_Chapter fourteen_Paradiso.

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"Questa, sorella mia, lunga storia è ma è giusto che tu conosca.
Il Creatore all'inizio creò tre serafini, fra essi vi era il figlio dell'Aurora; la sua luce era eterna e nessuno poteva ammirarlo poiché in egli, Egli aveva concentrato: la bellezza, l'intelligenza, la scienza, la volontà perfetta e la grazia; doni a lui gratuiti dall' Onnipotenza.
Un giorno Lui annunciò che avrebbe fatto nascere il Figlio perfetto, Gesù, da quella che tutti riconosciamo come la nostra Regina e impartì di chinarci davanti a lei, Madre suprema.
Azaria disse, ancora porto a memoria le sue parole 《 Dio è ordine e nell'ordine ha creato creature perfette, gli angeli: creature spiritualmente perfette ma libere poiché se non fossero state libere, ciò sarebbe stato una violazione dell'ordine ed essi non avrebbero avuto il merito, praticando amore, di godere della vita paradisiaca e dei benefici incommensurabili della vista di Dio.》Le parole di Azaria spiegano perfettamente chi era Dio, ma all'Eletto non bastavano.
《 Non cercare di comprendere! Accetta! Accetta! 》Lucifero non ascoltò le raccomandazioni del fratello. Perché, pensava lui, meravigliarsi difronte a ciò che il resto della corte comprendeva a poco a poco
e grazie al suo aiuto? Non era lui, forse, il padroneggiatore della intelligenza sugli Angeli? Da qui non nacque la ribellione ma il dubbio.

Dio si farà uomo. Tale informazione risuonò nei nove cori angelici e provocò mille emozioni e questioni. Il Padre lesse nell'anima di Lucifero che non avrebbe amato il Cristo figlio e non si sarebbe sottomesso alla sua regalità poiché uguale a Dio. Cristo non sarebbe stato una deificazione dell'uomo ma bensì una umanizzazione del Supremo. Egli provò a spiegare al figlio perfetto il suo progetto : Creare spiriti uguali a se stesso, destinati ad amare il Cristo glorificato e a volare in Paradiso senza la carne umana. Il gesto di Lui di far ragionare il Figlio, non venne preso per l'atto d'amore qual era ma bensì un atto di debolezza. Lucifero sentì il Padre come un suo pari, sentì se stesso un Dio. Rifiutò l'idea di adorare un Dio- umanizzazato e si fece trascinare dall'ardore di credere e accusare il Padre Celeste di non volere rivali. Voleva dimostrare di saper creare anch'essi, al padre Celeste, e di riuscire a distruggere il potere dell'Onnipotente e 'creare' da lì il proprio regno, trascinato dalla gelosia.
《 Chi come Dio?!》chiese allora l'arcangelo Michele. Lucifero e i suoi miriadi di seguaci vennero cacciati nel profondo, dove amore non si gela e odio regna. Da qui Luficero, divenuto Satana, iniziò a boicottare contro il Padre. Voleva trarre nell'inganno, portare i figli del padre a divenire figli suoi. Era al vertice della gerarchia degli Angeli e del primo coro, era il Capo della luce e la luce dove la penombra di Dio si nascondeva. "
...Nel frattempo negli Inferi...

"Sire, dovremmo trovare un pretesto per dichiarare guerra agli Angeli." Apollion, Belbezù e Belian erano nella sala dei consigli.

"Potremmo attaccare, poiché Uriel si è introdotto nel nostro regno." Belzezù tirò fuori una mappa che teneva dietro la schiena e la poggiò sopra il tavolo rettangolare.

"Non sono fonti certe. Non possiamo basarci sulla parola di uno scarto," bocciò l'idea il Re degli Inferi poggiando un braccio nel tavolo.

"Sire, potremmo attrarre un angelo negli Inferi, " si fece avanti Luxis alzandosi dal suo trono opposto al trono del padre.

"Continua." Il Re prese la mappa e inizio ad osservare le sue armate.

"Per dichiarare guerra dovremmo dimostrare che il nostro regno è stato violato. Potremmo attirare un angelo nel nostro regno e avere il pieno diritto-dovere di contrattaccare." Si alzò in piedi giungendo nella postazioni del padre e portando un dito sulla mappa, indicandone le porte degli Inferi.

"Non possiamo mostrare le porte degli Inferi. Potremmo creare un'entrata fasulla. Potremmo creare solo la percezione degli Inferi, una semplice visione che porta a credere di essere all'interno di essi," Belian spiccò parola.

"Abbiamo bisogno entrino negli Inferi." Apollion prese dal tavolo ricolmo di mappe quella del regno.

"Potremmo attirarne uno solo nel terreno che ci circonda," Luxis tracciò con il dito lo spazio circondante il regno.

"È un territorio neutro, come, del resto,  tutta la Terra." Il generale si avvicinò prendendo una terza mappa con le postazioni delle guardie.

"Lo portiamo a voler entrare negli Inferi, a chiederci di farlo." Apollion sorrise girando intorno al tavolo.

"Spiegati meglio mio fido consigliere."

"Aspettiamo che un angelo si presenti nel territorio circostante le nostre porte e, con fare ingenuo, lo portiamo nel dubbio, nella caduta dei suoi credi."

"Lo calamitiamo verso l'Inferno evitando essi scelga la caduta," intuì Belian. I consiglieri erano stati i seguaci ufficiali di Lucifero nella sua lotta in paradiso. Avendo tutt'e tre lunghi capelli biondi, occhi azzurri e un fisico lavorato, all' apparenza, potevano essere scambiati per gemelli anche se il carattere era differente, uniti solo dal patto con il Re degli Inferi.

"Portiamo un angelo al peccato." Sorrisero tutti.

"Come faremo?" chiese Luxis.

"Ci sono sempre dei curiosi pennuti. Faranno tutto loro, da soli per altro. Noi ci limitiamo a indurli nella strada scelta, " spiegò il generale.

"Essia," confermò il Re.

"Attendiamo quindi, attendiamo." Belian sospirò...

"Chi se ne occuperà? Volontari? Non spingete, mi raccomando," sbraitò Lucifero notando come erano ammutoliti.

"Io ho avuto l'idea quindi ho fatto il mio compito, e poi ho vari carichi e lavori da compiere come Principe," si dileguò a parole Luxis.

"Come intrattenersi con le concubine? Comunque, io mi sono occupato di perfezionare la stragedia. Noi consiglieri dobbiamo completare tanti lavori." Tutti gli occhi si puntarono sul generale che indossava un completo militare.

"Non guardate me! Devo proteggere Luxis da possibili attacchi. E in caso di guerra devo svolgere i miei compiti. Poi, devo controllare le varie truppe!," squotette le mani.

"Proteggerlo dalle concubine? Sono belve, immagino," rise Apollion.

"Il compito spetta alla tentazione," parlò Belian.

"Eh no! Non io. Sono un Principe. Ho un regno."

"Hai un regno? Solo quando ti ha comodo! E per giunta, il regno è del Sire," intervenni Apollion.

"Basta! Luxis te ne occuperai tu." Tutti si mostrarono soddisfatti tranne il Principe finché il Re non aggiunse " se falisci, tocca agli altri che, visto che hanno così tanti compiti, capiranno se mando via le concubine e vari svaghi. Tanto loro sono occupati, no?" Tutti annuirono e la seduta finì.

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Questo capitolo è più lungo. Ho fatto una gita nei testi sacri. Ebbene si! Lucifero non comprendeva perché doveva adorare essi inferiori, quali noi. *forconi e folla inferocita sotto le porte dell'Inferno*

Questo capitolo potrebbe risultare noisoso ma un po' di storia ci voleva! Ebbene, nel prossimo capitolo ne vedremmo di tutti i colori. Per troppo avete visto solo bianco e nero *lacrima*.
Se questa storia vi sta piacendo: Consigliatela e fatemi sapere che ne pensate! Ve ne sarei grata.
Poiché non sono cannibale, commentate!

È più lungo il mio spazio autrice che altri capitoli  *ride*

L'attrazione degli Inferi Winner#Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora