capitolo 22

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Quando Raptor diede l'allarme, Ron rischiò di andare nel panico. Un troll in libertà nel castello? Ma come? Controllò l'orologio e vide che era quasi l'ora in cui Harry ed Hermione avevano detto che sarebbero tornati alla Torre, così che sarebbero già stati lì quando le persone avessero cominciato ad allontanarsi dal Banchetto. Se avessero preso la strada del ritorno e incontrato il troll... Praticamente erano entrambi Nati Babbani, e non sapevano niente di simili creature. Doveva avvertirli!
Ron si lanciò a rotta di collo attraverso i corridoi e si fermò slittando in biblioteca, sorprendendo Harry ed Hermione che stavano raggiungendo la porta. "TROLL!" urlò. Per una volta, sarebbe stato deliziato nel vedere Madama Pince incombere e cominciare rimproverarlo, ma non c'era nessuno per fare neanche un verso di disapprovazione.
"Perché stai urlando?" chiese Hermione, sorpresa. "Siamo soli, qui, ma ciò non vuol dire che tu debba -"
"C'è un troll in libertà nel castello!" Esclamò Ron, annaspando in cerca d'aria. "Raptor l'ha visto ed è venuto al banchetto per avvertire tutti!"
"Cos'è un troll?" chiese Harry.
"Intendi dire qualcuno grosso e goffo?" chiese Hermione, il tono perplesso1.
"No!" Ron alzò gli occhi al cielo. Nati Babbani! Si diresse verso il Dizionario delle Creature Magiche che era accanto alla scrivania della bibliotecaria e girò le pagine fino a quella giusta. "Guardate," ordinò, lasciando vedere loro la definizione. Un attimo dopo:
"Oh." Harry inghiottì a vuoto.
"Oh, Dio." Hermione appariva pallida.
"Dobbiamo tornare al dormitorio," disse Ron. "E' lì che il Preside ha detto che tutti dovrebbero andare, perché sono le parti più sicure e più protette del castello."
"E se non ci arriviamo presto scopriranno che non eravamo al banchetto!" aggiunse Harry, mordendosi nervosamente il labbro.
"Oh, no!" gemette Hermione. "Potremmo finire in punizione! Potrebbe essere segnato sui nostri dossier2!"
"Veloci!" Afferrando le borse, il trio corse su per le scale. Erano più che a metà strada per la Torre, quando Hermione annusò l'aria. "Sentite questa puzza spaventosa?"
Un attimo dopo Pix apparve girando a tutta birra l'angolo proprio di fronte a loro. "CORRETE!" gridò. "IL TROLL STA ARRIVANDO!"
I tre ragazzi strillarono e corsero giù per la strada dalla quale erano venuti, solo per essere fermati dalla risata stridula del poltergeist. "Hahahahahaha! Stupidi piccoli primini! Ve la siete fatta sotto!"
Loro rallentarono sino a fermarsi, furiosi. "Pix, dannato vecchio bastardo!" gridò Ron, agitando un pugno furiosamente.
"Nyah, nyah!" Pix prese a danzare sopra le loro teste.
"Lo dirò alla professoressa McGranitt!" gridò Hermione.
"Pix, sai dove sia davvero il troll?" Harry tentò un approccio più conciliante.
Pix smise di ridere. "Di-dietro di voi!"
Ron alzò gli occhi al cielo. "Già, certo. Ha ha, Pix. Sei un tale bastardo."
Proprio in quel momento Nick Quasi-Senza-Testa apparve levitando attraverso il pavimento. Eccovi qui, giovani sciocchi! Cosa state facendo, vagando per il castello quando c'è un troll in giro e si suppone che stiate nella vostra Torre? Ai miei tempi, ve le avrebbero date di santa ragione per una simile malefatta!"
"Nick, tu sai dove sia il troll?" chiese Harry, sperando di calmare lo spettro furioso. "Stiamo cercando di raggiungere la Torre, davvero."
"Sì, per favore, Nick," pregò Hermione. "Stavamo andando più in fretta che potevamo, ma poi Pix ci ha ingannati e ora siamo -" si interruppe. "Nessun altro sente quest'odore?"
Pix era ora al livello dei bambini e stava cercando di tirare la manica di Ron. "Troll! Troll! Dietro di voi! Troll!"
"Già, ha ha, Pix," Ron ignorò le dita gelate che lo serravano e si mosse verso l'altro fantasma. "Nick, puoi dire a Pix di smettere di gridare che il troll è dietro di noi e -"
All'avvicinarsi di Ron l'altro fantasma smise di rimproverare Harry ed Hermione ed alzò gli occhi verso il ragazzo dai capelli rossi. Se un fantasma poteva impallidire, Nick lo fece. "Bambini! Correte! Correteveloci!"
"Nick, questo non è divertente," disse Harry con incertezza; ma Hermione aveva già voltato il capo.
"EEEEEEEEEEEEEEK!" strillò lei quando vide il troll in fondo al corridoio. Il suono spinse i tre ragazzi in avanti: corsero più veloci che potevano, mentre Nick e Pix volavano verso il troll, urlando e (nel caso di Pix) sputando ectoplasma.
Il troll rimase poco impressionato dai tentativi dei due fantasmi di spaventarlo, ma molto interessato all'odore gustoso di carne umana che proveniva dalle rumorose creature che fuggivano da lui. "Cibo!" esclamò, e corse dietro ai bambini.
I Grifondoro superarono a tutta velocità l'angolo e continuarono a correre: ma era chiaro, a giudicare dai pesanti tonfi di passi alle loro spalle, che il troll li stava raggiungendo. "Aspettate un attimo!" Ansimò Harry quando slittarono oltre un altro angolo. "Aiutatemi con questo!"
Tirò la picca che era attaccata ad un'armatura lì accanto. "Veloci!"
Con l'aiuto degli altri, riuscì presto a liberare la lunga, pesante picca. "Harry, che pensi di fare? Riusciamo a malapena a reggerla, certo non a combatterci," ansò Ron.
"No, mettetela giù - proprio qui." Harry posò l'arma per terra nel mezzo del corridoio. "Wingardium leviosa!" La staffa non si mosse nemmeno. "Wingardium leviosa!" "Che stai facendo?" boccheggiò Hermione.
"Se riesco a farla levitare, potrebbe inciamparci sopra," spiegò Harry. "Wingardium leviosa!" Questa volta la picca si mosse un poco, poi si sollevò di un paio di centimetri.
"Wingardium leviosa!" Hermione aggiunse il proprio incantesimo a quello di Harry, e il momento dopo Ron fece lo stesso.
"No, no, Ron," lo corresse Hermione. "Il latino non è accentato sulla prima sillaba; è win-gar-dee-um -"
"Non ora, Hermione!" gridò Harry, frustrato.
I tre gridarono l'incantesimo insieme e la picca si alzò lentamente in aria, galleggiando approssimativamente all'altezza degli stinchi del troll.
"Grande," boccheggiò Harry. "Ora CORRETE!"
Corsero a rotta di collo lungo il corridoio, ed erano forse dieci metri più in là quando il troll emerse goffamente dall'angolo, diretto verso di loro. Sbatté contro la picca che galleggiava e cadde faccia avanti con un rauco urlo di dolore. Sfortunatamente, l'elemento del quale Harry non aveva tenuto conto all'interno del suo piano era il considerevole slancio in avanti sommato ai lisci e scivolosi pavimenti di pietra. Il troll crollò di pancia, ma continuò a muoversi in avanti, stavolta in posizione orizzontale: piombò addosso ai tre ragazzini, che saltarono in aria e ricaddero sulla sua schiena.
Harry riuscì a raddrizzarsi, contorcendosi, per primo, poi tirò Ron ed Hermione in posizione seduta su dorso del troll. Il troll sentì il loro peso e urlò per la frustrazione, ma non era in grado di afferrarli. I ragazzi continuarono a cavalcare il troll come fosse uno slittino su una strada innevata.
"Bleah - puzza!" Ron stava stringendo la chioma arruffata del troll con una mano e il proprio naso con l'altra.
"Che facciamo, ora?" chiese Hermione mentre schizzavano attraverso i corridoi.
Harry, seduto davanti, boccheggiò per l'orrore alla vista di ciò che li aspettava. "Reggetevi," urlò al di sopra di una spalla. "Siamo arrivati alle scale!" E subito dopo cominciarono a scenderle.
Il loro troll-slittino rimbalzò giù per le scale, mentre i ragazzini strillavano forte quanto lui. Una volta arrivati in fondo, il troll si schiantò contro il muro sul lato opposto e l'impatto fece volar via i più piccoli umani.
"Oh, ow, ugh," gemette Harry, barcollando in piedi. Era atterrato duramente sul pavimento di pietra, ma non sembrava essersi rotto niente. Solo qualche livido.
"Owwwww," si lamentò Ron, tenendosi il sedere. "Ha fatto male!" Infilò una mano sotto alla veste e armeggiò con la tasca posteriore, solo per emettere un urlo di dolore ancora più forte. "LA MIA BACCHETTA!" Estrasse la sua bacchetta sciupata, ora spezzata in due. "Era nella mia tasca posteriore," pianse, "e quando sono caduto sul sedere si è rotta."
"Oh, no." Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime di compassione, anche se il modo in cui si stava reggendo il polso faceva pensare che avesse una ragione in più per piangere. "Forse può essere aggiustata?"
"No, è rovinata," Ron sembrava devastato. "E non possiamo permettercene una nuova."
Harry lanciò un'occhiata nervosa al troll, che stava cominciando a gemere e a muoversi. "Uhm, Ron. Mi dispiace davvero per la tua bacchetta, ma penso che dovremmo ricominciare a correre."
"Ma Harry, è la mia - oh,miseriaccia!" Mentre il troll si alzava alle spalle di Harry, Ron buttò via i resti della sua bacchetta, afferrò Hermione con una mano, Harry con l'altra, e si lanciò giù per la sala, trascinando i due ragazzi più bassi con sé. I ritratti su ambo i lati dell'ingresso gridarono incoraggiamenti e consigli mentre i ragazzini correvano. "Guadagna terreno! Guadagna terreno! Correte più in fretta!"
Arrivati all'angolo successivo, Harry si liberò dalla stretta di Ron. "Andate! Io proverò a rallentarlo!"
"Sei pazzo?" strillò Hermione. "Non fermarti!"
"Tu sei ferita e Ron è senza bacchetta! Correte a cercare aiuto! Almeno io ho avuto un po' d'addestramento in più in Difesa!" Il troll girò l'angolo e il tempo per le discussioni finì.
Hermione afferrò la propria bacchetta. "Corri, Ronald! Vai a cercare aiuto!"
"Non vi lascerò qui!" dichiarò Ron, indignato. Corse verso l'armatura più vicina e afferrò uno scudo. "Posso aiutarvi!"
Gli occhi del troll si illuminarono. "Urrrrr! Cibo!" Si mosse in avanti goffamente, sollevando la mazza.
"BUON MERLINO!" Dietro gli studenti apparvero la Sprite e la McGranitt, le bacchette sguainate e le vesti svolazzanti. I ritratti gridarono, acclamando, mentre la Vicepreside gridava un incantesimo ed una luce di un blu scintillante schizzava dalla sua bacchetta ed avvolgeva il troll. Un istante più tardi, un enorme panda porpora e bianco apparve nell'ingresso al posto del troll.
"Urrr?" Il panda apparve confuso; si lasciò lentamente ricadere seduto, prima di guardarsi attorno con atteggiamento perplessa.
Sprite, per non essere da meno del Capo della Casa di Grifondoro, lanciò a sua volta un incantesimo: ed uno spesso anello di bambù emerse dal pavimento e circondò il panda. Gli occhi dell'animale si accesero, mentre allungava pigramente una mano verso uno dei germogli di bambù. Se lo caccio in bocca e si sdraiò sul dorso, masticando con aria beata.
"Bell'incantesimo, quello!"
"Ben fatto!"
"Piante che nascono dalla pietra -questo non è qualcosa che si vede tutti i giorni, sapete."
"E' stata una dei miei studenti, voglio che si sappia." I ritratti espressero ad alta voce la propria approvazione per le due streghe, che guardarono prima il troll, poi l'una verso l'altra, prima di emettere due sospiri gemelli di sollievo e girarsi verso i bambini.v "Cosa pensavate di fare?" iniziò Minerva, arrabbiata, solo per ritrovarsi con due ragazzini in lacrime aggrappati alle vesti. Lei si interruppe, stupefatta, mentre Hermione singhiozzava dicendo che il polso le faceva male e Ron piangeva per la sua bacchetta rotta. Harry se ne stette da una parte, sentendosi nauseato e tremante, finché la Sprite non gli mise un braccio attorno alle spalle: a quel punto cedette allo choc e cominciò a piangere anche lui.
"Su, su," disse la Sprite in tono di conforto. "E' tutto a posto, ora. Il grosso troll cattivo è solo uno sciocco vecchio panda, adesso."
A quel punto Hagrid e Piton arrivarono correndo, seguiti a breve distanza da Silente e Vitious. Come la McGranitt e la Sprite, erano stati richiamati sul posto da una combinazione di ritratti isterici e fantasmi agitati.
"Harry!" Il cuore di Piton quasi si fermò alla vista del ragazzo singhiozzante. Ferito! Infortunato! Magari morente!
Nell'istante in cui sentì la voce del suo professore, Harry si liberò dalla Sprite e si lanciò contro l'alto uomo. Piton l'afferrò e lo tenne vicino, mentre cercava di liberare la bacchetta dalla stretta per vedere dove il ragazzo fosse ferito.
"Professoressa, la mia bacchetta si è spezzata!" gemette Ron, rivolgendosi alla Sprte mentre la McGranitt si agitava attorno al braccio di Hermione.
"Oh, santo cielo, santo cielo," la gentile Tassorosso gli diede pacche gentili su una spalla mentre richiamava con un Accio i resti della bacchetta. "Ho paura che sia stata danneggiata troppo gravemente per essere riparata," ammise tristemente, prima d'abbracciare il ragazzo quando questi cominciò a piangere forte. "Su, su, amore."
"Oh, sei proprio una bella bestiola," disse Hagrid in tono ammirato, sbirciando attraverso il boschetto il panda viola, che restituì lo sguardo con disinteresse mentre masticava il suo bambù.
Nel frattempo Silente si stava muovendo quietamente in mezzo ai bambini, lanciando incantesimi diagnostici. "Avanti, adesso, è tutto finito," disse in tono confortante.
"Albus! Perché te ne stai semplicemente lì?" chiese Piton, furioso, mentre Harry tirava su con il naso e gli singhiozzava contro il collo. "Chiama Poppy immediatamente! Ci sono dei bambini feriti, qui!"
"Ora, ragazzo mio, per quanto sorprendente appaia, nessuno dei bambini è seriamente ferito; sono solo molto spaventati. La signorina Granger ha il polso slogato e il signor Weasley ha riportato un taglio sul suo - ehm - fianco, nel punto in cui la bacchetta si è rotta, ma è tutto qui, escludendo pochi bernoccoli e lividi."
"Ma Harry è -"
"Illeso, ragazzo mio."
"COSA?" urlò Piton - tirando via il ragazzo per portarlo alla distanza di un braccio. "Sei illeso?"
Harry tirò su con il naso e annuì. "E' stato solo molto spaventoso."
"Per amor di Merlino," Piton serrò i denti. "Mi hai fatto quasi morire di paura, tu, miserabile piccolo disgraziato. Pensavo che il troll ti avesse fatto a pezzi!"
Harry sorrise malgrado le lacrime. Il professor Piton diceva sempre le cose più meravigliose. I Dursley non si sarebbero mai preoccupati che il troll potesse ferirlo. "L'avrebbe fatto," assicurò al professore, "se la professoressa McGranitt e la Sprite non fossero arrivate al momento giusto e non l'avessero trasformato in un panda."
"Un panda?" Piton alzò un sopracciglio verso Minerva.
"Avevo bisogno di una Trasfigurazione veloce, Severus. Da creatura animata a creatura animata è più facile, specialmente con dei civili nella linea di fuoco, e la più grossa e calma creatura alla quale sono riuscita a pensare nell'agitazione del momento è stata un panda!" replicò lei con una certa asprezza.
"E il colore?" insisté lui.
Lei apparve un poco a disagio. "Forseho passato troppo tempo con il Preside." Silente le rivolse un'occhiata scintillante.
"Ora, ragazzi," disse Albus gentilmente, "vorreste spiegare per favore come mai vi siete trovati in una situazione tanto pericolosa?"
"Mettendola in un altro modo," disse Piton, fissando Harry con occhi a succhiello, "precisamente perchéeravate dove non avreste dovuto essere?"
"Erm..." L'espressione di Harry si fece molto colpevole. Oh, il professor Piton sarebbe stato furioso con lui!
"Sto aspettando," gli disse Piton in tono minaccioso.
"Salve, Preside! Ha trovato la nostra squadra in slittino!" Nick apparve levitando oltre l'angolo e puntò verso il Preside. "Questi tre hanno cavalcato quel troll giù per le scale come fosse una slitta giù per il fianco di una montagna! Assolutamente brillante, ragazzi miei! Dei veri Grifondoro, tutti quanti!"
Harry notò che il complimento del fantasma non fece sembrare il professor Piton affatto più felice, anche se distrasse il Preside e il Capo della loro Casa. "Cosa intendi?" chiese Albus con sconcerto.
Perciò dovettero spiegare e mostrare agli adulti dove tutto era accaduto, e rimettere lo scudo e la picca nel posto al quale appartenevano e spiegare come Ron fosse arrivato correndo per avvertirli proprio mentre Harry ed Hermione erano stati sul punto di lasciare la biblioteca. "E noi abbiamo provato a raggiungere la Torre, professore," se ne uscì fuori Harry. "Stavamo andando più veloci che potevamo, finché non abbiamo incontrato Pix e ci ha ingannati -"
"Ma poi ha cercato di aiutare Nick a distrarre il troll così che potessimo fuggire," gli ricordò Hermione, il polso della quale era ora immobilizzato in un'ingessatura evocata.
"Be', sembra che, come sempre, i ritratti e i fantasmi del castello abbiano dimostrato la loro devozione alla scuola e ai suoi studenti," Albus sorrise.
"E i Grifondoro hanno provato la loro decerebrata incapacità di seguire gli ordini più semplici," disse Piton ferocemente. "Perché eravate in biblioteca quando si supponeva foste al Banchetto?"
Hermione lanciò un'occhiata ad Harry, che stava fissando il pavimento. "Erm, be', professore, io non volevo davvero andare al banchetto. Ci sarebbero stati così tanti dolci con lo zucchero, e i miei genitori sono dentisti..." Sperò che la "parola-con-la-D" potesse far arretrare Piton, ma lui rimase imperturbabile.
"Davvero. E hai chiesto il permesso di assentarti dal banchetto?"
"N-no, signore."
"E perché, precisamente, il signor Weasley mi ha informato che il signor Potter era al bagno, quando gliel'ho domandato?"
Ron inghiottì a vuoto e si coprì inconsapevolmente con le mani il suo già dolorante sedere. "Erm..."
"Gli ho detto io di fingere che fossimo nei dintorni," confessò Harry, infelice.
"E perché fare questo, se stavate meramente studiando tranquillamente - anche se illecitamente - in biblioteca?" chiese Piton, sospettoso.
"Eravamo lì, professore!" protestò Hermione, interpretando correttamente l'espressione di estremo scetticismo di Piton. "Lo giuro. Stavamo solo lavorando ai compiti e cose del genere."
Piton si allontanò un attimo dai bambini e chiese a Minerva quietamente, "Nessun segno che qualcuno fosse al terzo piano?"
"No," lei scosse il capo. "Fluffy era già addormentato e la botola era indisturbata. Se qualcuno ha liberato il troll come diversivo, ha fallito."
Lui le lanciò un'occhiata di preoccupazione malamente nascosta. "E la bestia non ti ha ferita?"
La McGranitt nascose un ghigno. Severus era veramente una mamma chioccia! "Dovevo solo dare un'occhiata all'interno, Severus. Che genere di goffo tontolone si sarebbe ferito con un compito tanto semplice? Oltretutto, perché - Merlino! Non penserai che i bambini stessero provando...?"
"Sto imparando a non sottostimare l'idiozia dei Grifondoro," replicò lui in tono tagliente. "Particolarmente di quelli del primo anno." Ignorò l'occhiataccia di lei e tornò dai ragazzini.
"Se scopro che eravate in un qualunque posto che non fosse la biblioteca, signor Potter," disse Piton in un tono estremamente quieto e serico, "sarai un Potter molto dispiaciuto. Hai capito?"
"Non ero da nessun'altra parte!" protestò Harry. "Lo giuro. Non volevamo semplicemente andare alla Festa e io non volevo disturbare nessuno, ma non stavamo facendo niente di male. Davvero!"
"Se stai mentendo, la tua punizione sarà raddoppiata," lo avvertì Piton freddamente.
"Puoi triplicarla," offrì Harry. "O usare la cintura. Giuro che non sto mentendo."
Piton aggrottò la fronte. "Non c'è ragione di tirar fuori ridicole punizioni che sai benissimo che non ho intenzione di adoperare. E' tanto assurdo proporre di permettermi di trasformarti in un Vermicolo o di usare le tue dita come ingredienti per pozioni quando proporre di permettermi di usare una cintura su di te. Sei perfettamente consapevole del fatto che non lo farei mai; di conseguenza simili affermazioni sono prive di significato," lo rimproverò, " e non fanno nulla se non far sprecar tempo a tutti."
Harry non poté nascondere il suo sorriso. Il professore era talmente incapace di fare minacce severe! Eccolo qui, che aveva appena promesso di non fare ad Harry niente di davvero spaventoso, a prescindere da tutto il resto.
Piton lanciò uno sguardo torvo al moccioso, quando questi si limitò a sorridergli con impudenza. D'accordo. Era ora di usare una delle Grandi Punizioni. "Signor Potter, tu ti dirigerai a passo di marcia verso le nostre stanze, dove continueremo il discorso. Sono molto deluso da te."
Harry perse il sorriso e quasi vomitò il pranzo. Le parole di Piton avevano colpito come uno schiaffo in faccia. "Molto deluso?" No! Questo era quel che aveva voluto evitare. La faccia di Harry si contrasse, e lui si accinse a imboccare la strada verso i sotterranei. "Non capisco perché sei così arrabbiato con me," borbottò infelice mentre passava accanto al suo professore.
Piton lo afferrò per una spalla. "Non mugugnare a bassa voce in quell'irrispettosa maniera," lo rimproverò. "Se hai qualcosa da dire, dilla."
"Non capisco perché sei così arrabbiato con me," replicò Harry ad alta voce, gli occhi scintillanti di lacrime. "Non è colpa mia che un troll sia entrato nel castello. Dovresti essere arrabbiato con il Preside."
I visi degli adulti rivelarono il loro choc. "Con me, Harry?" ripeté Silente incredulo.
"Già," insisté Harry; ma si spostò impercettibilmente più vicino a Piton. Non aveva dimenticato chi era stato a spedirlo dai Dursley in primo luogo. "Non è compito suo assicurarsi che la scuola sia un posto sicuro? Come ha fatto il troll ad entrare ad Hogwarts?"
"Da dove vengono i troll?" chiese Hermione all'improvviso. "Voglio dire, c'è una colonia di troll da qualche parte nelle vicinanze, o uno è entrato in cerca di cibo?"
"Ha ragione," intervenne Ron. "Pensavo che fosse davvero raro che un troll si avvicinasse a grossi edifici o a grossi gruppi di umani. Il libro non diceva che cercano di assalire soprattutto viaggiatori solitari che capitano nel loro territorio?"
"E oltretutto," proseguì Harry, "se il professor Raptor ha visto il troll e vi ha avvertiti, allora perché non l'ha combattuto lui? Non dovrebbe essere bravo a combattere troll e lupi mannari e cose del genere?"
I professori si scambiarono occhiate circospette. "Questo non ti riguarda, giovanotto," lo rimbrottò alla fine Piton. "Non siamo qui per discutere delle mancanze del Preside, né di quelle del professor Raptor, e neanche del perché un troll sia stato in grado di entrare nel castello - anche se puoi stare certo del fatto che progetto di affrontare ciascunodi questi argomenti, in seguito," aggiunse rivolgendo un'eloquente occhiata a Silente. "Comunque, qui e adesso la questione è il tuocomportamento sbagliato: includendo il perché non ti trovassi dove si supponeva che tu fossi, il perché tu abbia ritenuto opportuno mentire riguardo al luogo nel quale ti trovavi e il perché, quando sei stato informato che c'era un troll in giro per i corridoi, tu non sia rimasto nella biblioteca e non abbia aspettato di essere salvato!" Certo, se il troll non era stato pensato come un diversivo per permettere a qualcuno di accedere alla Pietra, allora avrebbe potuto essere stato mandato ad inseguire Harry? Se così fosse stato, e se il troll stava cercando il ragazzo, allora nascondersi nella biblioteca non avrebbe giovato affatto... Piton era più determinato che mai ad avere quella discussione con Raptor a breve termine, non importava cosa Albus potesse dire.
"Pensavamo solo di dover raggiungere la Torre come il Preside aveva detto che tutti dovevano fare," obiettò Harry. "Come mai sei arrabbiato perché abbiamo fatto quel che ci era stato detto di fare?"
Piton incrociò le braccia. "Molto bene, signor Potter. Se mi dici che tu e i tuoi amici avevate davvero unpiano e non vi siete semplicemente messi a correre attraverso corridoi infestati da un troll, puntando al dormitorio di Grifondoro come un branco di sempliciotti idioti, allora rinuncerò a punirti."
Ci fu un momento di silenzio: poi Harry sospirò e, con le spalle che gli crollavano, puntò verso i sotterranei. "Lo immaginavo," disse Piton con soddisfazione, incamminandosi dietro al suo protetto: solo per essere tirato indietro da un pugno aggrappato strettamente alle sue vesti.
"Anche io," protestò Ron, guardando dal Capo della sua Casa al professor Piton e viceversa. "Devo essere punito dal professor Piton."
Piton aprì bocca per rimettere a posto il piccolo demonietto: ma la professoressa McGranitt lo batté sul tempo. "Oh, sì, signor Weasley. Ho ricevuto la lettera di tua madre. Molto bene, allora, vai pure con tuozio," sorrise dolcemente a Severus, "e noi ci rivedremo domani alla torre."
Ron sorrise e affrettò il passo per raggiungere Harry. Vitious stava cercando di nascondere le risatine dietro ad un ampio fazzoletto mentre la Sprite fingeva educatamente di essere diventata sorda: ma Silente non aveva di simili scrupoli. Gli occhi gli scintillarono pazzamente mentre guardava Piton. "Non mi avevi detto di essere uno zio onorario, ragazzo mio."
Piton era perfettamente pronto a dire qualcosa di estremamente sgarbato a Minerva: ma colse uno scintillio negli occhi di lei e rammentò l'Incanto Insaponabocca che lei aveva usato su di lui durante il suo secondo anno. Perciò, invece: "Sono disgustato dal vedere che trovi l'eliminazione quasi conseguita di tre dei tuoi studenti così divertente," disse aspramente. "Forse i doveri di Vicepreside sono troppo onerosi da combinare con quelli di Capocasa?"
Minerva sbiancò per lo sdegno, e lui le rivolse un sorrisetto, "Parlo in quanto genitore coinvolto, ovviamente." Ha! Essere responsabile di un Grifondoro potrebbe rivelarsi piuttosto divertente, dopotutto. Si volse in un turbinio di vesti e si allontanò a passo deciso prima che la McGranitt potesse produrre una risposta efficace.

"Erm, vuoi che porti io la signorina Granger in Infermeria?" chiese Silente docilmente, mentre Minerva fissava furibonda la figura di Piton che si allontanava.
"Stai insinuando anche tu che non riesco ad adempiere ai miei doveri di Capo della Casa di Grifondoro?" Lei si girò verso di lui come fosse una delle Furie.
"No, no, no!" disse Silente in fretta, alzando ambo le mani in un gesto di resa. "Mi stavo chiedendo semplicemente se volessi assistere al trasferimento del panda. Se così fosse, sarei felice di accompagnare la signorina Granger da Poppy." La ragazzina stava guardando lo scambio con occhi spalancati: ma dimostrò la propria intelligenza rimanendo in silenzio per tutto il tempo.
"Lascerò la cosa a te e agli altri professori," replicò Minerva, tagliente. "Io ho una ragazzina ferita alla quale badare!" Si girò in uno schiocco di vesti e, sospingendo Hermione di fronte a sé, si allontano a passo di marcia, con la schiena che emanava rigida disapprovazione.
Albus sospirò. Non aveva raggiunto la propria veneranda età senza saper riconoscere i segnali di pericolo: e si chiese quanta fatica sarebbe servita a far sotterrare l'ascia di guerra a due dei suoi Capocasa. L'incontro di Quidditch del giorno dopo tra Grifondoro e Serpeverde non avrebbe fatto altro che aggiungere altra benzina sul fuoco.

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