Capitolo 8

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"Lascia che ti accompagni a scuola" conclude Louis al telefono. È lunedì mattina e Harry sta mangiando i suoi cerali seduto al tavolo, mentre parla al telefono con Louis.

"No, perché poi dovrei prendere il pullman al ritorno. Verrò a casa tua dopo la scuola" ribatte Harry e sente Louis sospirare.

"No, posso venirti a prendere quando vado a lavoro. Voglio accompagnarti, potremmo salvare il pianeta" continua Louis e Harry ridacchia per la loro discussione.

"Dove lavori?" chiede Harry.

"Faccio il barista al 'The Black Cat'. Voglio venire a prenderti e a riaccompagnarti a casa, per favore" lo prega Louis e Harry si morde il labbro guardando la sua ciotola – ora solo piena di latte.

"E se-"

"Puoi stare zitto? Qualcuno sta cercando di dormire" urla Anne e Harry sobbalza. Deglutisce e prende la ciotola, svuotando il latte nel lavandino.

"Ok, puoi venire a prendermi. Sai a che ora?" Harry sta sussurrando ora.

"Perché sussurri? E sì, so a che ora, andavo al liceo fino all'anno scorso. Ci vediamo alle 15:20" dice Louis e Harry scommette che sta sorridendo. Lo saluta velocemente e riattacca, cercando di andare nella sua camera in punta di piedi. Sua madre lo sente in ogni caso.

"Non sei l'unica persona a vivere qui, Harry. Devi portare rispetto" sputa fuori e lui annuisce prima di correre nella sua stanza. Sua madre è passata dalla fase dell'assenza alla fase Tutto-Quello-Che-Fa-Harry-È- Sbagliato. Fa più male dell'essere ignorati.

Getta i libri della borsa, poi si lava i denti e si sistema i capelli. Decide di essere abbastanza presentabile e lascia la casa, chiudendo silenziosamente la porta. Aspetta alla fermata del pullman per la prima volta da quando faceva il secondo e si stringe nel cappotto perché fa freddo.

Il percorso nell'autobus non è male. Si siede in fondo con gli auricolari nelle orecchie e i piedi stesi sul sedile così che nessuno si possa sedere accanto a lui. guarda le case fuori dal finestrino e pensa a Louis.

Sono diventati sorprendentemente ottimi amici in poco tempo e si conoscono a vicenda. Louis l'ha preso sotto la sua ala protettiva e lo sta aiutando ad affrontare le sue emozioni disordinate. È bello averlo accanto perché è come se lui lo capisca. Capisca cosa sia il dolore ed è qualcosa che hanno in comune.

L'autobus si ferma davanti a scuola e Harry si alza stiracchiandosi. Aspetta che tutti gli studenti scendano ed è l'ultimo a scendere dal veicolo. Ringrazia l'autista ed entra nel caldo edificio. Il suo armadietto è abbastanza lontano dall'entrata principale, quindi deve camminare un po' prima di arrivarci. Sophia è appoggiata contro l'armadietto di Liam con un'espressione annoiata sul viso.

"Ehi, S" Harry sorride leggermente e lei si gira verso di lui, confusa ma felice.

"Ehi, H. Sei arrivato prima" afferma lei e lui si avvicina al suo armadietto.

"Ho preso l'autobus. Un mio amico mi viene a prendere dopo la scuola. Che ci fai qui?" domanda. Ogni mattina, lei resta al suo armadietto – che è dall'altra parte della scuola – e poi incontra i ragazzi a pranzo.

"Liam mi ha detto di aspettarlo qui. Non è ancora arrivato ed io mi sto annoiando" si lamenta. Harry ridacchia semplicemente e mette la borsa nell'armadietto assieme al suo cappotto, poi prende mette il libro di testo sotto il braccio.

"Sei di buon umore oggi. Mi sono mancate le tue fossette" Sophia sorride, toccandogli le guance. Harry si gira verso di lei, con il sorriso ancora sulle labbra.

Smoke|| Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora