_Chapter fifteen_

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Quarantasette mesi dopo, territorio neutro.

[ *N.A. Attenzione: Loaniah (la vedrete in questo capitolo) e Liniæiah ( la ragazza delle miniere che è diventata angelo) sono due persone distinte! I nomi sono simili, ma non confondeteli!]

Il territorio circostante all'Inferno era nella più completa natura libera. Si ergeva lungo il circondato dell'Inferno, visibile solo ad anime dannate, un maestoso bosco puro. Il silenzio vegliava quelle zone, interrotto solo dal sussurro del vento.

Gli alberi erano alti e robusti, volevano raggiungere il manto del cielo ma, nel frattempo, la loro chioma verdastra, con accentuate autunnali, copriva il celo azzurrino.
Una giovane seduta sulla radice di un albero maestro e, poggiata al suo fusto con licheni che le macchiavano i capelli, china su un taccuino scriveva memorie sconosciute.
I lunghi capelli le ostruivano la vista nonostante fossero raccolti in una coda delicata e nera. Le ciglia lunghe proteggevano degli occhi scuri. Sotto il labbro sinistro vi era un neo, un punto senza nessuna dimensione. Concentrata sul suo lavoro ella si risucchiava il labbro inferiore con quello superiore. Una leggera ruga sulla fronte intrisa dal sudore si era formata. Gli occhi socchiusi si spostavano dal monumento difronte a sé al taccuino, annotando particolari.

"Loaniah vado a cercare qualche animale selvatico da catturare nel mio taccuino." Un'angelo dal viso severo e i lineamenti marcati, con i capelli intrecciati in una coroncina sulla testa abbellita da fiori e creata con fili d'erba particolarmente robusti, parlò.

"Certo, sorella. Resto a disegnare questo magnifico paesaggio." Non alzò il volto ma sentì il corpo robusto dalla sorella che si allontanava schiacciando i ramoscelli caduti sulla terra fertile. L'angelo sentiva le piume delle ali solleticate dalla corteccia dell'albero, le salivano brividi lungo la schiena. Scrutò, una seconda volta, il paesaggio e lo imprimette nel foglio con una piuma ricavata dalle proprie ali. Ogni tanto immergeva il piumino in un liquido contenuto in una bacinella piccolissima, al cui interno vi era una sostanza rossastro creato da lei e ottenuto dalle bacche selvatiche.

"Cosa vi porta qua, angelo? " All'udire la voce essa chiuse di colpo il taccuino, e si porto la punta della piuma sulle labbra rigirandola nervosamente, colpita da un feroce spasmo muscolare da farsi accantonare la pelle.

"Disegnavo."

"Potrei sapere cosa? " Chiese il Principe della menzogna.
La bellezza non lo aveva abbandonato. I capelli neri erano portatiti all'indietro. Le labbra erano bagnate dalla saliva poiché spesso vi passava la lingua velenosa. Gli occhi non avevano uno sguardo tagliente ma neutro. Indossava una giacca aperta sul petto, nonostante fosse autunno e il freddo celava un imminente acquazzone. La cravatta era stretta nella mano sinistra. E anche egli era scalzo ma i piedi, all'incontrario della giovane, non erano sporchi di terriccio.

"Io so chi siete," quasi urlò stringendo il taccuino al petto.

"Anch'io so chi sono. Sapete chi siete voi? " Le mani erano nelle tasche dei pantaloni scuri.

"Sono un Arcangelo. Loaniah, figlia di Dio per mano di Gabriel, messaggero dei cieli. Voi siete il figlio di colui che ha violato la pace. Non dovremmo comunicare." Spostò lo sguardo nervosamente.

"Ma lo stiamo facendo." Si passò una mano fra i capelli. Il viso veniva solleticato dalla luce che filtrava attraverso i ramoscelli. Era in piedi a meno di un metro da lei.

"Smettiamo," rispose stizzita. Spostò il taccuino vicino alla coscia e si tolse la piuma che sfiorava il mento.

"Perché dovremmo, Loaniah? Non ho detto niente. Ho provato ad avere una chiacchierata con una vecchia amica." Si avvicinò ulteriormente.

"Voi siete figlio della menzogna. Voi seducete e portate nel male. Voi non siete mio amico, e non sono vecchia in quanto più grande di voi di due rotazioni terrestri intorno al sole. La vostra fama vi precede." Appiccicò la schiena al tronco e iniziò a osservare nei dintorni sperando quella conversazione giungesse al termine.

"Non voglio essere ricordato per le gesta di mio Padre. Io sono Luxis. Gradirebbe se la ricordassero, non per la sua regalità ma, per suo padre Gabriel, messaggero dei cieli? Come fate a sapere chi sono, se mi avete sempre allontanato? Come potete proprio voi, che dovreste amare, giudicare un individuo da voci altrui senza sapere se sono vere? Io non volevo essere figlio di mio padre. Io volevo e voglio conoscere l'amore. Nessuno mi aiuta. Chi vi ha detto tutte queste menzogne sul mio conto, eh?, nemici di mio padre! È sottinteso che parlino così di noi!
Siete mai giunta sui gai Inferi? No. Come potete limitarvi a ripetere parole di altri!? Pappagallo! Mi avete deluso. È sottinteso che i sudditi di Dio parlino male di mio Padre. Non tutto quello che sentite è vero. Avete mai provato a entrare negli Inferi? Se io ascoltassi tutte le sciocchezze degli umani, crederei in Zeus, nella teoria di Lamarck oppure crederei che il Sole gira intorno alla Terra!" Fece comparire sul volto una smorfia.

"Non mi fregate," parlò di colpo e velocemente creando gesti frenetici.

"Neanche a me frega. Ormai ci sono abituato," sorrise leggermente quest'ultimo per poi iniziare ad allontanarsi.

"Come siete?" A quella domanda sorrise e poi disse "scopritelo." Si incamminò a passo felpato.

"Fermatevi." Lo seguì lei correndo e tenendo i lembi della tunica fra le mani.

"Cosa vi porta a seguirmi?," chiese impassibile accompagnato da un leggero tono infastidito, poi si fermò di colpo e aspettò l'angelo.

"La sete di conoscenza," rispose affannosa. Il Principe non potette non trattenere un sornione a illuminargli il volto.

"Cosa vorreste sapere?" Si avvicinò lentamente a lei e si parò a qualche centimetro di distanza rallentando il passo.

"Vorreste per caso sapere cosa si prova a nutrirsi dei cibi dell'Eden rovinato?," chiese alzando il braccio e posando la mano nell'incavo del collo per poi tracciarci dei cerchi e battere sulla pelle, arrossandola leggermente. Il cuore, il Principe lo percepiva, aveva aumentato il battito mentre lei aveva iniziato a trattenere il respiro soggetta dalla sua bellezza.

"Vorreste per caso sapere cosa si prova a farsi fare l'amore e amare veramente? "continuò a massaggiarle il collo spostandosi leggermente nella spalla.

"Vorreste sapere cosa si prova a peccare?" Le diede una carezza guanciale con il naso inclinandole maggiormente il collo e lasciando più spazio per operare.

"Vorreste per caso sapere cosa si prova a nutrirsi della sorgente di vita terrena, la trasparente H2O?" Si spostò per poi inclinare il viso davanti a quello della dama pietrificata.

"Vorreste per caso," si fermò di colpo e iniziò a tendere le orecchia e ascoltare i rumori del bosco. "Andate. Sta arrivando qualcuno. Se volete risposte, ritornate domani alla stessa ora terrena," sussurrò accattivante per poi allontanarsi da lei e sparire in mezzo al bosco lasciandola incatenata ai dubbi.

"Loaniah vi ho trovata! Finalmente! Andiamo?" La sua amica arrivò con il taccuino aperto in mano, le prese il polso per poi tirarlo leggermente interrompendo i pensieri di quell'angelo che aveva appena incontrato il figlio del demonio.

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Vorrei ringraziare @FairyDusty02 che mi ha fatto perdere un battito facendomi pubblicità, commentando tanto dolcemente i capitoli. Ti ringrazio per i saggi consigli che mi hai dato e per lo splendido spazio che mi hai donato nella tua storia "Il mio dolce peccato" Vi invito a leggerla poiché non è una storia scontata dal finale da fiaba, potrete immaginarlo ma lei vi stupirà. Fidatevi di me. È un vero è proprio miscuglio di conoscenza e padronanza. Vi sono i demoni così tanto simili a noi. Forse siamo un pò come loro. Son sicura vi rispecchierete tanto nella sua storia! Poi è una scrittrice dolcissima. La sua bontà e dolcezza farebbero beffa a Michael in persona, comandante delle truppe angeliche e portatore del messaggio di Dio.

Alla prossima, Mybook2000.

L'attrazione degli Inferi Winner#Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora