Smoke|| Italian Translation

Capitolo 2

Harry si sveglia il lunedì mattina della seconda settimana di scuola e sa già che sarà una giornata orribile.

Il suo cuore sembra di piombo mentre batte nel suo petto. È lento, forte e batte così dolorosamente che sembra possa ucciderlo. I suoi occhi bruciano per le lacrime non versate e gli fa male la testa per lo stress presente nella sua vita.

È solo l'inizio della seconda settimana di scuola ed è già indietro con i compiti. Gli insegnanti non si sono neanche preoccupati di punirlo, ma gli hanno rivolto sorrisi tristi e gli hanno detto che sanno come ci si sente. Ma in realtà, nessuno sa come si sente.

Non dubita che loro abbiano perso qualcuno che amavano, ma si sente diverso da loro. Si sente diverso da sua madre e da suo padre e da tutti gli amici di Gemma. È diverso e fa male. Fa tanto male.

Forse dovrebbe iniziare il progetto che deve consegnare a fine settimana, ma non può perché gli fa male anche solo muoversi o respirare. I suoi insegnanti hanno detto che capiscono, ma non possono capire cosa significa perdere qualcuno a cui si era così legati. La sensazione di perdere tua sorella e la tua migliore amica. O forse possono, Harry non lo sa.

Tutto quello che sa, è che si rifiuta di piangere ancora. Gli bruciano gli occhi, ma le lacrime non escono dai suoi occhi verdi e le sue labbra tremano, ma non vi esce un singhiozzo.

Quando finisce la sua routine mattutina, finalmente vede che tempo fa fuori. Il cielo è grigio e c'è una pioggia leggera che cade dal cielo, creando piccole pozzanghere. Harry resta fermo sulla porta d'ingresso, guardando la pioggia che colpisce le pozzanghere che si sono formate e pensa: non è fantastico come il mondo rifletta il tuo stato d'animo?

È come se il mondo capisca come si sente. Come se possa sentire la sua tristezza, perciò è triste anche lui. Come se il pensiero del suo dolore, gli causi dolore quindi piange. Lascia che l'acqua si riversi dal cielo, mostrando a tutti quanto faccia male. Piange perché Harry non può più piangere. È bellissimo per lui, guardare la pioggia cadere uniformemente perché è così rilassante, ma allo stesso tempo tetro. È come se la pioggia fosse lui.

Cammina lentamente verso la sua auto, con la pioggia che gli cade sul viso. Harry lo accetta e lascia che la pioggia funga da lacrime. Non piange, ma ci è vicino. Apre lo sportello della macchina e la mette velocemente in modo. Mette in funzione il tergicristallo e poi parte. Lascia la sua casa fredda, con i suoi parenti freddi e spera che i suoi amici possano portare via la tristezza.

Il viaggio verso la scuola dura poco e non si ricorda neanche di essersi fermato agli stop o ai semafori rossi. Non si ricorda neanche di essere entrato nel parcheggio della scuola, eppure la sua auto è parcheggiata al solito posto. Spegne il motore della macchina mentre la pioggia batte insistentemente contro il cofano della sua auto. Ascolta il rumore e lascia che gli rimbombi nella testa.

Una volta era un ragazzo felice. Andava a tutte le feste, era un alunno attivo e prendeva ottimi voti. Sa che i suoi voti scenderanno questo semestre e sa che si è già perso troppe feste nell'ultimo mese e mezzo. Le attività scolastiche che prima gli interessava, ora non lo intrigano più e vuole solo sparire. Vuole solo tornare indietro nel tempo e cambiare tutto.

Qualcuno bussa piano al suo finestrino e lui gira lentamente il capo vedendo Niall che lo fissa. Il ragazzo che di solito è sempre vivace, gli lancia uno sguardo preoccupato e Harry apre lo sportello. Allunga il braccio per prendere la sua borsa e poi sgattaiola fuori sotto la fredda pioggia mattutina.

"Ehi, stai bene?" chiede Niall. Indossa una giacca impermeabile nera, ma i suoi jeans sono completamente fradici.

"Si. Stavo solo pensando a come iniziare quel progetto di fisica" mente Harry. Niall annuisce e iniziano ad avviarsi verso la scuola. Niall apre la porta per Harry, che non indossa neanche una giacca.