettivo, ma il modo che hai scelto per raggiungerlo, a causare il problema, Potter," disse Piton severamente. "In una situazione pericolosa è fondamentale evitare azioni dettate dal panico. Stanotte tu hai avuto il lusso del tempo per pianificare, ma non l'hai sfruttato. E' stato molto sciocco, ed io non accetterò un comportamento sciocco da un bambino tanto brillante. Dimostra pigrizia intellettuale, che io non tollero," concluse, il tono tagliente.
Harry sbatté le palpebre. 'Bambino brillante'? Lui?
"L'uso astuto che hai fatto delWingardium Leviosa dimostra chesai riflettere prima di agire ed usare la tua magia per scopi offensivi: ma, se ti fossi preso il tempo di pensarci sopra, piuttosto che dover improvvisare sulla scia degli eventi, saresti stato in grado di spedire solo il troll sulle scale, per poi darti alla fuga nel frattempo. E che cosa stavi pensando, precisamente, di usare per fermare il troll quando hai cercato di far fuggire i tuoi amici senza di te? La tua scintillante personalità?" chiese Piton.
Harry riuscì a soffocare una risatina. 'Scintillante personalità'? Il suo professore era terribilmente divertente. Harry riusciva proprio ad immaginarselo, ora - cercare di coinvolgere il troll in una discussione. "E qual è la tua squadra di Quidditch preferita?" "Urrr!" "Oh, capisco. E quali pensi che siano le loro possibilità in questa stagione?" "Urr urr urr!"
L'immagine mentale aveva migliorato significativamente il suo umore, ed Harry sospirò felice. Il suo professore riusciva sempre a farlo sentire meglio, anche quando non se lo meritava veramente. Ed Harry era ben consapevole che, anche se l'aveva fatto suonare come fosse un rimprovero, il professor Piton stava dicendo delle cose molto gentili su di lui. Harry era intelligente? E far levitare l'alabarda era stato astuto? Harry non riusciva a credere che, malgrado il suo professore stesse puntualizzando quel che aveva fatto di sbagliato, non lo stesse comunque insultando né gli stesse dando dello "stupido" e del "mostriciattolo". E, considerando quanto Harry l'aveva spaventato, non sarebbe stato irragionevole se fosse stato davvero cattivo.
"Mi dispiace davvero, Professore. Non lo farò più. Sul serio." Posò una mano sul braccio dell'uomo, cercando di comunicargli quanto apprezzasse la gentilezza di Piton verso di lui.
Piton sbuffò silenziosamente.Cercare di ingraziarti l'altro prima di una punizione? Avresti dovuto essere mandato a Serpeverde. "Sei un moccioso impossibile e insopportabile, chiaramente mandato su questa terra per tormentarmi," replicò duramente. "Ora mangia il tuo cibo prima che si raffreddi."
Harry annuì obbediente e poi - ignorando le sedie perfettamente funzionanti che circondavano il tavolo - ebbe la sfacciataggine di arrampicarsi sulle ginocchia dell'uomo per cenare.
Piton boccheggiò, attonito e furioso. Come osava il piccolo mostro aspettarsi di poter sedere sulle sueginocchia a quel modo? Come se non ci fosse nulla di male! Come se Piton non avesse intenzione di punirlo entro pochi minuti! Come se fosse tutto a posto!
Ringhiò e fece per spingere il demonietto verso un'altra sedia, quando Harry lanciò un'occhiata al di sopra della spalla e gli sorrise timidamente. Come sempre, lo sguardo di quegli occhi verdi inchiodò la sua anima, e Piton scoprì che la sua mano stava gentilmente strofinando il dorso del ragazzo invece che scaricarlo rudemente in un'altra sedia.
Harry si lasciò sfuggire un sospiro di contentezza - od era sollievo? - e cominciò a mangiare la sua cena. Aveva quasi finito nel momento in cui un Ron perfettamente pulito apparve sulla soglia con indosso un completo di pigiami di Harry. Fortunatamente l'incantesimo ridimensionante funzionava: perciò questi entravano al ragazzo più grosso senza problemi.
Ron sorrise al professore, che aveva Harry in grembo e gli stava accarezzando distrattamente una spalla mentre il ragazzo terminava quel che restava del suo pasticcio di carne. "La doccia è tutta tua, Harry," disse Ron.
Harry fece per saltare in piedi, ma scoprì che la mano sulla sua spalla lo stava tenendo seduto. "Finisci i tuoi broccoli, giovanotto," disse Piton severamente.
Harry alzò gli occhi al cielo, ma si cacciò in bocca gli ultimi bocconi e poi, con le guance gonfie come quelle di uno scoiattolo, si affrettò verso il bagno.
Piton si alzò in piedi e lanciò un'occhiataccia alla minaccia dalla testa rossa. "Vai in soggiorno ed aspettami lì, Weasley."
Ron inghiottì a vuoto ma obbedì. Un attimo dopo, Piton ricomparve. "Abbassa i calzoni del pigiama e chinati in avanti sul divano."
Gli occhi di Ron si spalancarono sino a raggiungere le dimensioni di piatti da zuppa. "Ma, professore," gemette sgomento, "pensavo che non sculacciasse sul sedere nudo!"
Piton si fermò ed aggrottò la fronte guardando il moccioso. "Non ho intenzione di 'sculacciarti", ragazzino idiota. Ho intenzione di mettere un po' di crema sul taglio per poterlo guarire."
La bocca di Ron formò una perfetta 'O' di sorpresa. "D-davvero?"
L'occhiataccia di Piton si fece più feroce. "Suppongo che non dovrei farlo, così che tu possa conservare un promemoria di quanto stupido sia metterti la bacchetta nel retro dei calzoni a quel modo, ma tua moglie potrebbe un giorno o l'altro avvicinarsi a me e pretendere di sapere perché ho permesso alla tua stupidità giovanile di lasciare una cicatrice permanente sul tuo posteriore: e, dal momento che non ho alcun desiderio di discutere con la futura signora Weasley, sì, ho intenzione di guarirti il sedere. Orachinati in avanti!"
Ron era piegato sul bracciolo del divano prima ancora che l'ultima eco dell'urlo di Piton avesse cessato di vibrare nella stanza. Sentì le dita fredde del professore spargere attentamente un po' di crema sul suo taglio, poi udì Piton cantilenare quietamente un incantesimo di guarigione. Un attimo ancora, e il dolore era svanito.
Piton si girò e si allontanò, riportando il barattolo di crema nel ripostiglio delle scorte e permettendo a Ron di tirarsi su in privato i calzoni del pigiama. Ron si massaggiò il sedere, deliziato nello scoprire che era tornato perfettamente normale.
"Ora, signor Weasley," disse Piton severamente, rientrando in camera. "Mi sembra di aver compreso che l'idiozia di oggi ha portato alla completa distruzione della tua bacchetta. E' esatto?"
Ron annuì, il viso vergognoso.
"E questa situazione o comporterà uno sforzo finanziario da parte dei tuoi genitori o richiederà che tu adoperi la bacchetta di un parente con la quale hai poca affinità?"
Ron annuì ancora.
"Ovviamente nessuna di queste è una soluzione soddisfacente, signor Weasley. Né alcuna delle due ti costringe ad assumerti la responsabilità delle tue azioni."
Ron aggrottò la fronte. "Signore? Non capisco."
"Aspettarsi che i tuoi genitori sistemino tutto va bene per un ragazzo più piccolo, signor Weasley, ma tu ti stai rapidamente avvicinando ad un'età nella quale dovresti almeno tentare di rettificare i tuoi sbagli." Ron sbatté le palpebre, senza capire. Piton sospirò e tradusse. "Aggiustare quel che hai rotto."
"Ma, signore, la bacchetta è troppo rovinata per poter essere aggiustata."
Piton sospirò ancora. Perché sono finito incastrato con i Grifondoro?"Sto parlando metaforicamente, Weasley. Devi trovare un modo per ottenere una nuova bacchetta."
"Erm... be', ho un paio di galeoni nel mio conto in banca," offrì Ron, incerto.
Piton annuì. "E' un inizio. Sono certo che i tuoi genitori ti daranno un anticipo sul tuo regalo di Natale, o magari di compleanno, dal momento che presumo che preferiresti avere una bacchetta appropriata piuttosto che qualunque altra cosa?"
L'espressione di Ron si fece malinconica. "Stavo più o meno sperando in una scopa nuova," ammise: ma di fronte al cipiglio sul viso di Piton aggiunse in fretta, "Probabilmente non ne avrei ricevuta una comunque. Sono spaventosamente costose e la mia vecchia scopa funziona ancora. Oltretutto, senza una bacchetta non posso fare niente."
"Precisamente. E confido che tu sia stato ad Hogwarts sufficientemente a lungo da comprendere quanto sia importante imparare ad usare la tua magia in modo efficace - in particolar modo se hai intenzione di restare nei pressi del signor Potter." Piton sospirò. "Sembra attrarre i guai."
Ron sorrise. "Non è stata davvero colpa sua, sa."
Piton gli lanciò un'occhiataccia vecchio stampo. "Non lo è mai, no? Ma, come stavo dicendo, signor Weasley, è necessario che tu ottenga una bacchetta adeguata il più in fretta possibile. A questo scopo, ti porterò domattina da Ollivander ed otterremo una bacchetta adatta." Ignorò l'espressione di incredula gioia che sbocciò negli occhi di Ron. "Mi ripagherai interamente, com'è ovvio, signor Weasley, e mi aspetterò che tu trascorra una notte alla settimana nel mio laboratorio, preparando ingredienti per pozioni, finché il debito non sarà stato ripagato. Inoltre, per i primi due mesi, i tuoi compagni di malefatte faranno ammenda a loro volta unendosi a te nel mio laboratorio ed aiutando a ripagare il tuo debito."
"Dice sul serio, Professore?" disse Ron, la voce che gli tremava. "Posso avere una nuova bacchetta? Di quelle di Ollivander? Sul serio?"
"No, signor Weasley. Ho l'abitudine di fare bizzarre promesse a studenti scelti a caso per poi non onorarle. Stai cercando di risultare offensivo?"
Subito dopo, una volta di più uno studente lo afferrò in una stretta mortale. Piton si sentì piuttosto compiaciuto di sé stesso per non essere corso immediatamente ad afferrare la bacchetta, stavolta. Invece, si limitò a battere una mano sulla schiena del ragazzo singhiozzante per un paio di volte. "Sì, sì. D'accordo, Weasley. Onestamente, tanto rumore per una piccola bacchetta. Basta così, adesso.Basta, ho detto."
Ron tirò su con il naso e si strusciò la manica sugli occhi. Piton gli afferrò il braccio prima che potesse ripetere l'operazione con il naso. "Ci sono dei fazzoletti nel cassetto più alto di Potter, ragazzino malnato. Vai ad usarne uno, e ti suggerisco di tenerlo a portata di mano, dal momento che non ci siamo ancora occupati della tua punizione per le attività di stasera."
Ron inghiottì a vuoto e annuì, scappando verso la camera da letto di Harry.
Hmf, irritanti bambini - sempre a spandere qualcosa di disgustoso su tutte le mie vesti. Piton aggrottò la fronte. E ancora non so come ho intenzione di punire i piccoli disgraziati!

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