30. La prima volta che ti ho amato

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Dirlo alla mamma e stata la cosa più difficile. Prima o poi se ne starebbe accorta, lo sapevo, perciò dopo più di un mese di gravidanza dovetti rivelarlo.
Era stupita. Ha detto che in realtà lo sapeva ma cercava di negare l'evidenza. Per quanto fosse una madre moderna e anche se mi aveva avuto all'età di vent'anni, non l'aveva presa molto bene.
Era arrabbiata soprattutto perché non glielo avevo detto prima.
Non mi aveva rimproverato dicendo mi cose che sapevo già, come avevano fatto i suoi genitori. C'era passata anche lei, e sapeva cosa si provava. Mi disse solamente che ce l'avremmo fatta. A lei era andata bene. Mamma e papà erano innamorati, erano giovani, non erano sposati e andavano all'università. Hanno continuato a studiare dopo la mia nascita, affrontando tanti sacrifici, e si sono sposati. È andato tutto per il meglio. Quando ero piccola le chiesi se era rimasta con papà solo perché ero nata io. Lei mi disse che non era così. Ero desiderata. Solo che sono arrivata prima del previsto.
Dopo aver asciugato le mie lacrime, e averla presa piuttosto bene, mi chiese di Calum.
Si rabbuiò quando le dissi che era finita e che non sapeva del bambino.
Mamma si arrabbiò sul serio, anche se non volevo più stare con lui, doveva saperlo.
Ma non potevo. Non volevo che facesse parte della vita di mio figlio. Mi aveva detto che la sua famiglia faceva degli esperimenti ai mezzosangue.
Non lo avrei mai permesso.
E non potevo raccontare tutto questo a mia madre.
"Sai mamma, l'ho lasciato perché è un vampiro che potrebbe fare degli esperimenti su mio figlio. Oh, e ha ucciso papà. "
No, le sarebbe venuto un colpo.
Ora, dovevo solo pensare al nostro futuro. Mio e di mio figlio.
E Calum non lo avrebbe mai saputo.

-Come vuoi chiamarlo? - Chiese Jo
Prendendo un enorme boccone del suo panino.
Quando le avevo detto che volevo tenere il bambino era felicissima.
Aveva già programmato lo shopping per il bebè e il corso pre maman.
- Non lo so. Kyle mi piace.-
-E se è femmina? -
-Secondo me è maschio. -
-Io dico che è femmina. -
Sadie si stava avvicinandoal nostro tavolo.
Feci cenno a Jo di non parlare. Nessuno doveva sapere che ero incinta, visto che mancavano pochi giorni alla fine della scuola.
-Ciao ragazze! -su sedette al mio fianco e mi rubò una patatina dal piatto.
-Cavoli Winnie! Ma la mangi tutta quella roba? -disse riferendosi al mio vassoio pieno di cibo supercalorico.
Allontanai il mio vassoio dalle sue grinfie.
-allora... siete pronte per il diploma? -
-Oh si non vedo l'ora di andarmene da qui! Dove andrai Sadie? - Chiese Jo.
-Vado a vivere a New York. Così non dovrò fare più avanti e indietro per i servizi fotografici. E penso di avere molte più probabilità la che qui in mezzo al nulla. -
Già, era una modella affermata ormai, e New York, la MIA città dei sogni, sarebbe stata perfetta per la sua carriera.
Ero contenta per lei. Era riuscita a realizzare i suoi desideri. La invidiavo. Probabilmente in questo momento invidiavo la vita di tutti.
-E tu Jo? -
-Andrò nell'università di Ashton Kutcher! -battè le mani Felice.
-Ashton Kutcher va ancora al college? - Chiese confusa Sadie.
Ridemmo entrambe per ciò che aveva detto.
-E tu Winnie? -
Sono incinta del vampiro che ti sei scopata tanti mesi fa.
- Non ho ancora scelto. -
-Devi sbrigarti. Fra un Po non potrai più fare le domande. -
Non era un mio problema. Non sarei mai andata al college, probabilmente.
Quando tornai a casa quel pomeriggio, il corridoio era un via vai di gente.
Dave reggeva un grande scatolone e mi superò ignorandomi.
Non che la cosa mi pesasse. Era passato già un mese dall'accaduto, e gli stavo evitando come la peste. Anche Calum aveva smesso di cercarmi. Era ancora dura provare a non pensare a lui e a tutti i bei momenti che avevamo passato. La dottoressa aveva detto che non dovevo sottopormi a nessun tipo di stress. Difficile, data la mia condizione.
Fuori dalla porta dei Fisher c'era una valigia rosa. Era quella che avevo visto la prima volta, quando si erano trasferiti.
Shannon uscì di casa e trasalì vedendomi lì.
Abbassò lo Sguardo e prese la sua valigia.
-Shannon. -
Sembrò sorpresa da sentirmi pronunciare il suo nome.
Avevo chiuso i ponti anche con lei, che sapeva tutto da sempre.
-Che... state facendo? -
-Ci trasferiamo. - la sua voce era triste. Si vedeva che non voleva lasciare il paese.
Se ne andavano. Calum se ne andava per sempre. Non li avrei mai più rivisti. Lui non avrebbe mai fatto parte della mia vita e non avrebbe mai visto suo figlio. Dovrei esserne felice, questo rendeva più facile le cose.
Ma l'unica cosa che provavo era tristezza. Era reale. Se ne andava per sempre. Mi veniva da piangere, il solo pensare che non lo avrei mai più rivisto mi faceva venire i brividi.
-Oh.... dove andrete? -
- Lisbona. -
OH. Vicino.
-Quando partite? -
-Dopodomani. -
Il giorno del diploma.
Non riuscivo a credere che se ne andassero davvero. Certo, era inevitabile dopo quello che è successo.
Entcrai in casa senza salutarla.
Grosse lacrime amare mi scivolarono sulle guance. Niente stress, aveva detto. Al diavolo. Odiavo il fatto che se ne dovesse andare ma odiavo ancora di più che non volessi che partisse.
Avrei dovuto essere felice di quella notizia. Ma non riuscivo a pensare a nient'altro che non fossero i nostri ricordi.
Questo, è stato il mese più difficile di tutti. Senza vederlo e ne sentirlo. Lo guardavo dalla finestra mentre saliva in auto. Lo guardavo dallo spioncino quando usciva di casa. Mi mancava la sua voce, i suoi baci, i suoi abbracci... mi sentivo vuota senza di lui.
Bel paragone, il mio corpo è tutto tranne che vuoto.
Vorrei poter sistemare tutto. Vorrei poter tornare indietro.

La tunica blu era Pesante e ingombrante.
Un Po come me fra pochi mesi, pensai.
Era il giorno della consegna dei diplomi.
Faceva caldissimo e non vedevo l'ora di andarmene.
La consegna si sarebbe svolta all'esterno dove Era stato allestito un palco.
La banda della scuola si sarebbe esibita con tanto di Majorette e sbanderiatori.
Il cappello non smetteva di cadere dalla mia testa e credevo sul serio che sarei morta sotto il sole cocente. Ma per quale ragione dobbiamo indossare queste cose ridicole? È illegale! Ci sono ventisei gradi e probabilmente sotto questa veste sono un pozzo di sudore.
Le sedie di plastica di fronte al palco si stanno pian piano riempiendo di genitori e parenti emozionanti.
La professerossa Dalton sta scegliendo chi dovrà dire il discorso di fine anno.
Aveva scelto la più brava della classe, Lily, ma sembra che abbia avuto una grave influenza e non potrà essere qui oggi.
Mi allontano da lei, non sia mai che scelga me.
I ragazzi della banda
si stanno esercitando nella palestra. Sembrano nervosi. Effettivamente questo è l'evento più importante a cui potrebbero partecipare.
-Pronta?! - Johanna mi spunta alle spalle facendomi cadere per l'ennesima volta quel maledetto cappello a fungo.
-Si. Non vedo l'ora che finisca. -
-La Dalton ha scelto Annabeth per il discorso. Lo sai che voleva scegliere te? Però non eri li. -
Grazie al cielo. Ci mancava solo il discorso.
La Dalton ci disse di andarci a sedere.
La celebrazione stava per iniziare. Prendemmo posto nelle sedie davanti.
I ragazzi della banda si esibirono, lasciando tutti a bocca aperta.
Il preside fece davvero un lungo e noiosissimo discorso, includendo anche una commemorazione per Billy e Abigail. Potevo esserci anche io.
Rabbrividì e mi costrinsi a non pensare a nulla che riguardasse Calum.
Quando concluse invitò tutti gli studenti a salire sul palco.
Per fortuna non eravamo molti in quella scuola, e il mio nome fu pronunciato quasi per primo.
Il preside mi consegnò il diploma e mi posò due baci sulla guancia.
Scesi le scale e in quel momento vidi mia madre seduta sugli ultimi posti.
Mi sorrideva felice.
Tornai al mio posto.
Era finita. Quello Era la prova che un'anno se ne era andato portando via tutti i ricordi. Era stato un anno intenso, e per quanto abbia sofferto alla fine, lo rifarei.
Quando anche l'ultimo studende prese il diploma, ci riunummi tutti sul palco per il saluto finale e la foto di gruppo.
Salutai tutti i Professori che mi avevano accompagnato in questa avventura.
Sadie mi strinse in un forte abbraccio e mi baciò le guance. Mi sarebbe mancata quella pazza.
-Ehi, non volevi andare a New York? Se ti va possiamo dividerci un'appartamento! -
-Ehi, non vorrai mica chiedermi di sposarti? -
Ridemmo insieme e delle lacrime mi scesero lungo la lacrima.
Non sarei mai andata a New York, Non avrei potuto realizzare il mio sogno. Ma era ok, non dovevo avere rimpianti.
Alexa se ne stava in disparte con i suoi noiosi amici snob.
Incontrò il mio sguardo e si avvicinò.
Dopo l'accaduto eravamo tornate esattamente come prima, non ci rivolgevamo la parola, ma condividevamo lo stesso segreto.
Fui io a parlare per prima.
- Grazie. Se non fosse per te non sarei qui. -
Abbassò lo sguardo per non incrociare i miei occhi.
- Non devi ringraziare me. -
So cosa intendeva. Era stato Calum a salvarmi. Ma se lei non lo avesse chiamato sarei probabilmente morta.
-Beh... cosa farai? -
-ora che se ne vanno, posso stare tranquilla. Andrò all'università a Iowa City. Mi hanno accettata. E tu? - Quando lo disse mi guardò la pancia.
- Me ne resto qui, a marcire nella mia ignoranza. -
-E... lei? -
-Lei? Oh, sei la vampira perfetta. Ovvio che lo sai.-
-No, in realtà è tropo presto anche per me per sapere il sesso. Ma penso che sia femmina. -
Nah, è un maschio.
Lei sorrise, e scosse la testa.
-Lo terrò. -
-E Calum? -
-Non lo sai? Ho sempre sognato di essere una mamma single. -
Anche se cercavo di sdrammatizzare, era veramente dura da mandar giù.
-Alexa! - la voce di sua madre ci fece voltare.
-Vado. Buona fortuna Winnie. -
-Anche a te. -
Ci salutammo e la guardai allontanarsi.
- Ehi diplomata! -Johanna mi circondò la schiena facendomi sbandare e il cappello volò a terra.
- Ehi diplomata. -
-Tesoro, abbiamo ancora tutta l'estate da passare assieme, e poi mica vado chissà dove. Sempre in mezzo alle mucche sto. -risi per la sua battuta.
Mi sarebbe mancata da morire. Cercavo di non pensare a quando se ne sarebbe andata, volevo godermi il presente.
- Tesoro! - Mi madre mi abbracció accarezzandomi la schiena.
-Congratulazioni! -
Evan se ne stava in disparte, si sentiva fuori posto in mezzo a tutte queste persone grandi.
-Andiamo a festeggiare. Ho prenotato al ristorante messicano. Vengono anche i McHale. -
Johanna esultò a quella notizia.
- Devi salutare qualcun'altro? -
Avevo trascorso mezz'ora a piangere e a salutare i miei pazzi compagni di classe. Era ora di andare.
Cercai con gli occhi l'ultima professoressa che dovevo ancora salutare.
Ma chi vidi, non fu la Johnson.
Mi stava guardando. Era appoggiato alla Range Rover e mi osservava. Non era la prima volta che lo faceva. Mi guardava da lontano e poi se ne andava.
Oggi, sarebbero dovuti partire.
Rabbrividì quando il suo sguardo su fece più intenso.
Volevo correre da lui. Dirgli di restare e di crescere il bambino con me. Volevo baciarlo e dirgli che lo amavo. Ma non potevo farlo, non ci riuscivo.
Chiusi gli occhi, sperando che quando li avrei riaperti lui non ci fosse più.
Ma era li. Era lì è mi squadrava da capo a piedi.
-Devo salutare ancora una persona... - mi tremava la voce, ma la mamma non sembrò notarlo.
- Ti aspetto al parcheggio. -
Mi mossi in mezzo a quell' enorme folla, ogni passo ero sempre più vicina a lui.
Dio, era così bello.
Per la prima volta in un mese eravamo così vicini, meno di mezzo metro ci divideva.
-Congratulazioni. -
O cielo. La sua voce.
Sembrava che non la sentissi da tantissimo tempo.
Non piangere. Non davanti a lui .
-Allora... ve ne andate. -
-Già. Fra quattro ore abbiamo il volo. -
Era proprio vero.
- Beh... l'Europa, niente male. -
Non doveva andare così. Ci parlavamo come due perfetti sconosciuti, in imbarazzo. Era così sbagliato.
-Winnie... potrai mai perdonarmi? -
Tremai. Come potevo evitare che le mie lacrime scendessero adesso? - No, ti prego... Non piangere. -
La sua voce triste mi fece piangere ancora di più.
-Non vorrei che te ne andassi. Ti amo. Vorrei stare con te, vorrei dimostrarti il mio amore di giorno in giorno.... -
-Winnie, me lo hai già dimostrato che mi ami. Ma sono stato io che non l'ho fatto. Vorrei tanto averlo fatto prima. Farti capire che ti amavo. Lo sai quando l'ho capito? -
Scossi la testa.
-Al Lago. Prima che entrassi in acqua. Avevi sofferto tanto ma andavi avanti. Lì avevo capito che ti amavo. -
Sorrisi tra le lacrime. Sul serio mi amava da così tanto? Ed io? Non lo so, probabilmente l'ho sempre amato, ma ho sempre cercato di convincere me stessa che non fosse così.
-Ricordi quando ti ho detto che non potevi innamorarti di me, che il mio cuore stava morendo insieme alla mia anima? -
Annuì.
- Non era così. Tu mi hai salvato. Quando sono venuto qui non pensavo che mi sarebbe capitato tutto questo. Ma non rimpiango nemmeno un istante. -
Un singhiozzo mi uscì dalle labbra.
-Oh Calum! -
Li strinsi forte a me affondando la testa sul suo petto e bagnandoli la maglia di lacrime.
Quando alzai la testa, Calum mi guardò negli occhi e mi asciugò le lacrime.
-C'è una cosa che devo ancora sapere in tutti questi mesi. Sono lenti a contatto? -
Lui rise e mi attirò di più a se. - No. - Mi sorprese quando fece incontrare le nostre labbra.
Gli circondai il collo e mi alzai nelle punte.
Era un bacio passionale, di quelli invidiati, quei baci da film.
Mi sentivo bene, anche se era un bacio d'addio.
Le mie lacrime gli bagnarono le labbra, infilandosi impertinenti tra di noi.
Calum, era tutto quello di cui avevo bisogno.
Era il mio inferno ed il mio paradiso.
Quando mi staccai era come se il mio cuore si spense.
-Mi mancherai... -sussurrai.
-Anche tu. Puoi sempre venire con me. Lisbona non è così male-
Mi allontanai dalle sue braccia.
-No, non posso. Non ci riesco. -
Il volto di mio padre mi passò per la mente .
- Ti amo. Grazie di aver scelto di amarmi. -
La mia risposta fu sostituita da lunghi singhiozzi.
Mi posò un delicato bacio sulle labbra e salì in auto.
Rimasi li ferma, a guardare la macchina nera allontanarsi.
Ero distrutta. Calum ne se era andato, e me ne ero accorta solo ora.
Ora, restavamo solo io e il bambino.
Ero pronta per questa nuova vita.
Una vita senza di lui.
Addio, Calum Fisher.

*//

Non odiatemi! Lo so che vi aspettavate un finale Rose e fiori, ma nella vita vera non c'è quasi mai il lieto fine (ma come sono negativa). E comunque, non è finita qui. Come sapete ci sarà un sequel... (ma pensavate che vi lasciavo così?! )
Bene, al prossimo capitolo, che sarà l'epilogo.
Baci,
Ali XOXOXO





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