Epilogo

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Sei mesi dopo.

- Tesoro, tira fuori le lasagne dal forno. -
Presi l'enorme teglia e l'appoggiai sui fornelli.
Le lasagne di mamma sono le più buone. Mio padre, che ha lontane origini italiane, era un cuoco e ha insegnato alla mamma, che sui fornelli non se la cavá granché, a preparare alcuni piatti italiani.
Era il giorno della festa della bambina.
Johanna era già arrivata prima e ci stava aiutando a preparare tutto.
Fra due giorni sarebbe tornata al college. Ogni fine settimana tornava a Roxenville e mi raccontava della sua vita, dei professori e degli studenti, di come tutto fosse così diverso dal liceo. Si era iscritta recentemente in una confraternita. Non avrei mai potuto capire la vita universitaria, visto che non l'avrei mai affrontata.
Anche Alexa andava li, come altri nostri vecchi compagni di scuola.
La vedevo così poco, e mi sentivo estremamente sola. Non avevo amici. Sadie era andata a New York e l'avrei rivisita magari sulle pagine di Cosmopolitan, proprio come aveva sempre desiderato. Johanna faceva parte di una confraternita e avev a delle consorelle fantastiche. Alexa aveva preso il trono anche al college ed era diventata facilmente popolare. Trisha Barns andava a Yale. YALE! Persino quell'idiota di Nathan si era iscritto all'aereonautica e progettava di entrare nei Marines.
Ognuno era riuscito a realizzare il suo sogno. Avevano tutti un futuro brillante. Che cosa avrei fatto io? Mi colpevolizai per quei pensieri. Avranno avuto tutti una carriera fantastica. Ma la fortuna di portare in grembo tuo figlio, non l'hanno ancora provata.
Cerco di essere positiva e di pensare che la mia bambina è mille volte meglio di tutte le loro vite. Una sensazione unica.
-A che pensi? -
Jo mi passò il vestito che avrei dovuto indossare per la festa.
Era cambiata molto. Era più sicura di se, più indipendente. Si era tagliata leggermente quei lunghissimi capelli e li aveva tinti di un tono più scuro. Ma cosa più importante, si era ripresa dalla rottura. Dave è rimasto per mesi il suo punto debole, ma è riuscita finalmente a chiudere per sempre quel capitolo. La invidio, perché io non ci sono ancora riuscita.
Dopo tutti questi mesi ogni Santo giorno penso a lui, a cosa farebbe o direbbe se fosse qui. Mi immagino quello che sta facendo, e magari spero che pensi a me.
Non è cambiato nulla. Il mio amore è sempre lo stesso. Mi chiedo quando finirà questa scongiura, e se potrò mai smettere di amarlo.
Sono completamente sola.
I miei giorni sono tutti monotoni e mi annoio a morte.
Quando indosso il vestito nero a fiori sbuffi frustrata.
-Sembro un uovo con le gambe. -
Imbronciata mi butto sul letto.
- Ma smettila! È poi... beh... effettivamente sei un uovo. C'è un pulcino li dentro! -
Le feci il dito medio e tornai a commiserarmi davanti allo specchio.
- Sono davvero enorme. Ci credi che all'ospedale ero la più grande di tutte le mamme? Orribile. -
-Sarà una bambinona. Sei incinta, non grassa. -
-Col cavolo ho preso quindici chili! -
-Ma dai! Poteva andare peggio! È ora sbrigati, voglio divorare le lasagne di tua madre.
Quando raggiungemmo il salone era tutto apparecchiato perfettamente. Mamma aveva esagerato, c'erano davvero tante portate. Sembrava uno dì quei ristoranti self-service.
- Ma ci staranno cinquanta persone qui dentro? -chiese Johanna notando la quantità immensa di cibo.
-Siamo in nove. -
-Oh... ora capisco perché quindici chili... -
I genitori di Johanna entrarono in casa, seguiti dalla mia madrina Rhonda.
Rhonda, era la classica riccona-finta-cogliona.
Era da sempre un amica di mamma, ed era stata scelta dai miei per farmi da madrina. Aveva sposato un uomo abbastanza benestante, non milionario o cose così, semplicemente uno messo bene. Da quel momento, non faceva altro che vantarsi dei suoi beni. Ma con chi lo faceva? Con noi, ovviamente. Ignoranti stabiliti in un piccolo paesino dell'Iowa. Però, era sempre una contadina, e se fosse andata a Manhattan, della sua "ricchezza" se ne sarebbero lavati le scarpe.
Comunque, mi è utile. Tutti i vestitini e pannolini me li ha regalati lei. Arrivarono anche zia Kelly e il suo nuovo fidanzato turco.
Quando arrivò anche la migliore amica di mamma, Hailey, che io adoravo, ci sedemmo tutti al tavolo.
Era questa la mia famiglia.
E non potevo chiedere di meglio.

13 gennaio 2017, Lisbona

Il tempo qui è instabile.
Ma nonostante ciò, non posso lamentarmi.
Lisbona è una bellissima città.
Ero già stato in Europa, molte volte, ma il Portogallo non lo avevo ancora visto.
La casa era molto più grande di quella in Iowa. Shannon viveva con Mark, finalmente le aveva chiesto dì convivere. Dave viveva nella casa dei miei, in pieno centro a Lisbona. Ho smesso di parlargli dopo quello che è successo. Se non avesse portato Jo alla casa rossa, forse, avrei potuto evitare tutto questo.
La verità è che sono così codardo per poter prendermi tutta la colpa.
Io, mi sono preso un piccolo appartamento appena fuori città, lontano dal caos. La lingua mi risulta incrompensibile, ma riesco a interagire con lo spagnolo, insegnatomi molto tempo fa da mia madre.
La gente e la vita è molto più tranquilla. Magari mi stabilisco qui. Mio padre ha detto che posso fare quello che voglio, ma non devo più contare sulla famiglia.
Mi dispiace solo di mia madre, che non può obiettare.
Penso a lei ogni giorno. Chissà che starà facendo in quel momento. Ho sbagliato tutto. Mi manca da morire, in tutti questi mesi non ho fatto altro che pensare a lei.
-Quer algo mais? -
La cameriera si avvicina al mio tavolo e prende la mia tazza di caffè vuota.
-No, obrigada. -
Mi sorride e si allontana.
Mi volto a guardare fuori dalle grandi vetrate. Si sta facendo buio. Se solo glielo avessi detto prima. Riuscirò mai a dimenticarla? Riesco quasi a immaginarla qui affianco a me, a bere caffè e a criticare il modo di parlare dei portoghesi.
Mi manchi tanto, Winnie.

13 Gennaio 2017, Roxenville

Quando mi si ruppero le acque al mattino, mamma disse che dovevamo subito correre all'ospedale.
Quel giorno doveva essere di turno, ma quando arrivammo all'ospedale le dissero che poteva stare con me.
Era tutta elettrizzata, mentre io tutta tranquilla chiamavo Jo.
Era sabato, e non aveva lezioni.
Stavo bene, non avevo dolori e non sembrava che dovessi partorire.
Ma Non sapevo ancora cosa mi aspettava.
Dopo tredici ore di travaglio, alle ventitré e cinquanta del 13 gennaio 2017, era nata Avery, una bellissima bambina di tre chili e nove. Mamma mi era stata vicina per tutto il tempo, alternandosi con Rhonda, Hailey e Kelly, quando diventavo insopportabile.
Sono state la tredici ore più brutte della mia vita.
Mamma era entrata con me in sala parto, e aveva subito tutte le mie urla e le mie imprecazioni.
Era stata dura, una cosa incredibile .
Ma ora, mentre stringo la piccola Avery tra le mie braccia, ancora stordita per il parto, e piango tra le braccia di mamma, penso a tutto quello che è capito.
A come ho fatto a poter solo pensare di poter uccidere questa creatura.
E sono felice, dopo tanti mesi, e sono pronta.
Era un errore.. avevo davvero detto questo? Beh, ripeterei questo errore un milione di volte.

The End

Ringrazio di cuore tutti lettori che sono arrivato con me alla fine dì questa avventura. Non immaginavo tutto questo, ed è solo merito vostro se sono arrivata fino a qui. Spero che le avventure di Calum e Winnie vi hanno fatto emozionare come hanno fatto con me. Metterò un altro aggiornamento per avvisarvi del sequel(una settimana o meno). Grazie ancora di tutto,
Alla prossima!
AliXOXOXO

Vampire next door - salvatori di animeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora