22. Trisha Barns

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Calum mi lasciò come quasi ogni mattina davanti al cancello della scuola.
Era lui stesso che si proponeva di accompagnarmi da ormai due settimane e non potevo obiettare.
Lo salutai con un lungo bacio e scesi dall'auto.
Fortunatamente il Natale si stava avvicinando e con lui anche le vacanze scolastiche di cui avevo proprio bisogno.
-Hai fatto i compiti di inglese? - Chiese Jo.
Annuì fiondandomi sulla sedia e prendendo il materiale.
La classe si riempiva lentamente e pochi minuti dopo entrò anche l'insegnante di matematica.
-Allora, come va con Calum? Da quando stai con lui non esci mai. -
-Sto con lui? -
-Beh, direi di si Winnie. Fa sesso solo con te? -
-Cosa c'entra scus... -
-Rispondi. -
-Spero proprio di si! -
-Allora state assieme. O siete scopamici.-
-Preferisco la prima opzione. -
La porta si spalancò interrompendo la lezione del professore.
Una ragazza dai capelli castani tendenti al rosso, delle graziose lentiggini chiare sotto gli occhi scuri, entrò in classe.
Srmbrava spaesata e insicura, ser stava ferma al centro della porta.
-Trisha Barns? -
Chiese il professore, leggermente scocciato per quella interruzione.
Lei annuì e lui le disse di sedersi nell' unico banco vuoto in prima fila, affianco a Nathan.
Si avviò cautamente al suo banco.
Indossava un grande maglione natalizio  lungo, molto simile al mio, e dei leggins neri.
Come i miei.
Nathan sembrava entusiasta della ragazza al suo fianco e non smetteva di fissarla.
Come tutti.
-Lei è Trisha Barns, la vostra nuova compagna di classe. Da dove vieni Trisha? -
-Bismark. -
Mi sarei aspettata qualcosa come Florida o Seattle.
Ma abbiamo a che fare sempre con la ragazza di campagna.
-E cosa ti ha portato qui dalla Dakota del nord? -
-I miei si sono trasferiti per lavoro. -
Non che questo dovrebbe interessare al professore, comunque.
- Bene Trisha, spero che il soggiorno  in questa scuola sia di tuo gradimento. Come avrai visto la nostra scuola è molto piccola, ma questa può essere anche una cosa buone. -
Smise finalmente di blaterare e tornò alla noiosa lezione.
La ragazza prendeva appunti attentamente, il che era molto strano visto che nessuno riusciva a capire nulla di quello che il prof spiegava.
Le altre lezioni passarono velocemente e arrivò presto l'ora di pranzo.
-Ehi, la nuova è vestita come te,hai visto? - disse Jo.
Ci sedemmo su uno dei pochi tavoli liberi vicino alla porta.
-Vuol dire che ha buon gusto. -
Stuzzicai il riso e lasciai la carne a Johanna, che sembrava non mangiasse da anni.
Parlammo del più e del meno, quando una  certa  voce delicata ci interruppe.
-Posso sedermi? -
Trisha ci guardava speranzosa con quei suoi grandi occhi marroni.
-Certo. - disse Johanna sorridendole.
Lei sorrise di rimando e si sedette di fronte a noi.
Il suo vassoio era poco più vuoto del mio.
Nessuno sembrava voler attaccare discorso e così Johanna decise di fare il primo passo.
-Allora Trisha, come ti trovi a Roxenville? -
Smise di bere il suo succo di frutta e ci guardò.
-Direi bene, certo, non sono molto abituata a questo stile di vita così... tranquillo. Ma è piacevole, e poi poteva capitarmi un posto più lontano o una città, perciò preferisco di gran lunga questo posto. -
Ok, dire che Roxenville è "piacevole " è pure troppo.
-Da quanto ti sei trasferita? -
-Tre settimane. -
-Che lezione hai dopo? - chiesi io
- Mi pare... biologia. -
-Anche noi. -
Parlammo di cosa c'era di bello a Roxenville e a Bismark, della sua vecchia scuola e ci raccontò dei suoi amici che fu costretta a lasciare.
Si, era bella, molto bella,  quella bellezza pulita, da ragazza semplice e naturale. Il tipo di bellezza che tutti vorrebbero avere.
Ma non mi strasmetteva nulla di che, certo, ancora non la conoscevo, e forse era soltanto la timidezza che la fermava, ma per ora non avevo nessun aggettivo per descriverla.
D'accordo, non devo giudacare una persona dopo venti minuti di conoscenza.
La campanella suonò e ognuno tornò nella propria aula.
Trisha si sedette affianco a noi a prese appunti concentrando la sua attenzione solamente alla lezione.
Quando la Campanella suonò uscimmimo tutti dalla scuola.
-Vuoi un passaggio Trisha? -chiese Jo che quel giorno era venuta con l"auto di suo padre.
-Beh... ok, grazie. -
Salimmo sul auto e accesi la radio.
-Dove vivi?
-Montgomery Road. -
Il quartiere di ville e case appena ristrutturate, completamente diverso da quello in cui vivevamo io e Jo.
Niente male.
-Ragazze, non so cosa prendere a Dave per Natale. Consigli? -
-Dave è... - Chiese Trisha
-Il mio ragazzo. Il punto è che lui è un tipo un pò... particolare. E non saprei davvero cosa regalargli.  -
-Io non lo conosco, ma so che regalare qualcosa a un ragazzo non è difficile. Lavoro al centro commerciale a Wellsbourne e ogni giorno vendo felpe, orologi e videogames. Sul serio, nemmeno le ragazze hanno poi così tanta fantasia. -
-È questo il punto, vorrei che non fosse così scontato. Ma zero idee. Tu cosa regali a Calum? -
-Dovrei regalargli qualcosa? -
-Si!-
-Ah. -
- Winnie... -
-Non mi sembra tipo da "atmosfera natalizia ". -
-Non c'entra nulla. Mica devi mettergli un anello al dito.-
Non so se fosse il caso di dargli un regalo.
Sembrava una cosa così seria.
Ma in fondo è Natale, perciò non dovrei dare spiegazione del mio gesto.
-Perciò da quanto lavori la? -
-In realtà oggi è il mio terzo giorno. Non è male, solo che tutti i commessi sono vestiti da elfi e siamo obbligati a cantare "Jingle bells " per tutto il negozio. -
-Visto Winnie? Hanno aperto un centro commerciale. Dobbiamo andarci e magari trovo qualcosa per Dave. -
Annuì distrattamente e arrivammo  di fronte alla splendida casa di Trisha.
-Grazie per il passaggio. Se vedo qualcosa di diverso e meno scontato per i vostri ragazzi ve lo farò sapere. -
-Oh si! Sarebbe utile! - rispose Jo. -A domani. Ciao Jo, ciao Wilma! -
Scese dall'auto ed entrò in casa.
Johanna si rimise in strada, dirigendosi verso casa mia.
-Hai sentito? -
-Cosa? -
-Mi ha chiamata Wilma. -
Rise gettando  la testa contro il sedile.
-Jo! -
-Cosa? Il tuo nome non si sente molto spesso in giro, perciò puoi capirlo se non lo ha memorizzato subito..  -
-Sul serio? Credi che lei  non sappia il mio nome? Mi chiamo come un cavolo  di orso giallo famoso, e pensi che non se lo ricordava? -
-Mm... a quanto pare no? -
-Ti prego! -
-Qualcosa mi dice che non ti sta molto simpatica... -
-Nah, ha solo fatto finta di non sapere il mio nome. Che sarà mai? -

Vampire next door - salvatori di animeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora