6. Carte

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L'aria fresca della sera sferza nei miei polmoni accaldati. La gente qui fuori non è addossata a me: molto probabilmente gli faccio pena. Faccio pena anche a me stessa, a dire il vero.
Non guardo più nessuno e svolto l'angolo del Josephine, diretta al furgoncino. È in fondo al vialetto senza uscita, perciò è probabile che nessuno l'abbia notato. Mi avvicino e provo ad aprire: le chiavi le ha Alis. Cazzo!
Non ho la più pallida idea di dove sia.

Recupero il telefono dalla borsa. È talmente piccola che all'interno non sono riuscita a mettere nient'altro oltre alle scarpe e una banconota da cinquanta sterline. La banconota che avrei usato per comprarmi da bere.
Trovo in fretta la mappa della città sul telefono: fortunatamente funziona anche senza connessione. Cerco nei dintorni un posto con il wifi. Ho davvero bisogno di parlare con Bryan!
C'è un Mc Donalds poco più avanti. Comincio a camminare sui tacchi finchè mi rendo conto dell'enorme cavolata: infilo le ballerine e torno sul mio percorso. Raggiunto il Mc, ordino da mangiare e mi siedo sul primo divanetto vicino alle vetrate. Connetto il telefono al wifi e apro skype: Bryan ha già provato a chiamarmi un paio di volte oggi.
Avvio una chiamata.

-Ehi!-
La voce affannata.
-Ciao, piccola!-
Sbadiglia nel microfono. Stava dormendo. Guardo l'orologio e noto le stanghette sulle 2.54. Gran bella cazzata! Ora penserà che non stavo dormendo.
-Come stai?-

-Ciao!-
E mi viene da piangere. Avrei dovuto ascoltarlo e non partire. Io e la mia testaccia. Come potevo pensare di meritarmi un ragazzo meglio di Bryan? Certo, ce ne sono di meglio ma non sono stati creati per me. Io sono così..
Singhiozzo e una lacrima viene giù.

-Ehi, Mel?-
Sussurra.
-Qui dormono tutti! Non posso parlare. Ti richiamo io domani mattina!-
Conclude con un bacio e mette giù.

Avevo bisogno di parlarti, Bryan!
Avrei dovuto dire prima che chiudesse, ma non ho mai cercato di trattenerlo. Mai! Nemmeno quando ne avevo più bisogno. Nemmeno adesso che mi sento di nuovo inutile.

Finito il panino mi sento un po meglio. Non posso lasciarmi abbattere da un ragazzo che conosco a malapena. Decido pertanto di ignorarlo e tornare al Josephine a cercare Alis per le chiavi.
Quando mi avvicino la musica continua ad essere logorante. Mi assale un attacco d'ansia: com'è possibile tutto ciò?
Entro. La gente balla ancora. Questi sono davvero instancabili. Mi dimeno tra loro, posando qualche volta le mani sulla schiena di qualcuno un po' troppo sudato. Mi pento ogni volta di essere tornata qui dentro, ma ormai ci sono.

-Mel!-
Chiama qualcuno alle mie spalle. La musica è troppo alta per distinguere la voce ma spero che sia Alis.
-Mel, non ti ho vista per tutta la serata!-
È Liam.
-Harry ha detto che eri andata via!-

Harry! Quello là, lo odio sul serio.
Scuoto la testa e mostro un piccolo sorriso.
-Ero qui intorno che ballavo da sola!-
Io che ballo da sola? Scordatelo!

Sorride.
-Per fortuna ti ho trovata!-
Mi prende per mano.
-Vieni! Siamo tutti qui..-
E non conclude la frase che mi sta già tascinando in direzione dei tavoli. Lo so. Era lì che volevo andare all'inizio.

E quando siamo arrivati al nostro tavolo, sono tutti lì. Alis e Niall sono accoccolati su uno dei divani a due posti. Ruoto con lo sguardo in senso orario prima di rendermi conto che tutti quanti sono accoppiati: Brith sta con Zayn, Harry sta con la tipa di prima e ci sono un mucchio di persone che non conosco.
Liam mi tira giù: avevo dimenticato che la mia mano fosse nella sua. Sono seduta sulle gambe di Liam mentre tutti i presenti ci fissano con occhi scrutanti. Li sento bruciarmi addosso e mi stringo nelle spalle. Liam sorride a tutti e comincia con le presentazioni dei volti sconosciuti.
-Lui è Leo.. Lei Carly.. Lui Adam..-
Ed io sorrido e stringo la mano a tutti come un automa mentre la testa si è fissata: sta davvero con quella? Che.. Aspetta molto probabilmente sta per presentarmela tra tre.. Due.. Uno.. Mi interessa davvero il suo nome? Troia le sta di incanto!
-E per finire, lei è Jenny!-
Jenny! L'avevo detto io. Non c'era nome migliore per una della sua "razza".
Sorrido e tiro via la mano prima che lei possa stringermela.

~ ICEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora