“Ehi, amico – che c'è che non va?” chiese Ron, lasciandosi cadere sul divano della Sala Comune accanto ad Harry.
Il suo amico scrollò le spalle. “Niente.”
“Oh, avanti, Harry,” lo incitò Hermione, sedendosi dall'altro lato. “Sei strano già da qualche giorno. Che succede?”
“La punizione è quasi finita – dovresti essere felice,” gli ricordò Ron, cercando di tirare su di morale Harry; ma l'altro ragazzo annuì solo.
Hermione lo studiò. Harry stava tenendo il muso per via della punizione? Certo non sarebbe stata la prima persona a cominciare ad irritarsi per una punizione lunga una settimana. Lei si era aspettata che Ron iniziasse a lamentarsi giorni prima, ma lui era ancora così arcicontento per via della nuova bacchetta da non essersi veramente accorto di molto altro. Ma no, Harry non sembrava il tipo. Allora cos'era? “Tu e il professor Piton avete discusso?” azzardò un'ipotesi.
Lui sbuffò. “E come? Praticamente non l'ho mai visto, in questi giorni.”
La faccia di Ron si piegò nella confusione. “Uh? Ma lo vediamo alle lezioni di Pozioni e ci ha tenuti d'occhio l'altra notte e-”
“Non lo vedo più da solo,” spiegò Harry. “Non è come se potessimo discutere in classe.”
“Oh. Giusto.” Ron annuì.
Anche Hermione annuì. “Ti manca,” disse, il tono saputo.
Harry si fece scarlatto in viso. “Certo che no! Pensi che io sia un bambino?” chiese rabbiosamente, il temperamento stranamente aggressivo.
La ragazza ne venne colta di sorpresa. “No, Harry! No! Voglio solo dire che – be', tu e il Professor Piton non avete avuto molto tempo per conoscervi. E' solo ragionevole che ci siano un sacco di cose delle quali volete parlare. Non volevo dire che – che avevi nostalgia di casa o qualcosa del genere.” Ron guardò ad occhi spalancati, mentre Hermione cercare di placare l'amico.
“D'accordo, allora,” borbottò Harry, pacificato. Fissò irritato il fuoco per alcuni minuti, durante i quali i suoi amici si scambiarono occhiate nervose al di sopra della sua testa, ma la sua coscienza non gli permise di rimanere zitto molto a lungo.
“Scusa,” bofonchiò in tono colpevole, senza guardare Hermione. Non era molto giusto che se la prendesse con uno qualunque dei suoi amici. Hermione semplicemente doveva risolvere ogni problema che si trovava davanti, e solo perché lui era un po' imbarazzato che Piton gli mancasse non voleva dire che avrebbe dovuto replicarle sgarbato a quel modo. E Ron era stato il suo primo amico di sempre – anche se Harry dubitava che sarebbe rimasto un amico se lui avesse continuato ad ignorarlo a quel modo.
“E' tutto a posto, amico,” rispose Ron per entrambi, gettando un braccio attorno alle spalle di Harry. “E' come dice Hermione, noi abbiamo avuto undici anni con i nostri genitori – non è poi una gran cosa per noi stare lontani da casa. A te non mancano i Dursley, no?” Harry rabbrividì e scosse la testa. “Vedi? E' solo che Piton è nuovo. Ecco perché ti manca. Del tutto ragionevole, vero?” chiese ad Hermione.
“Assolutamente,” assentì lei, felice di vedere che Harry ora sorrideva timidamente.
“Grazie,” disse lui, grato di avere amici tanto meravigliosi. “E' solo che quando siamo andati a trovarlo le ultime volte era troppo occupato per parlare. Voglio dire, posso stare nella mia stanza, se voglio, ma lui non mi permette di stare con lui, neanche per tagliare ingredienti per pozioni.” Le sue spalle crollarono. “Magari si è stancato di me.”
“Nah, amico!” Ron scosse la testa. “Perché dovrebbe?”
“Non lo so. Ma non è come se avessi qualcosa di interessante del quale parlargli. Lui è sempre impegnato con qualcosa di davvero importante, come, ricordate l'altro giorno, quando il Preside l'ha messo in quel comitato? Lui è sempre impegnato con cose così. Ed ha lavorato un sacco su qualche progetto segreto, ultimamente...” Lui scrollò ancora le spalle, scoraggiato. “Io cosa faccio, a parte andare a lezione?”
“Non credo che tu sia giusto con te stesso, Harry,” puntualizzò Hermione, come sempre la voce della ragione. “Voglio dire, siamo stati in punizione per tutta la settimana scorsa. Si sarebbe arrabbiato se tu avessi fatto qualcosa di interessante.”
“Già. Una volta che potrai volare di nuovo, allora avrai un sacco di cose da raccontargli!” disse Ron, il tono incoraggiante.
Harry sembrava ancora dubbioso. “Immagino di sì... se non fosse che lui non è davvero molto interessato al Quidditch.”
L'espressione di Ron si riempì d'orrore. “Non è interessato al – Stai scherzando?”
Harry ed Hermione si scambiarono un'occhiata divertita. “Be', voglio dire, vuole che la sua Casa vinca la Coppa e tutto il resto, ma non è come se spendesse un sacco di tempo a leggere i punteggi di Quidditch nelProfeta o qualcosa del genere.”
Ron scosse la testa, sbalordito. “Miseriaccia.”
“Be',” disse la sempre pratica Hermione, “perché non fai qualcosa che lui troverebbe interessante?”
Harry si illuminò. “Questa è una grande idea!”
“Già! … Uh, tipo?” chiese Ron dopo un attimo.
“Be', potresti fare una ricerca per dei crediti extra in Pozioni,” iniziò Hermione, il tono animato. “O magari -”
“Nah,” Harry mise da parte le sue idee, eccitato. “Risolveremo un mistero!”
L'espressione di Hermione si fece preoccupata. “Che mistero? Sarà meglio che tu non stia parlando del terzo piano -”
Harry alzò gli occhi al cielo. “No, Hermione. Non sono stupido, d'accordo? Il Professor Piton miucciderebbe se andassi lassù dopo che il Preside ci ha detto di non farlo e che era pericoloso. E, anche peggio, il Preside potrebbe decidere di rimandarmi dai Dursley per avergli disobbedito.”
“Ma quale altro mistero c'è?” chiese lei, perplessa.
“Il professor Raptor!”
“C'è un mistero sul professor Raptor?” fece ecò Ron, confuso.
“Sicuro!” Gli occhi di Harry erano scintillanti. “Voglio dire, il Professor Piton non lo sopporta – gli lancia sempre L'Occhiata – e questo deve voler dire qualcosa. E ora è stato in Infermeria sin dalla partita di Quidditch – anche questo deve voler dire qualcosa!”
Hermione alzò gli occhi al cielo. Ragazzi! Sempre in cerca di un segreto là dove non c'era. “Vuol dire che il pover'uomo è caduto dagli spalti nel mezzo della confusione. Il Preside ha detto che è stato ferito gravemente e che sarebbe dovuto rimanere lì per un po', ricordi?”
Harry sbuffò, incredulo. “Avanti! Madama Chips ha sistemato il tuo polso in un attimo – cosa potrebbe essersi fatto che abbia bisogno di più di una settimana per essere guarito? Se fosse così ferito, perché starebbe qui? Non dovrebbe essere in un ospedale?” Si interruppe bruscamente, un poco incerto. “Ci sono ospedali per i Maghi, vero?”
Ron parve pensieroso. “Ha ragione, Hermione. Se qualcuno venisse ferito sul serio, dovrebbe essere portato all'ospedale magico, il San Mungo. Voglio dire, Madama Chips è davvero brava, ma lei è una persona sola, e questa è solo l'infermeria di una scuola. Il San Mungo ha un sacco di personale e di incantesimi speciali e tutto il resto.”
“Hmmmmm.” Harry vide quello sguardo negli occhi di Hermione e seppe che anche lei era interessata.
“E poi c'è il più grosso mistero di tutti,” disse Harry in tono allettante. “Cosa c'è sotto il suo turbante?”
Ron sbuffò, divertito. “E' come chiedere cosa c'è sotto al kilt?”
Hermione gli lanciò un'occhiata di sussiegosa disapprovazione, ignorando le risatine di Harry. “Sono certa di non sapere cosa intendi dire, Ronald.”
“Sul serio, però,” insisté Harry. “Ho sentito qualcuno degli studenti più grandi che ne parlavano, e lui non ha mai indossato un turbante, prima, perciò perché ha iniziato? Magari ci sta nascondendo dentro qualcosa!”
Hermione lo guardò, dubbiosa. “Perché? Se aveva qualcosa da nascondere, perché non metterlo semplicemente nella Gringott o in qualche altro posto che sia sicuro?”
“Magari non può. Magari è qualcosa che è su di lui,” suggerì Ron. “Come – come una cicatrice da maledizione!” esclamò, lo sguardo che scivolava su quella di Harry.
“E' un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Perché dovrebbe sentire il bisogno di nascondere una cicatrice da maledizione?” obiettò Hermione.
“Magari perché ha perso lo scontro e non vuole che qualcuno faccia domande e lo scopra?” propose Ron, un po' fiaccamente.
“Scommetto che sta solo diventando calvo ed è vanitoso,” disse Hermione, il tono definitivo. “Gli uomini possono essere davvero sciocchi quando si tratta di perdere i capelli.”
Ron alzò gli occhi al cielo. “Già, davvero. E le ragazze non sono sciocche per quanto riguarda i loro capelli per niente.” Mimò l'acuta voce di Lavanda ed il suo tono petulante. “Ooooh, non so davvero cosa devo fare, Calì! I miei capelli semplicemente non stanno nel modo in cui voglio. Sei così fortunata che ituoi capelli siano così perfetti. Vorrei averli io lisci come i tuoi!”
Harry si unì a lui. “Oooooh, Lavanda, non so di cosa stai parlando! Io amo ituoi capelli. Hai tutti quei ricci adorabili. Vorrei averli io i capelli ricci!” Mise insieme Harry in una passabile imitazione di Calì.
Hermione sbuffò. “Aspettate e vedrete, voi due. Qualche anno e sareste anche voi di fronte allo specchio – cercando di apparire carini e di impressionare le ragazze!”
Harry e Ron collassarono in preda alle risate. “Noi? Specchi? Ragazze? Sì, certo!”
Hermione sbuffò di nuovo e alzò gli occhi al cielo. Certe volte era così dura essere quella matura.

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Harry's new home
Fiksi PenggemarUn ragazzino solo. Un sarcastico, irritante bastardo. Quando la salvezza dell'uno è affidata all'altro, tutti sanno che non finirà bene... oppure sì