Capitolo 3

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Sara: Non so come potrebbe prenderla, ho paura che mi lasci.. - è seriamente preoccupata.

Io: Senti, Sara, lui ti ama, sono convinta che quando lo saprà ti aiuterà a superare questo momento...

Sara: Sei troppo ottimista, come tuo solito. - Mi interrompe e sulle sue labbra affiora un leggero sorriso.

Io: Torniamo dentro ora, o ci daranno per disperse e... asciugati quelle lacrime, non è da te. - E le stampo un bel bacio sulla guancia.

Finito di cenare saluto le mie compagne e, con la mia moto, esco dal parcheggio per tornare a casa. Sono in pensiero per Sara. So che Jack la ama molto ma, sinceramente, non so come potrebbe prendere la notizia. è un bravo ragazzo, su questo non ho dubbi, ma.. è una situazione difficile e non so più cosa pensare. Speriamo in bene.

Arrivo davanti al cancello che porta verso casa. Lo supero e arrivo al garage. Parcheggio la moto ed entro in casa. Mia zia non c'è, controllo l'ora: 01:27. Tardissimo, mia sorella sarà già a letto; salgo in camera sua e in effetti eccola lì, sotto le coperte che russa (ahah). Entro in stanza, le dò un bacio sulla fronte e poi mi dirigo in camera mia. Sono stanchissima, oggi è stata una giornata pesante. Non faccio nemmeno in tempo a mettermi a letto che già mi addormento.

SOGNO

Sono in campo. Partita contro i ragazzi. Quinto e ultimo set. 14-13 per loro. Cazzo. Non possiamo perdere. Non dobbiamo perdere. Battuta loro. Riceviamo bene, ottima alzata e attacco perfetto.. loro però ricevono bene, alzano e attaccano a loro volta. Andiamo avanti così per un po'. Attacca Andrei. Io sono in difesa. Sono pronta a muovermi. Attacca e la palla viene verso di me. Ma io rimango immobile: non riesco a staccare i piedi da terra per andare indietro e la palla mi colpisce in faccia per poi rimbalzare via, fuori dal campo.. le mie compagne cercano in tutti i modi di recuperarla.. ma niente da fare.

Fine del sogno. Un incubo direi. Sono già le 5:00 e io dovrei già cominciare a vestirmi. Devo passare a prendere Sara e per le 6:00 dobbiamo essere in palestra.

ALLE 7:00

Ci alleniamo con gli attacchi e la difesa. Il sogno mi ha turbata. E non poco.

Mentre sono in aria per il mio ennesimo attacco, mi accorgo di una figura sulle gradinate. Perdo la concentrazione e cado, e come se non bastasse la palla mi centra in testa. Una risata. Non è Sara. Conosco quella stramaledetta risata.


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