16. Sconosciuti

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Batto i piedi istericamente sull'asfalto piastrellato. Chi si crede di essere quello?
Mi sono imbattuta in un parco e grazie al cielo è lo stesso di qualche giorno fa. L'erba è verde ed il cielo blu: non sta per piovere ma a Londra non si sa mai. Mi siedo alla solita panchina per gustare i miei formaggi in tutta tranquillità. A questo punto sono sicura di poter tornare al furgoncino sana e salva. Il cellulare prende a squillare.

-Pronto?-

-Ciao, Mel! L'altra sera dev'essere caduta la linea.-, Bryan. -Non sono più riuscito a contattarti. Hai letto i miei messaggi?-
Messaggi?

-Ciao, Bryan. Credo di avere qualche problema con il cellulare. Non riesco a chiamare nessuno e non ho mai ricevuto i tuoi messaggi!-

-Non importa, vorrà dire che farò da solo!-
Non è arrabbiato ma voglio sapere cosa c'era scritto in quei messaggi.

-No, Bryan! Se posso aiutarti..-

M'interrompe.
-Non preoccuparti, Mel! A presto. Un bacio!-

-A presto, Bryan!-

Riaggancio. Dovrei preoccuparmi anche di Bryan adesso? Ho troppi problemi: Harry bullo, Brith gelosa, Alis confusa, cellulare in tilt.. Non posso aggiungerci la voce "Bryan strano".
Scatto in piedi e mi incammino verso il Josephyne, sicura di trovare lì il nostro furgoncino.

******

Il furgoncino è qui, ma non c'è anima viva intorno. Per giunta è chiuso a chiave e non posso entrare a cambiarmi. Recupero il cellulare dalla borsa con l'intento di chiamare Alis. Per due ragioni chiamerò lei: la prima, sicuramente perchè lei non mi odia a morte, e la seconda, perchè ha sempre lei le chiavi.

Tuuuuuuhm.
Squilla. Forse non dovrei disturbare. Forse è con Niall. O meglio Liam.
Tuuuuuuuhm.
Secondo squillo. Ok, molto probabilmente dovrei imparare a cavarmela da sola. Non posso star sempre dietro alle mie amiche per tutto.
Metto giù.

Mi incammino verso la metro. Farò un giro e mi infilerò in una qualche biblioteca. Sono già davanti all'ingresso quando sto frugando nelle mie tasche in cerca dell'abbonamento. Trovo un pezzo di carta e lo tiro fuori. L'ho già visto questo affare, sebbene ora sia tutto stropicciato. Lo dispiego e ci leggo su "chiamami se hai bisogno", con il numero al seguito. Mi torna in mente l'agente che mi scrutava quasi come fossi una ladr.. In quel momento lo ero!
Recupero il cellulare e digito il numero sul tastierino. Ho bisogno? Dovrò pur far qualcosa.

-Pronto!-
Risponde una voce familiare. Non so a chi appartenga ma mi ricorda qualcosa. O meglio, qualcuno.
-Pronto?-
È un ragazzo.

-Ehm..-, tossisco. -Sì, pronto! Con chi parlo?-

-A dire il vero sei tu che stai chiamando!-
Sbotta.
Stringo gli occhi, colta in fallo. Cosa dico? "Ho trovato il tuo numero su un pezzo di carta nelle tasche della mia giacca preceduto dalle parole chiamami se hai bisogno!", farebbe schifo come primo approccio. Ma cosa dovrei essere per questo tipo?
-Sei ancora lì?-

-Sì?-
Sono imbarazzata.

-Senti..-, comincia. -Ne ho conosciuta già una di pazza che mi perseguita, potreste lasciarmi in pace tutti voi appena evasi da un manicomio di prima categoria?-

-Harry?-
Vien fuori dalle mie labbra senza che io possa controllarlo.

-Che? Tu come..?-, si corregge. -Chi cazzo sei?-

-Chi sarebbe la pazza?-
Ringhio.

-Preston?-
Odio quando usa il mio cognome.
-Sei proprio tu?-

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