Capitolo 20

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Mancano cinque minuti alle tre e io sono io spogliatoio a cambiarmi. Mi ha detto lui di mettermi qualcosa di adatto per la palestra. Non le ginocchiere, non serviranno. Almeno così ha scritto nel messaggio.

Entro in palestra, è ancora scura: le luci sono state accese. Sento dei passi, veloci, come se qualcuno stesse correndo. Eccolo lì, è lui. Sta correndo in torno al campo per riscaldarsi. Non per quanto tempo rimango lì a fissarlo, ad un tratto i miei piedi si muovono da soli e mi ritrovo a correre al suo fianco. Lui rallenta. Io lo imito.

Andrei: Se corri alla mia velocita ti cederà di nuovo il ginocchio.

Non ci avevo nemmeno pensato. Da quando l'ho visto non ho più fatto caso al dolore, anche se minimo (prima) che provavo. Lui aumenta di nuovo la velocità, lasciandomi indietro. Fa il doppio dei miei giri ma alla fine quella col fiatone sono io.

Io: Esattamente cosa dovrei fare? Semplicemente allenarmi con te?

Andrei: Semplicemente? Hai una vaga idea di quello che dici?

Io: Che intendi dire?

Andrei: Gli allenamenti che fate voi non sono niente a quello che facciamo noi tutti i giorni.

Io: Mi stai sfidando a non mollare per caso? Credi che non riuscirei a stare dietro alla tua preparazione fisica?

Andrei: Tu l'hai detto.

Io: Avanti. Cominciamo. - Non sono in vena di sprecare fiato per sto tipo qua.


La pallavolo o lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora