Capitolo 14

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Sollevo le ginocchiere, sono fredde e umide. Si comincia.

La palestra, come prevedibile, è gremita di studenti. Tutti sono qui per sapere qual è la squadra più forte. Sono sicuri di vedere vincere i ragazzi perché sono più preparati fisicamente.. Bella questa!.. Il rumore le loro voci e la musica in sottofondo copre tutto, si spalma su ogni anfratto e mi avvolge. Mi sembra di essere circondata da un brusio composto da minuscoli spilli che ogni tanto mi punzecchiano. Sono infastidita dal caos che fanno i ragazzi. Mi mette in agitazione, come se non lo fossi già di mio. Cerco di concentrarmi ma non ci riesco.

Però quando prendo la palla in mano mi sento lucida, forte, motivata: devo vincere per la squadra.. e per me stessa. Non passerò una settimana a fare da schiava ad Andrei. A proposito, lui dov'è? Durante il saluto chiedo a un suo compagno dove sia ma mi guarda storto e non mi risponde.

Le mie schiacciate sono più potenti del solito, durante il riscaldamento faccio parecchi punti (se solo contassero in partita..) . Se ci fosse Andrei li recupererebbe in un attimo. Ora che ci penso.. anche Luca non è in palestra.. qualcosa non torna.

La partita inizia, e fin quasi alla fine del primo set va tutto bene, anzi più che bene: faccio parecchi punti in battuta, tese e forti, ho un buon servizio in salto. Sento mormorii di sorpresa e ammirazione. Cerco di non farmi distrarre: sono carica, ho voglia di giocare e vincere. Anche in ricezione va bene e ricevo complimenti dalle mie compagne per alcuni recuperi in rullata.

E poi, a metà secondo set.. cambia tutto.

Entra lui. Andrei. Con la sua maglia da capitano col numero 1, come la mia. Ma non vedo Luca.

Ha lo sguardo fisso sul tabellone dei punti con un'espressione impenetrabile. Cammina piano, come al rallentatore, fino alla panchina. Poggia la bottiglietta, si sistema le ginocchiere e chiama time out. Solo al fischio dell'arbitro mi rendo conto che non ho smesso di fissarlo per tutto il tempo. Devo ammetterlo, è davvero carino. Non mi era mai capitato di vederlo in divisa sportiva, se non nelle registrazioni delle partite, dal vivo.

Non riesco a sentire cosa dice ai suoi compagni a causa della musica che è partita al fischio del time out. Ci facciamo i complimenti tra di noi e, al secondo fischio, torniamo nelle nostre posizioni.

Lia alla battuta. Speriamo bene. 



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