Quando Harry si svegliò per la seconda volta, fu alla sensazione della mano gentile di una guaritrice del San Mungo che gli strofinava la schiena. Sbatté le palpebre e alzò la testa, realizzando che aveva sbavato sul cuscino: se non che, non era un cuscino, era il suo professore. “Potter.” Il dono severo dell'uomo mise in chiaro che lui aveva notato la pozza di bava che al momento gli intrideva la camicia del pigiama.
“Buongiorno, Professore,” disse Harry, il tono colpevole.
“Venite, ragazzi,” disse la guaritrice, il tono professionale e allegro. “Siete gli ultimi ad alzarvi, stamattina. Lavatevi e vestitevi – gli altri vi stanno aspettando.”
Piton le lanciò la migliore delle sue occhiatacce letali - “ragazzi”, invero! – ma seguì Potter verso i bagni alla fine dell'ala dell'Infermeria.
Dopo che ebbero terminato in maniera soddisfacente le loro abluzioni, la guaritrice li scortò ad una stanza riservata per i colloqui accanto all'ufficio del Preside. Entrando nella stanza, Piton trovò una certa folla assembrata attorno ad un lungo tavolo da conferenze.
Caramell era lì con la Bones, la Skeeter, e, prevedibilmente, Lucius Malfoy. La McGranitt e il Preside fiancheggiavano la ancora pallida Poppy. Una fiammata di rosso attirò l'attenzione di Piton, che si girò per trovarsi davanti Arthur e Molly Weasley; quest'ultima teneva Ron in grembo. Accanto a loro sedevano due adulti sconosciuti, ai quali Ron continuava a lanciare occhiate nervose. A giudicare dal fatto che stessero affaccendandosi solleciti attorno ad Hermione, Piton dedusse che si trattava dei dottori Granger.
“Zietta Molly! Zio Arthur!” cinguettò Harry allegramente al suo fianco, prima di schizzare via mentre Arthur spalancava le braccia.
Harry venne strizzato in un abbraccio da togliere il fiato dallo zio onorario, la stretta del quale pose efficacemente termine ai suoi timori riguardo al fatto che gli Weasley l'avrebbero incolpato per la ferita di ron. “Oh, Harry!” Nell'istante in cui Arthur lo lasciò andare, Molly l'avvolse con un braccio, tenendo Ron stretto con l'altro. “Stai bene?”
“Sissignora,” rispose Harry una volta che fu riuscito a riprendere fiato. Ron gli sorrise, un poco vergognoso per il fatto di essere visto mentre veniva abbracciato e tenuto in grembo da sua madre. Harry gli sorrise in risposta, ma decise che, se Ron non l'aveva visto mentre se ne stava sdraiato come un neonato sulla pancia del suo tutore, lui non aveva intenzione di dire niente.
“Harry, vieni ad incontrare i miei genitori,” lo chiamò Hermione, eccitata. “Mamma, papà, questi sono il mio amico Harry e suo pa – uh – il suo tutore, il Professor Piton.”
“Come state?” Piton dovette ammettere che i Babbani avevano modi eccellenti, e si chiese perché il ragazzo dei Weasley apparisse così ansioso nelle loro vicinanze. Ah, be', chi poteva capire come funzionava il cervello dei bambini?
“Buongiorno,” Silente rivolse un sorriso scintillante agli ultimi arrivati. “Gli elfi hanno gentilmente preparato la colazione contro la parete di fondo, se volete servirvi. Poi, magari, potremo cominciare. Sono certo che siamo tutti interessati a determinare esattamente cosa sia successo qui ieri.”
Harry si concentrò immediatamente sulle tavolate in fondo alla stanza. “Ooooh, pasticcini!” squittì, precipitandosi verso i dolcetti zuccherosi.
Piton si lanciò in un inseguimento ravvicinato e fermò il mocciosetto prima che questi potesse servirsi un piatto pieno di cibarie poco salutari. “Cosa ti ho detto riguardo alle tue abitudini alimentari, signor Potter?” chiese, la voce pericolosamente quieta.
“Ma ho combattuto Voldesnort!” protestò Harry. “Non c'è un premio per me, per questo?”
“Solo dopo che avrai consumato una colazione salutare.” Piton riempì il piatto del ragazzo di frutta, uova, pane tostato ed un pomodoro grigliato. Davanti all'espressione depressa di Harry, si ammorbidì lievemente. “Puoi scegliere unpasticcino, ma se ti vedo mangiarlo prima che tu abbia svuotato il resto del piatto -”
“Non lo farò!” Harry si illuminò, scegliendo immediatamente il più grosso, appiccicoso pasticcino con il rivestimento più zuccheroso.
Quando Harry riportò il suo piatto sul tavolo, fu sorpreso nel non vedere niente che non fosse salutare frutta sul piatto di Ron. Si sarebbe aspettato che l'amico l'avrebbe riempito con una pila di dolci, dal momento che appariva improbabile che i suoi genitori gli avrebbero negato qualcosa oggi. Entrambi continuavano ad accarezzargli i capelli e ad abbracciarlo. Ron pareva simultaneamente imbarazzato e deliziato dal loro comportamento – dopo undici anni trascorsi a farsi mettere in ombra dai gemelli o da Ginny, per non menzionare il resto dei suoi fratelli, per una volta stava crogiolandosi nell'attenzione indivisa dei suoi genitori.
Come figlia unica, Hermione era più abituato a che l'attenzione dei suoi genitori fosse su di lei, ma i Granger, mentre ovviamente affettuosi con la figlia, non sembravano provare lo stesso, frenetico sollievo dei Weasley. Era scarsamente sorprendente, certo. In quanto Babbani, non potevano davvero capire che cosa la bambina avesse affrontato il giorno prima, mentre i Weasley erano anche troppo consapevoli di cosa sarebbe potuto accadere.
C'erano due sedie tra i Granger ed i Weasley, e Piton guidì Harry verso di esse. Una volta che si furono seduti, Albus sorrise raggiante.
“Ed ora siamo qui, tutti insieme, sani e salvi. Dovremmo ringraziare per -”
“Sì, sì, grazie, Merlino, e tutto quel che segue,” lo interruppe Caramell, seccato. “Ma quel che voglio sapere è cos'è accaduto? Tutte queste voci sul Signore Oscuro e su professori uccisi e vampiri e zucche assassine causeranno presto il panico!”
Harry guardò verso il suo tutore. Vampiri?
Piton fece una smorfia ed alzò gli occhi al cielo. Caramell era un tale idiota. Tenne la propria attenzione sul suo piatto.
“Sì, certo, Cornelius, ed ecco perché abbiamo invitato te e Madama Bones. Lucius è qui come rappresentante del Consiglio di Amministrazione, e la signorina Skeeter assicurerà che un accurato -” lanciò alla giornalista un'occhiata tagliente e lei mise il broncio ma annuì “- resoconto sia reso disponibile al pubblico.”
Albus si rivolse educatamente ad Harry. “Harry, ragazzo mio? Saresti per caso così gentile da cominciare il racconto? I tuoi amici hanno suggerito che la storia fosse tua da raccontare.”
Tutto ad un tratto Harry non era più così affamato. Mise giù la forchetta e lanciò occhiate preoccupate ai suoi amici. Erano arrabbiati con lui? Ma sia Hermione che Ron gli lanciarono sguardi d'incoraggiamento; perciò lui prese un respiro profondo e cercò di capire come spiegare le cose in maniera tale da evitare di cacciare chiunque nei guai. Sapeva che era praticamente un compito impossibile, ma almeno voleva evitare che anche Ron ed Hermione finissero nel ginepraio con lui.
“Harry?” lo spronò Silente.
Harry sospirò e lanciò al Professor Piton un'occhiata cauta da sotto la frangia. Era piuttosto certo che il suo professore non si sarebbe lasciato ingannare da qualunque scusa, ma aveva intenzione di fare comunque un tentativo.
“Erm, be', eravamo ad Incantesimi quando Hermione – ah – ha detto al Professor Vitious che non si stava sentendo bene, e così -”
“Stavi male, Hermione?” intervenne il padre di Hermione, guardando la figlia con preoccupazione.
Hermione arrossì quando tutti gli occhi si girarono verso di lei, e lanciò un'occhiata disperata alla madre. “Mamma...”
“Hm? Ah!” La signora Granger afferrò il silenzioso Linguaggio delle Adolescenti ed annuì al marito. “E' tutto a posto.”
“Oh? Oh! Giusto.” Il signor Granger lasciò cadere in fretta l'argomento.
“Uh, già,” Harry si sentì in colpa per aver messo in imbarazzo a quel modo la ragazza, ma non era riuscito a pensare ad alcun modo per girarci attorno. A giudicare dall'occhiataccia che Hermione stava dirigendo verso Ron, era il ragazzo dai capelli rossi che lei stava incolpando per il suggerimento originale. “Così, comunque, una volta che la lezione è finita, io e Ron abbiamo avuto il permesso di portarle i libri, e quando siamo arrivati in Infermeria Hermione era lì ed aspettava Madama Chips -”
“Oh, cielo!” esclamò la guaritrice. “Devo averti mancata di poco mentre scendevo da Hagrid. Mi dispiace tanto, cara; ma perché non hai usato la campana magica per farmi sapere che stavi aspettando? Sarei tornata immediatamente! Non l'hai vista sulla mia scrivania, con il cartellino che spiegava come usarla?”
“Em... S-sì, ma non era nulla di davvero urgente, Madama, e non volevo creare problemi se lei si stava occupando di qualcuno che stesse veramente male,” mentì Hermione a disagio.
“Perciò, quando siamo arrivati lì, io – ummm – ho detto che avrei guardato se Madama Chips era impegnata dietro gli schermi. Hermione non aveva voluto sbirciare, ed ho visto che il Professor Raptor era lì.” Harry cercò di pensare a come fare a raccontare nel modo migliore la parte che seguiva. “E – e allora Ron ha pensato di, erm, fare uno scherzo ad Hermione e così lui – ah – ha gridato che c'era un troll in arrivo, ed immagino che il Professor Raptor l'abbia sentito, perché è saltato su e -”
“Aspetta.” La gelida parola, proveniente dalla sedia accanto alla sua, fece sobbalzare Harry. Sgomento, si girò verso il suo professore.
“Sì, signore?” chiese, esitando.
“Stai omettendo una parte fondamentale della storia, signor Potter. Per caso puoi spiegare perché il turbante del Professor Raptor è stato trovato Incollato al suo letto?” Gli occhi irritati di Piton informarono Harry che l'uomo non si era lasciato ingannare per niente dalla storia attentamente costruita.
Harry inghiottì a vuoto. Giusto. Non era mai riuscito a cancellare l'incantesimo, vero? “Ah, be'...”
“Che differenza fa il copricapo di quell'idiota?” sbottò Lucius. “Quel che iovoglio sapere è da dove è saltato fuori Colui Che Non Deve Essere Nominato!”
Albus lanciò ad Harry un'occhiata di sconcertante consapevolezza. “Sospetto che le due cose siano collegate, Lucius. Vedi, quando ho esaminato il turbante del deceduto professore, ho scoperto che conteneva strati su strati di incantesimi schermanti. Stava venendo usato per nascondere qualcosa di molto potente e molto Oscuro.”
Lucius aggrottò la fronte, riflettendoci sopra, mentre lo sguardo di Caramell rimase vacuo, la Bones sbiancò e la Skeeter bisbigliò eccitata alla sua piuma automatica.
“Er...” Harry si arrese. Doveva ammettere almeno parte del piano. “Be', potrei avere, erm, incantato il turbante mentre lui dormiva,” confessò, lo sguardo fisso sulla sommità del tavolo. Sentì Piton inspirare furiosamente e si rannicchiò, preparandosi per il rimprovero del secolo.
Prima che il suo professore potesse parlare, comunque, la voce del Preside si fece sentire. “Ma perché, Harry? Non hai mai mostrato, prima, molto interesse negli scherzi o nel Professor Raptor. Giocare uno scherzo ad un professore malato non è da te, ragazzo mio.”
Harry arrossì vivamente. Non aveva mai pensato alla cosa in questo modo, ma se Raptor fosse stato solo un professore un po' strano e puzzolente, la sua azione volta a spaventare il poveruomo mentre giaceva a letto malato sarebbe stata un atto veramente detestabile. “Io – io – um...” Lanciò un'occhiata supplichevole al suo tutore. “Io sapevo che c'era qualcosa che non andava.”
“Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto Benedetto Dalla Seconda Vista,” la Skeeter sospirò, presa. “Fiuta il Signore Oscuro Malgrado Le Barriere Protettive!”
Piton serrò i denti. Che quella donna impicciona scrivesse pure la cosa sbagliata: a lui era spiacevolmente consapevole che Harry dovesse aver colto il suo disprezzo per Raptor e – data la natura del ragazzo – che avesse deciso di “aiutare”. Chi avrebbe mai pensato che i bambini potessero essere tanto percettivi? Giurando di fare un miglior lavoro, d'ora in avanti, nel nascondere le proprie opinioni, Piton lanciò un'occhiataccia al moccioso. “Ne discuteremo più tardi, tu ed io,” promise freddamente.
Harry si afflosciò. Be', almeno il suo professore non stava esigendo risposte proprio lì di fronte a tutti, o togliendogli il permesso di volare mentre la signora giornalista prendeva appunti.
“Per favore, Harry, continua. Prenderemo come assunto il fatto che tu abbia avuto la sensazione che non tutto fosse come sembrava.” Albus annuì verso di lui.
“Uhm, okay. Perciò, comunque, quando il Professor Raptor si è alzato così in fretta, il suo turbante è stato tirato vi, e – e c'era una seconda faccia che sporgeva da dietro la sua testa,” Harry rabbrividì, nauseato. La memoria di quell'orribile visione era ancora troppo fresca.
La mascella di Caramell crollò, e le sopracciglia di Lucius schizzarono fino alla linea dei capelli. Amelia Bones perse il monocolo. Minerva si strozzò ed Albus apparve molto, molto tetro. Gli Weasley stavano entrambi abbracciando Ron, i loro visi pallidi, mentre i Granger, malgrado la loro ovvia confusione, colsero l'atmosfera nella stanza ed afferrarono strettamente le mani di Hermione.
Harry lanciò un'occhiata nervosa al Professor Piton. Il viso dell'uomo era una maschera severa, come sempre: perciò fu una sorpresa quando protese le braccia forti e si tirò Harry in grembo.
Dopo lo choc iniziale – e il sollievo che non stesse venendo tirato di traverso alle gambe dell'uomo per una sculacciata pubblica – Harry si rilassò e si appoggiò al petto del suo professore. Fu sorpreso di sentire il cuore dell'uomo battere furiosamente. Il suo professore poteva essere davvero preoccupato o arrabbiato?
“Professore?” azzardò, gli occhi spalancati.
“Sciocco ragazzino!” sbottò Piton automaticamente, serrando la presa attorno ad Harry finché non rivaleggiò la stretta dei Weasley su Ron. Neanche nelle sue peggiori fantasie aveva mai, mai pensato a questo. Possessione? Parziale manifestazione corporea? Nessuna meraviglia che la cicatrice del ragazzo avesse pizzicato ogni qualvolta Raptor gli era passato accanto! E quale immenso potere doveva essere occorso per mantenere due anime in un corpo solo – senza parlare dello schermare l'aura del Signore Oscuro dalle barriere della scuola.
Poppy rabbrividì. “Ora capisco perché il suo corpo stava consumando sé stesso. Pensare che quel – quell'abominio lavorasse qui, camminasse per le stanze, insegnasse ai bambini!” Avvolse le braccia attorno a sé stessa, come se sentisse improvvisamente freddo, e Minerva le posò un braccio sulle spalle in un gesto di conforto. “Non mi permetteva di toccare il suo turbante, ma io pensavo si trattasse solo di qualche fissazione, o che stesse diventando calvo!” gemette Poppy. “Non avrei mai immaginato...”
“Su, su, Poppy,” cercò di placarla la McGranitt. “E' un bene che tu non ricordi niente.”
Poppy scosse la testa. “Assolutamente niente, dal momento in cui ho lasciato la capanna di Hagrid fino a quello in cui mi sono svegliata con lo staff del San Mungo attorno al letto,” spiegò lei, tirando su con il naso, agli altri.
“E' stato – è stato molto spaventoso,” intervenne Hermione. “Avevamo appena visto V-Voldemort e, Madama Chips, lei è entrata in quel momento con una grossa zucca e ha detto che Hagrid l'aveva mandata al Professor Raptor.”
“Ah, Hagrid – sempre così premuroso,” disse Silente in tono affezionato, ignaro dell'occhiataccia impaziente che Lucius lanciò nella sua direzione.
“Già, Madama – stava dicendo qualcosa al professore mentre entrava, e aveva le mani occupate, e non appena lui l'ha vista, lui – be', loro – le hanno lanciato un incantesimo,” spiegò Ron. “Miseriaccia! E' stata una spaventosa luce nera che è puntata dritta verso di lei!”
“Lui ha detto 'Duro',” intervenne Hermione, e Poppy si fece grigia in volto.
“Stava cercando di uccidermi, allora,” sussurrò la Chips, parzialmente parlando tra sé e sé. “Non ci credevo davvero...”
Piton sbuffò. Sciocca ingenua. Voldemort era un Signore Oscuro. Pensava davvero che qualcuno si meritasse il titolo solo per essere poco puntuale agli appuntamenti o irriguardoso dei sentimenti altrui? Cara Associazione dei Signori Oscuri, mi piacerebbe fare richiesta per diventare un vostro membro. Per cortesia, vorrei avere qualche informazione sui vostri criteri d'ingresso. E' davvero necessario uccidere dozzine di persone, o posso semplicemente usare un Incantesimo Pungente davvero malvagio su di loro? La Cruciatus è un requisito obbligatorio, o potrei passare insultando le parentele di qualcuno e dicendo loro che il loro gusto nel vestire lascia molto a desiderare? Mi impegno anche a togliere tutte le gelatine buone dalle Tuttigusti + 1 e a lasciare tutte quelle al sapore di moccio e di vomito per gli altri. Ho inventato una maledizione che causa a chi viene colpito diversi, dolorosissimi tagli da carta – ottengo punti per quello?
“Già, è stata una buona cosa che lei avesse in mano quella zucca,” aggiunse Ron. “La maledizione l'ha colpita ed è diventata di pietra, ma il potere dell'incantesimo era ancora forte abbastanza da farla volare indietro. Ha distrutto anche un paio di sedie.”
“E poi Raptor ci ha detto delle cose terribili, e Voldemort -” Hermione ignorò il modo in cui gran parte della stanza sussultò a quel nome “- stava parlando ad Harry, ed Harry ha detto qualcosa che l'ha fatto davvero arrabbiare.
Ora tutti gli occhi erano di nuovo su Harry- “Io – er – io –” lui balbettò e si fermò, imbarazzato.
Uno spaventoso sospetto si affacciò alla mente di Piton, e l'uomo chiuse gli occhi, stringendosi la radice del naso tra due dita. “L'hai chiamato Lord Vol-au-vent, non è così?” chiese, il tono rassegnato.
Sì udì chiaramente Lucius boccheggiare, mentre la Bones si sforzava di non sorridere.
“Er, già,” ammise Harry.
Caramell sembrava diviso tra l'orrore e la riluttante ammirazione, mentre la Skeeter stava praticamente contorcendosi nella sedia per la gioia. “Harry Potter Si Riferisce al Signore Oscuro Chiamandolo Come un Pasticcino Croccante. L'Eroe della Luce Ride in Faccia al Pericolo.”
Gli occhi di Albus scintillavano pazzamente. “E poi?”
Hermione parlò prima che Harry potesse farlo. “Ron è stato così coraggioso!” esclamò lei. “Mentre Tu sai Chi era distratto, lui ha cercato di affrontarlo.”
Molly singhiozzò e serrò Ron più strettamente.
“Ma Raptor l'ha lanciato contro il soffitto e poi l'ha lasciato cadere. E' stato così che si è ferito,” concluse Hermione, lanciando a Ron un'occhiata che lo fece arrossire. Il ragazzo poteva essere un po' un cretino, certe volte, pensò lei, ma era senza dubbio un vero Grifondoro.
Gli occhi di Piton si assottigliarono. Affrontare non uno ma due Maghi Oscuri armato con nulla più che una bacchetta nuova e una dose di insana audacia? Il ragazzo era senza dubbio un vero Grifondoro.
“E poi?”
“Io ho avuto per qualche secondo troppa paura per muovermi, e Voldemort continuava a parlare con Harry. Sembrava che lo stesse ipnotizzando, o qualcosa del genere.
Harry annuì. “Ha fatto qualcosa, e mi sono sentito malissimo. Solo e senza speranza e sapevo che stava per uccidermi. Ma poi ha detto qualcos'altro, e mi sono arrabbiato.”
Ora tutti gli adulti (eccetto i Granger) lo stavano fissando sbalorditi. Il ragazzo aveva respinto il controllo mentale di Voldemort? Maghi adulti, inclusi Auror perfettamente addestrati, non erano riusciti in una simile impresa!
“Che cos'ha detto che ti ha fatto arrabbiare?” riuscì a chiedere Piton, la voce innaturale alle sue stesse orecchie. Precisamente, quando potere aveva questo ragazzino? Colse l'occhiata che Lucius gli lanciò, soppesandolo. Potter poteva reggere il confronto contro lo stesso Voldemort, e qui c'era Piton che, oh, con tanta noncuranza, lo rimproverava e gli schiaffeggiava il sedere?
Harry parve a disagio. “Lui – lui ha detto qualcosa di crudele sui miei genitori. Ma questo mi ha fatto pensare a te, e dopo non mi sono sentito più solo,” ammise, la voce che si abbassava così che solo Piton colse le sue ultime parole.
Piton inghiottì a fatica e si sforzò di mantenere imperturbabile la propria espressione; ma Harry poté sentire le sue braccia serrarsi in un gesto protettivo, e una calda sensazione gli fiorì nuovamente in petto. Per quanto il suo professore potesse essere arrabbiato, e per quanto potesse rimproverarlo, Harry sapeva che l'uomo lo amava ancora, e il suo abbraccio lo provava. Il Professor Piton si stava comportando precisamente come i genitori di Ron ed Hermione, come gli occhi acuti di Harry potevano constatare.
Per la prima volta nella sua vita, Harry non doveva guardare i suoi compagni di classe venire coccolati dai loro genitori, mentre lui si sentiva solo e messo in disparte. In effetti, il Professor Piton era anche meglio che i genitori di Ron ed Hermione – non era rimasto in Infermeria con Harry?
“Be', poi ha usato un 'secum' qualcosa su di me,” proseguì Harry dopo essere stato gentilmente spronato dal Preside.
Piton si irrigidì. “Sectumsempra?” chiese, la voce che tremava un poco.
“Già, quello!” Harry era impressionato. Il suo professore sapeva tutto!
Piton chiuse gli occhi, usando la sua Occlumazia per spingere via le immagini indesiderate di quel che l'incantesimo – ilsuo incantesimo – avrebbe potuto fare ad Harry.
“Ma, vedi, ero arrabbiato allora, perciò ho tirato fuori la bacchetta – quelle guaine sono grandi, Professore! – ed ho usato unProtego.”

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Harry's new home
FanfictionUn ragazzino solo. Un sarcastico, irritante bastardo. Quando la salvezza dell'uno è affidata all'altro, tutti sanno che non finirà bene... oppure sì