20. La prima volta

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Dopo quell'avvenimento della notte scorsa, non ho più parlato con Calum. L'ho incontrato varie volte quando entravo e uscivo di casa ma, mentre lui cercava di intraprendere una conversazione, io lo ignoravo.
Dopo tre giorni di malattia posso tornare a scuola, nonostante avrei preferito rimanere a casa febbricitante.
Mi ero illusa.
Mi aveva illusa.
Io ero solo la sua riserva di sangue.
Ho ceduto, sono caduta fra le sue braccia come una disperata. Non capivo nemmeno perché ci stavo così male. Me la sono cercata, questa è la mia lezione.
-Senti, Non credo che Calum lo pensasse veramente. Hai detto che era ubriaco. Sai bene che quando si è ubriachi si dicono cose senza senso. -
-Non mi importa, davvero. Non voglio essere... la sua puttana del sangue. -
-La sua che? - per poco Jo non sputò i maccheroni al formaggio che quel giorno la mensa serviva.
Rise forte attirando l'attenzione dei tavoli affianco.
Il rumore di un vassoio che sbatteva ci distrasse.
Alexa Midestone sbattè il vassoio quasi vuoto sul nostro tavolo, attirando la nostra attenzione.
Si sedette di fronte a noi e aprì il suo budino al cioccolato.
Lecco il coperchio e ci fissò attentamente.
-Che vuoi? -chiese Johanna.
Era davvero sorprendente, che una ragazza della classe sociale alta come la sua, si sedette su un tavolo con, come ci chiama lei "i casi disperati " Come noi.
Prese una cucchiaiata del budino e lo portò alla bocca, facendo una smorfia disgustata.
-Che strano intruglio vomitevole. -
-Te lo richiedo per l'ultima volta:che diavolo ci fai qua? -
-Vedo che siamo suscettibili. Bene, arriverò presto al punto, così potrò tornarmene tra i miei simili. -
La incitammo a continuare, da li a poco la pausa sarebbe finita.
-Ragazze, noi tre abbiamo delle cose in comune. -
-Se fosse così mi sarei già uccisa. -sputai acida.
-Oh, di quello non ti devi preoccupare. Ci penserà il tuo amante vampiro.-
Che cazzo ha detto?
-Scusami? -
-Io lo so. Ci sono dentro anche io. Solo molto più di voi. -
-Come lo sai? -
-È importante? Vi sto solo dicendo, di stare molto attente a cosa state andando incontro. -
-Balle. E perché vorresti rassicurarci? Che te ne frega? -
-perché voi, qui dentro, siete le uniche che sanno di questa storia.io non ho più speranze, Ma voi siete ancora in tempo di salvarvi. -
-Come fai a sapere tutte queste cose? -
-Perché sono stata trasformata imbecille! Sono un vampiro. -
Guardai Johanna che ricambiò il mio sguardo confuso.
Alexa era diventata matta.
-Alexa... sei sicura di stare ben... -
-Cristo! Che perdita di tempo voi due! Non mi importa che mi crediate o no. Il punto qui, è che io so qualcosa che voi volete. -
D'accordo, stava delirando.
La Campanella suonò e gli studenti cominciarono ad abbandonare la stanza.
-Incontriamoci domani all'uscita della scuola e vi dirò quello che volete sapere. -
-Alexa, non credo che tu sappia quello che noi vor.. -
-La prova. Vi dirò cos'è la prova. -
Si alzò e si allontanò verso le classi.
Come faceva a saperlo?
E se fosse davvero un vampiro? E se avesse a che fare con tutto questo?
-Andiamo che abbiamo la Darcy ora. -
Seguì la mia amica nella classe di biologia, cercando di non pensare a ciò che aveva detto Alexa.

Mia madre mi lasciò sotto casa di Johanna e mi salutò prima di andare a lavoro.
Quella sera, saremmo andate Al Geographic, anche se entrambe non siamo amanti delle discoteche, ci siamo fatte convincere da Shannon.
Salutai la madre di Jo e la raggiunsi in camera sua.
Una montagna di vestiti sovrastata il suo piccolo letto.
-Ciao! Non so che mettermi! Non ho niente! -
Guardai la pila di vestiti sul materasso e inarcai un sopracciglio.
-Questa è la tua definizione di niente? -
-Aiutami! -
Proprio a me lo chiede.
Mi avvicinai ai vestiti alla ricerca di qualcosa che potesse indossare.
Aveva tantissimi abiti belli, non capisco dove fosse il problema.
Ne presi uno a caso, rosa chiaro, e glielo porsi.
-Questo? -
-Sei un genio! -
Ah. Se lo dici tu.
Mi sedetti sul mucchio di abiti e la osservai sfilare per la stanza con quel bel vestito rosa pastello che la rendeva Ancora più dolce di quanto già non era.
-È perfetto. Tu cosa ti metti? -
Presi dalla mia borsa un abito azzurro acqua che usavo costantemente per qualsiasi festa.
-Ci avrei scommesso. -
-Cosa! È carino! -
- Non lo metto in dubbio... ho io quello adatto per te! Aspetta qui è non mandare mia madre in camera sua. -
Uscì dalla stanza senza farsi vedere dalla madre che era in salotto a guardare la televisione.
Che diavolo aveva in mente?
Pochi secondi dopo ritornò con un abito nero in mano.
-Ecco qua! -
-Oh no no no! -
-E dai! -
Mi porgeva un tubino nero molto corto, con una profondissima, ma proprio tanto, scollatura ricoperta da borchiette color oro.
Era molto semplice ma bellissimo.
- No. -
-Qual'è il problema? -
-Come qual'è! Ma non vedi quanto è scollato sia dietro ma soprattutto davanti? -
-E allora? -
-E allora questo vestito si usa senza reggiseno Jo! -
-E allora? -
-Jo... E allora questo vestito è della tua misura non della mia. -
Mi guardò confusa. - Mi stai dando della piatta? -
Ci rinuncio.
-Almeno provalo! È di mia madre, perciò ti starà. -
-Tua madre usa questo vestito? -
-Usava... fino a poco tempo fa. -
Non mi stupisce. Sua mamma ha un fisico da trentenne ed è davvero stupenda.
-Ti prego! -
Sbuffai e afferrai quel pezzo di stoffa.
Feci fatica a farlo passare, avevo paura di romperlo.
Mi tolsi il reggiseno e faticosamente lo alzai verso il petto.
- Jo! Smettila di fissarle! -
-Scusami. - si girò ridacchiando verso il muro.
-Pervertita. -
Dopo lunghi e duri tentativi riuscì ad alzare la zip di lato.
Era estremamente stretto e avevo paura di strapparlo al primo passo. Mi specchiai sull'enorme specchio dietro la porta.
- Sei da stupro istantaneo. -
Ignorai il commento alla mia amica alla quale ormai ero abituata e scossi la testa.
- No. Non posso. Mi scambieranno per una prostituta. E queste mi voleranno da tutte le parti. - dissi indicando le mie protuberanze.
-Ma che dici! Sei bellissima! E non andranno da nessuna parte, il vestito è abbastanza stretto da tenere quelle balenottere al loro posto. -
Mi preoccupa seriamente questa ragazza.
-Ok, inanzi tutto smettiamola di parlare delle mie tette come se fossero delle balene, e poi, puoi scordartelo che lo indosso. -
-Dai! Non è neanche così corto! -
Effettivamente non lo era, ma era comunque troppo.
Prese la mia borsa e tirò fuori le mie scarpe con il tacco nere.
-Ci sta benissimo con queste. Ti prego mettitelo, se poi ti senti a disagio puoi indossare quello tuo. -
Dopo varie lamentele, Johanna riuscì a convincermi.
Me ne sarei pentita, lo sapevo bene.
Si propose di truccarmi ma declinai, sapendo bene che mi avrebbe trasformato davvero in una donna della notte.
Così mi truccai leggermente e indossai le mie scarpe.
Mi misi il giaccone e uscimmo di casa salutando la madre di Jo.
Shannon arrivò quasi subito con la sua nuova auto.
-Ciao ragazze! Vi piace la mia piccolina? -
Chiese accarezzando il volante della sua mini couper.
-Niente male Shannon. -
Ci avviamo verso la discoteca lontana, cantando tra le note di Katy Perry.
Arrivammo e trovammo parcheggio poco lontano.
Mi strinsi nel mio cappotto caldo mentre raggiungevamo l'entrata.
Shannon era stupenda come sempre, indossava un bellissimo tubino bianco di Pizzo che risultava la sua carnagione olivastra e risaltava le sue curve.
Prendemmo uno dei pochi tavoli liberi, non proprio, visto che era occupato da due ragazzi.
Mi avvicinai e solo ora mi accorsi che si trattava di Mark e Dave.
Bene, il terzo incomodo ancora una volta.
Speravo, pregavo che Calum non ci fosse.
Ordinammo da bere, osservando le ballerine che ballavano sui cubi.
-Hai freddo Winnie? -Chiese Dave fissando il mio cappottone.
- Ehm... Si. -
Stavo morendo di caldo in realtà, ma mi vergognavo troppo a farmi vedere da tutta questa gente.
Johanna mi tirò una gomitata, e lentamente mi sbottonai il cappotto.
"Non sei una troia, non sei una troia. "
Sentì gli sguardi di Mark, Dave e Shannon, ma mi tranquillizzai, almeno non avevano detto niente.
-Che figa Winnie! - esclamò Shannon.
Ecco appunto.
Jo e Dave Andarono a prendere le nostre bevande.
La discoteca si stava riempiendo lentamente, ed io sorseggiai il mio vodka Lemon annoiata, battendo il piede al ritmo della musica.
-Vado in bagno. -
Mi alzai incamminandomi verso i bagni.
C'era una lunga fila, e i ragazzi non smettevano di lanciarmi occhiate maliziose, mentre le ragazze non esitavano a lanciarmi occhiate gelide e a borbottare tra loro.
Per fortuna la fila si mosse e in poco tempo entrai in bagno.
Cercai di sistemare il vestito, magari che coprisse un Po di più, non riuscendoci.
Sbuffai e dopo avermi risciacquato il viso, uscì.
Quando arrivai vicino al tavolo mi fermai stupita.
Seduto al mio posto, c'era Calum che rideva e scherzava con i suoi amici, e al suo fianco, c'era una graziosa ragazza dagli occhi azzurri.
Cazzo.
Si voltarono tutti verso di me, e mi sentii improvvisamente troppo al centro dell'attenzione.
Che diavolo ci faceva lui qui?
E chi era quella che gli stava addosso?
Lei mi guardava esattamente come tutte le donne in quella sala, mentre Calum mi fissava con fare minaccioso, percorrendo la mia figura dall'altro al basso.
-Avvicina una sedia Winnie. - Disse Shannon.
- No, vado a prendere da bere. -
Non ci posso credere. Ho voglia di uccidere. Ha già trovato un'altra donatrice.
Bene, un problema in meno. Meglio per me, non voglio correre altri rischi.
-Un Gin tonic. -
Il barman timbrò la mia drink card e preparò il mio cocktail.
Ero davvero incazzata. Non volevo vederlo.
Una mano mi circondò il braccio e mi voltai per scoprire chi fosse.
-Come cazzo ti sei vestita? -
-Questi non sono affari tuoi. E lasciami. -
-Sei proprio una bambina...-
-Ascolta, non mi importa quello che pensi. Perché non torni dalla tua amica? Gli hai già detto cosa sei e cosa vuoi da lei? Perché da me non avrai più nulla. -
Presi il mio drink e tornai al tavolo, trovando le tre ragazze parlare animatamente.
Perfetto, che serata interessante.
-Ragazze, andiamo a ballare. -
Shannon mi prese la mano e Jo ci raggiunse, al contrario della nuova amica di Calum, che preferiva di gran lungo passare del tempo con lui.
- Chi è? -chiesi a Shannon
Non riuscivo a sentire bene quello che diceva per via della musica, ma qualcosa la capì.
-Madison Peterson, figlia del Conte Jeffrey, da sempre amico di mio padre. È una vampira naturale. -
Oh.
Perciò c'era un enorme differenza tra me e lei.
Lei, non era la sua riserva di sangue, ma forse, qualcosa di più importante.
Ci muovemmo a ritmo nelle note della musica dance, scatenandoci come tre pazze, e dimenticai per poco che Calum era seduto a pochi metri da me e non smetteva di fissarmi .
La musica pulsava, la pista non era molto affollata e avevamo un po di spazio. C'era di tutto :un mix di giovani e meno giovani intenti a ballare fino all'alba. Mi girai verso il tavolo, gli uomini e la vampira nobile ci stavano guardando. Iniziai a muovermi, sentivo il ritmo della musica martellare. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare. Quando li riaprì, scoprì che la pista si stava riempiendo e io le ragazze fummo costrette a stringergi un pò. Mi stavo divertendo. Cominciai a muovermi un po di più, Shannon mi sorrise in segno di apprezzamento.
All'improvviso sentì due mani sui fianchi. Dimenai un pò le anche e le mani si muovono, raggiunsero il mio sedere e gli diedero una bella strizzata, prima di tornare sui fianchi.
Cercai di allontanarmi, ma lui mi attirò a se,percorrendo le sue mani per tutto il corpo.
Mi girai ed ecco che su di me troneggiava un gigante biondo, di circa trenta anni.
-Levami le mani di dosso! -cacciai un urlo e diventai Paonazza.
-Dai bella, siamo qui per divertirci. -disse concentrando la sua attenzione nella mia scollatura.
Prima che possa replicare, mi attira a se e porta la sua mano destra sul mio seno, strizzandolo leggermente.
Non ci vedo più dalla rabbia.
Prima di rendermene conto gli mollo un ceffone.
-Vattene! -gli urlo
Mi guarda massaggiandosi la guancia dolorante.
-Brutto pervertito di merda! -
Alza le mani a mo di scuse, ma poi mi guarda rabbioso.
-Puttana! Vaffanculo! -si ne va prima di beccarsi un'altro

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