Capitolo 15

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Alza la palla e batte. Buona. Andrei riceve, la passa all'alzatore in modo perfetto. Senza nemmeno accorgermene mi ritrovo la palla ai piedi. Chi ha schiacciato? Lui. Andrei. Non mi sarei mai aspettata una tale agilità. Mi guarda soddisfatto. Sa di avermi colta di sorpresa e alza il mento in segno di sfida mentre riceve l'approvazione dei suoi compagni e l'acclamazione del pubblico. Persino le cheerleader hanno cambiato tifo. Stronze. Ma cosa vuoi che me ne importi. Sostengo il suo sguardo, poi mi volto verso le mie compagne, dò loro il cinque e torno al mio posto. Continuo a fissarlo, i miei occhi fissi nei suoi.

Il fischio dell'arbitro mi riscuote, la palla è in volo, viene colpita e viene nella mia direzione, la ricevo per miracolo, ma sbaglio mira e la mando direttamente all'attaccante che non ha il tempo per la rincorsa e fa una piazzata al centro del campo che, ovviamente, viene salvata e rispedita di qua con una tale forza che rimbalzando provoca un tonfo secco.

Io: Ora basta! Ragazze non possiamo andare avanti così! Avanti! Grinta!

Lia: Lo stesso vale per te!

Il gioco riprende. Ho i muscoli caldi, sono agile e veloce come sempre, eppure è come se il mio corpo non rispondesse più ai miei comandi: da quando lui è entrato mi sento bloccata, confusa. Vinciamo un altro set. Di certo non grazie alla sottoscritta.

Terzo set. Siamo in vantaggio di due set a zero. Dieci pari. Mi tuffo per recuperare la palla e ci riesco per miracolo. Ma nella caduta succede qualcosa che avrei dovuto aspettarmi. 



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