28. Il vampiro perfetto

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Aprì gli occhi in preda al panico.
Il soffitto sembrava così lontano e così bianco.
Mi guardai intorno confusa, la testa mi doleva e faticavo a muovermi. Le mani e i piedi erano legati da un cinturino di cuoio al piccolo lettino scomodo.
La stanza era completamente vuota, così bianca da acceccarmi.
Indossavo lo stesso camice che aveva Jo....
Johanna!
Quando i dottori mi hanno trovato nella stanza con lei, ho cercato di liberarmi dalle loro braccia possenti inutilmente, mentre mi trasportavano in un altra stanza. Poi mi hanno iniettato un tranquillante e da quel momento non ricordo più nulla.
Cerco di slegare le cinture inutilmente, provocandomi solo lividi intorno al polso.
Che giorno è oggi? Da quanto tempo sono qui? Perché Alexa non è tornata a prendermi? Sono tante le domande che alloggiano la mia mente, ma l'unica cosa che riesco a pensare ora è a come uscire da qui.
La seconda cosa che mi viene in mente, è il bambino.
Come starà? Si saranno accorti? Inizio a tremare. Non so cosa mi faranno e se ne uscirò viva.
-Ben svegliata Winnie. -
Una donna entra nella stanza.
Sembra una semplice infermiera, porta i capelli chiari legati in una coda alta e mi sorride gentile.
Avvicina la sedia al mio lettino e si siede.
Ha con se un vassoio con tanto di muffin, bacon e frutta.
-Hai fame? -
-No. -
-Beh, devi mangiare. Per due. -
Mi guardò la pancia e sorrise.
-Tranquilla, non lo dirò a nessuno. -
Ma cosa cavolo era questa?
-Forza, mangia. - Mi avvicinò il muffin alla bocca e mi scostai.
-D'accordo. Ti dico solo che se non lo fai tu, te lo imporrà qualcun'altro. Con la forza. -
-Che cosa volete da me? -
Le mi guardò comprensiva e appoggiò il vassoio a terra.
-Facciamo così. A Ogni morso di questo. -prese il muffin. -io rispondo alle tue domande. Ci stai? -Quel coso È avvelenato? -
-Non avrebbe molto senso avvelenarti. -
La guardai esitante.
Non potevo fidarmi di questi uomini. E se avessi detto che ero la ragazza di Calum? Mi avrebbero lasciato andare?
-D'accordo. -
Lei sorrise soddisfatta e morsi il muffin.
Avevo effettivamente molta fame, e quel dolce era davvero delizioso.
-Perché sono qui dentro? -
-Perché dobbiamo condurre degli esperimenti su di te. -
-Che esperimenti!? -Urlai allarmata.
Mi indicò il muffin e ne presi un' altro morso.
-Come fai a sapere che aspetto un bambino? -
-Perché ho... delle capacità diverse che ho acquisito attraverso la prova. -
-Hai fatto la prova?
-Ah-ah. Tre anni fa ero un' umana, proprio come te. Mi hanno trovato in Florida. -
-E perché fai parte di tutto questo? -
-Mi hanno proposto di lavorare per loro. Quasi tutti quelli che hanno superato la prova lo fanno. -
La guardai stupita. Lavorava con quelli che le hanno fatto del male.
-Che cos'è la prova? -
-Non sarei incaricata a rispondere a questa domanda. -
-Credo di dover sapere a cosa sto andando incontro, no? -
Dopo pochi secondi annuì e inincominciò a parlare.
-È l'esperimento che cambierà il mondo. Che sta cambiando il mondo. Da anni la FisherProud si occupa di questo progetto. Si sta creando il vampiro perfetto, capace di ogni cosa. Inizialmente si voleva solamente aumentare le capacità dei vampiri già esistenti, ma non ci sono riusciti. Così hanno preso un umano, lo hanno trasformato in vampiro attraverso un iniezione Che non posso rivelarti, e quel vampiro geneticamente modificato risultava diverso da ogni altro vampiro esistente. Le forze e le capacità erano dieci volte più sviluppate di tutti gli altri. Ti starai chiedendo perché tutto questo procedimento se si può semplicemente trasformare un umano con un semplice morso. Beh, con un morso diventerebbe solo un succhiasangue più veloce. Con la prova, invece, avrebbe tutto. Il vampiro perfetto. -
-Ma perché? Insomma, ad umano non interessa diventare un "vampiro perfetto ", questo è un interesse dei vampiri. Perché lo fate a noi? -
-Perché funziona solo con voi. Stiamo studiando il motivo. In futuro verrà provata sui vampiri, quando avremo il metodo esatto. Diventerà una moda, tutti i vampiri del mondo vorranno questo elisir di perfezione. Porterà un Sacco di soldi. -
-Ed intanto vi esercitate su di noi, facendoci rischiare la pelle. -
Abbassò lo sguardo. Avevo ragione. Era un esperimento estremamente pericoloso.
Era di questo che si occupava Calum?
-Io sono stata fortunata. L'ho passata, la prova. Per questo motivo so che sei incinta. Fa parte della nostra capacità. Ma non lo dirò, per non mettere a rischio la tua vita. -
Perciò anche Alexa lo sapeva...
-Si, anche lei. -
La guardai sorpresa.
- Ovviamente leggiamo la mente. -
Non sapevo che dire. La mia vita era a serio rischio e io non volevo morire. Non volevo che Johanna morisse. Volevo andarmene da qui. - Non c'è solo Alexa, in questa cittadina. Poco tempo fa è Tornata, dalla Dakota del nord, una certa Trisha Barns. Avevano preso anche lei, cinque anni fa. Ma le cose non sono andate come dovevano. -
-Che vuoi dire? -
Trisha? Quella Trisha era una vampira dai superpoteri?!
- La prova è andata male. Non è diventata una vampira perfetta. L'esperimento è stato sbagliato ed è nato qualcosa di surreale. - la sua voce era preoccupata. - Lei è... il paziente Y. -
-Il che? -
- Non c'è un nome... Lei, è un'umana succhiasangue. -
D'accordo, non capivo più nulla. Questa è completamente impazzita.
-Umana succhiasangue? -
-Si. Beve il sangue. Sangue di vampiri. -
Cosa cazzo ha detto?
-Già, esattamente come un vampiro. Solamente che non ha le zanne, e il sangue umano le fa solamente che senso. Si nutre di vampiri. -
Merda, non potevo crederci. Era così assurdo. Già sapere dell'esistenza dei vampiri mi aveva scioccato, figuriamoci di questa.
- La stiamo cercando. È un pericolo per la comunità di vampiri. Se si riproducesse solo Dio sa cosa ne nascerebbe! -
Mi girava la testa. Troppe notizie, troppe stranezze. Deve essere solo un brutto incubo.
-Come è entrata Johanna qui dentro? -
-L'ha portata Dave Fisher.-
-Lui c'entra... con tutta questa roba? -
Annuì distrattamente e si alzò.
Era stato Dave. Non era possibile, lui l'amava. Diceva di amarla. Era tutta una presa in giro? No, no. Jo non si meritava tutto questo. Non era giusto.
E Calum? Anche lui faceva parte di questo.
-Ora devo andare. Almeno hai mangiato tutto. -
-Toglimi queste cinghie! -
-Non posso mi dispiace. Riposati un Po, è quasi ora. -
Si avviò verso la porta col vassoio vuoto tra le mani.
-Ora di cosa? -urlai spaventata.
Chiuse la porta alle sue spalle.
Non riuscì a chiudere occhio, ovviamente.
Dopo che mi aveva detto tutte quelle cose mi reputavo già morta.
Non potevo credere... Era questa la dannata prova.
Con chi avevo a che fare? Calum non mi ha uccisa solamente perché sapeva che sarei servita alla sua famiglia di pazzi scienziati? Anche Larson, di cui mi ero tanto fidata, alla fine era un mostro.
Chi erano veramente i Fisher?
- il capo vuole vederti. È ora. -
Due dottori insieme alla ragazza di prima entrarono i n stanza.
Uni di loro reggeva una siringa con uno strano liquido trasparente.
-Che cos'è? -
-Solo un tranquillante. Dobbiamo portarti all' ultimo piano, e da coms abbiamo visto ieri sei una tipa abbastanza agitata. -
Mi stavano riempiendo di farmaci, chissà il bambino...
Un'uomo si avvicinò e mi iniettò il liquido.
Guardai la ragazza che mi aveva dato da mangiare.
" loro sanno? " chiesi mentalmente.
Lei scosse la testa.
Mi slegarono e mi portarono al quinto piano, il tranquillante aveva fatto effetto e non obiettai.
Entrammo nell'ultimo studio infondo al corridoio.
-Winnie! Che piacere conoscerti! -
L'uomo si alzò dalla sua sedia e mi venne incontro.
Era un bel uomo, dimostrava poco più di quarant'anni, ovviamente ne aveva molti di più. I suoi capelli erano neri come la pece, e i suoi occhi di un bel azzurro chiaro, quasi argento. La forma del viso, gli zigomi pronunciati e la mascella squadrata mi ricordavano tanto una persona...
- Calum? Beh, ovvio. Sono suo padre. -
Perciò era lui il capo? Il padre di Calum è il mostro che fa questo?
-Su, mostro. Che parola brutta. Sono sempre il papà del tuo ragazzo, no? Non mi pare che fosse così tanto "mostro"quando lo hai fatto entrare nelle tue mutande. -
Che bastardo arrogante.
-Che cosa vuoi da me. -
-Lo sai, sono contento che per la prima volta mio figlio abbia deciso di aiutare il mondo a migliorare. Quando ha scelto te, pensavo che fosse solo una perdita di tempo, che non valevi nemmeno la prova. Ma cavoli! Addirittura un'Rh negativo! Ha fatto proprio un bel lavoro. Sono fiero di lui. -
No, no. Non era così. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Cammina avanti e indietro per la stanza ragionando.
- Mi sono sempre chiesto che cosa avesse questa Winnie di così speciale che nessuno voleva ucciderla. E me lo sto chiedendo ancora. -
Ora il suo viso era ad un palmo dal mio naso.
Non riuscì a trattenermi e gli sputai in faccia.
Si pulì disgustato e si allontanò.
-Sei una ragazza coraggiosa, Winnie. Ma anche con tutto il coraggio del mondo non potrai affrontare il tuo destino. Lo sai, dicono che il tuo sangue sia il sangue degli alieni. Magari sarai fortunata e passerai la prova. O magari no. -
Il tranquillante mi stava togliendo le poche forze che mi erano rimaste.
I due dottori mi stesero sul lettino, senza legarmi con le cinghia, non sarei riuscita a scappare comunque.
-Ora ti faremo delle analisi e poi procederemò con la prova. - disse ai suoi collaboratori.
-Quelle ragazze... Quelle morte... è opera vostra? -
Lui annuì distrattamente e avvicinò la grossa lampada al mio viso, accecandomi.
Ecco chi era il mostro di Roxenville.
Chiusi gli occhi.
Non potevo fare più niente ora.
Questo era il mio destino e non potevo oppormi.
Avrei voluto soltanto...
Il rumore della porta che veniva sbattuta violentemente contro il muro mi risvegliò.
-Cal! Che ci fai qui? - Chiese suo padre.
Non avevo mai visto Calum così arrabbiato in tutti questi mesi.
Stringeva i pugni e le vene del collo pulsavano.
Guardava suo padre minacciosamente, poi volse lo sguardo verso di me.
Il suo volto rispecchiava la paura.
-Che cosa le hai fatto?! -si avvicinò al padre e lo spinse contro la scrivania.
-Ancora nulla. Ci hai interrotti. Vuoi darci una mano? - Calum gli sferrò un pugno in pieno viso.
Il padre, colto alla sprovvista, non seppe reagire.
-Ti avevo detto di non toccarla! -
-E venuta lei. Di sua spontanea volontà. -
Calum lo ignorò, e si avvicinò al lettino.
-Winnie...-
Il suo volto era sfumato e confuso.
-Calum... Che... -
-Ti porto fuori di qui. -
Mi prese in braccio e si diresse verso la porta.
-Se lo fai Calum, puoi considerarti fuori. Dalla famiglia, intendo. -
-Quando mai ho voluto farne parte? -
Aprì la porta e uscimmo dalla stanza.
La mia testa girava fastidiosamente, i miei occhi si stavano per chiudere, in preda al sonno.
Quando uscimmo, l'aria fredda mi colpì in pieno viso.
Mi strinsi di più fra le sue braccia.
-Winnie! Oh grazie a Dio! - La voce dì Alexa mi arrivò forte alle orecchie.
-Che cos' ha? Perché non risponde? -
-L'hanno drogata. -
-Oh no! Il piccolo!-
-Che cosa? -
-Eh? No dicevo... il piccolo cuore di Winnie batte ancora? -
-Ovvio che si! -
Ascoltavo la conversazione di Calum ed Alexa distrattamente.
-Johanna. -mormorai.
Calum mi stese sui sedili posteriori della sua auto.
Ero fuori di li.
Ma Jo non ancora.
-Devi andare a prenderla, Calum non puoi lasciarla li. - disse Alexa.
Lo sentii ribattere, ma dopo infinite lamentele si lasciò convincere.
-Sta con lei. - Disse Prima di allontanarsi.
Alexa si sedette al mio fianco e mi accarezzava la schiena.
-Va tutto bene ora, sei salva. -
-Come avete fatto a... a... -
-Ho chiamato Calum. Quando ho visto che non uscivi sono entrata, ma non mi hanno lasciato passare. Mi dispiace di non essere venuta prima Winnie. -
Non dissi nulla, non ne avevo le forze.
-Glielo devi dire. - Disse guardando la mia pancia.
- Lo so. -
Qualche minuto dopo, Calum tornò da noi con Johanna fra le braccia.
-Oddio! -
-Sta bene. -
Tirai un sospiro di sollievo.
- La porto a casa io. Tu occupati di Winnie . -
Fece salire Jo sull'auto di Alexa e partirono.
Vidi solamente Calum salire in auto e poi mi addormentai.

Aprì gli occhi e mi guardai attorno.
Era totalmente buio, tre paia di coperte pesanti mi coprivano il corpo tremante.
Mi faceva malissimo la testa, mi sentivo stordita a causa delle ore di sonno.
Ma quanto avevo dormito.
Accessi la luce sul comodino.
Ero nella camera di Calum.
Non sapevo se esserne contenta o meno.
Mi ha salvato la vita, ovvio che dovrei.
Ma mi ha salvato... da se stesso. Chi era Calum Fisher?
Non sapevo più cosa pensare. Anche lui aveva a che fare con le morti di Roxenville? Se Dave ha portato la sua ragazza nella tana del lupo, anzi, del vampiro, perché Calum non avrebbe potut o farlo? Mi alzai, notando che ora indossavo i vestiti con cui ero andata al Palazzo.
Uscì dalla stanza e trovai Calum in cucina, intento a cucinare.
-Ciao. -
Si voltò spaventato e si avvicinò a me.
-Winnie! -
Mi strinse in un caloroso abbraccio spezza ossa, e ricambiai esitante.
- Mi dispiace tanto piccola. Non avrei voluto che finisse così. So che sei confusa, che non sai Più cosa pensare. Ma ti devi fidare di me. Non permetterò più che succeda una cosa del genere. -
Mi allontanai.
Non avevo mai visto Calum così vulnerabile e preoccupato.
-Si che sei sconvolta. Ti racconterò tutto. -
-Si. Ora devo andare. -
Mi affrettai a raggiungere la porta.
-Aspetta... sto cucinando. Non ti vuoi fermare? -
-Mia madre sarà preoccupata. -
-Le ho detto che eri con me. -
-Beh... adesso voglio andare a casa. -
-Che succede? -
-Nulla. Davvero. Ci vediamo dopo.... - esitai. -Amore. -
Uscì velocemente da quella casa.
Avevo bisogno di stare da sola, di capire cosa era successo e di pensare.
Quando entrai nella mia casa accogliente, mamma non disse niente, convinta che avessi passato la notte dal mio dolce e bravo ragazzo.
Mi fiondai in camera e mi buttai sul letto.
Sono viva. O meglio, siamo vivi.
Se Calum non fosse entrato in quel momento Dio solo sa cosa sarebbe accaduto.
Presi il telefono sul comodino e solo in quel momento notai la busta che mi aveva dato Larson prima di partire.
"Aprila solo quando vuoi sapere la verità, quando non ti fidi più. Questo, risolverà i tuoi dubbi. "
Il mio respiro accelerò.
Mi fidavo di Calum. Lo amavo e sapevo che amava me.
Ma c'erano tante cose che non sapevo e che avevo bisogno di sapere.
Strappai la busta, lanciando la carta lontano.
Ma cosa?
No, non poteva essere.
Era una foto. Una mia foto. Ero io, piccola e sorridente, sopra la moto dello zio.
La girai.
Sul retro Era scritto con la perfetta calligrafia di mio papà "La mia Winnet. "
Sorrisi, solo Calum mi chiamava così.
Il mio sorriso si spense quando rigirai la foto.
Me la ricordavo.
C'era una sola stampa di questa foto.
Ed era quella che aveva mio padre.

Vampire next door - salvatori di animeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora