_Chapter eighteen_

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Non poteva fuggire da questo Inferno. Non poteva fuggire dal luogotenente dell'inferno. Non poteva fuggire da Luxis in simbiosi con la natura, la parte animalesca, primitiva.

La vittima era rotolata per colpa di una sottile sommossa del terreno in una pozza di aghi, il cui profumo inebriava l'aria.

Si rialzò sui ambedue piedi, mostrando le ambigue capacità motorie, attraverso un'efficace spinta di reni.

Il Principe camminava. Non aveva intenzione di correre. Avrebbe aspettato egli si stancasse e ralentasse il passo. Vedeva la paura nei suoi occhi, vedeva l'agitazione nei suoi movimenti. Ogni manciata di secondi, la vittima si guardava indietro rallentando di poco e ciò gli faceva perdere tempo. Respirava affannosamente e sprecava una grande quantità di energia. Andava avanti, senza una metà precisa.

Il terreno, da lì a poco, lo avrebbe scaraventato in qualche punto mortale.

Ogni tanto scivolava o inciampava nelle radici degli alberi e si rialzava reggendosi, per dare equilibrio, con la mano nel terreno.

Il principe camminava velocemente, conosceva bene quella foresta.

Il ragazzo era un comune demone, nessun segno particolare. Qualche bottone della camicia si era staccato mentre i pantaloni erano strappati nella coscia sinistra dove un lieve taglio si era formato.

La schiena venne arcuata per passare fra due alberi, i cui bassi rami si sfioravano e rendevano quasi impossibile il passaggio a quell'altezza.

Le maree dell'anima si innalzavano e gli occhi vigili di Luxis osservavano divertiti, lo sguardo guerriero non scompariva.

Il bosco aveva due sentieri diversi, stessa destinazione. Un pò come la vita umana, in essa puoi prendere tante strade ma il finale, la morte, è sempre lo stesso.

Luxis si era stancato. Non aveva più voglia di seguire la preda, era ora di acchiapparla e poi divorarla con il sapore pungente della vita che abbandonava.

Gli alberi nascondevano a occhi indiscreti la minaccia emergente nascosta in quel lugubre luogo. Ogni rumore di fondo veniva nascosto sotto il silenzio della natura.

Il futuro Re degli Inferi, con una corsa veloce, raggiunse repentino il giovane che aveva preso un volto: i capelli arrivavano all'altezza della spalla, con spruzzi marroni, nella tonalità del biondo; ibrido. Gli occhi possedevano un colore azzurro comune; un ibrido non puro. Gli zigomi erano ben definiti ma il viso assomigliava a quello di un ragazzo in piena crisi ormonale mentre il corpo era stato scolpito in punti poco visibili. Il Principe fece un giro su sé stesso attraverso una gamba, mentre, con l'altra, diede un calcio all'altezza dello sterno alla preda che si accasciò piegando le ginocchia e volgendo la schiena diritta verso davanti. Il dolore si propagava rapidamente, Luxis si chinò e prese lo sconosciuto per le spalle sbattendolo sulla corteccia di un albero, spostò il braccio sinistro facendo si che stesse attorno al collo della vittima in una morsa non mortale, a quel punto capì la resistenza scarsa del demone. Quest'ultimo provò a sostenere la propria massa aggrappandosi al braccio di Luxis e infilzando la carne con le unghie.

Dietro al ragazzo vi erano ancora i due sentieri, se magari avesse preso una decisione prima, forse sarebbe salvo. Mentre sceglieva uno dei due sentieri incolti e scavati da mani abili, anaspava analogamente ad un pesce fuori acqua. Le dita continuavano a stringere, con le unghie inficcate nelle falangi sue, le braccia del Principe provando ad allentare la salda presa.

L'ululato del vento aveva smesso di giocare con i capelli dei due. Il silenzio li avvolgeva. Il ragazzo aveva la bocca aperta e provava a prendere grandi boccate di ossigeno. Dalla tempia sinistra gocce di sangue si propagavano seguendo le orme del sudore. I piedi erano a penzoloni e l'unico sostegno per tutto il corpo erano le mani del Principe, che lo stava uccidendo. Anche se era a conoscenza dell'impossibilità di raggiungere la salvezza, agitava le gambe e il busto in avanti e indietro poiché la mente riconosceva il gesto come l'unico operatore per la libertà.

L'attrazione degli Inferi Winner#Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora