12. Mordimi

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Giorno 1
Il paziente X reagisce.
Dopo tre giorni dall'iniezione dà un segno di vita.
Ha aperto gli occhi che si sono colorati subito di un rosso scarlatto.
Si dimenava e urlava, cercava di liberarsi e di fuggire.
Urlava di avere fame.
Il paziente x era confuso. Non sapeva dove fosse e cosa era successo.
Non sapeva nemmeno chi fosse.
Sapeva solo di avere fame.
Gli infermieri portarono due buste di A positivo.
La paziente si Calmò improvvisamente e i suoi occhi si illuminarono.
Bevette tutto velocemente senza fermarsi.
-Chi sono? Che sta succedendo in me?-
Ci eravamo riusciti.
Dopo tanto tempo la prova ha funzionato.
Alexa Mideston è il paziente X.

Quel giorno non ero andata a scuola.
Avevo bisogno di ragionare.
Di pensare a cosa era successo la notte prima.
Perchè stamattina, mi sono alzata e ho capito che non era un incubo, che era successo davvero
Ma come è possibile?
Ho così tanto caos nella mia testa che non riesco più a gestire. Ho bisogno di risposte che a quante pare nessuno vuole darmi.
La gente sa? Johanna sa?
Forse l'unica che può darmi delle risposte è lei.
Dovrei parlare con lei, di ciò che sta succedendo tra noi.
La chiamo e dopo aver esitato per un momento mi dice che viene stasera.
Dovrei dirlo alla polizia.
Non possiamo vivere con questo pericolo.
Mi vengono i brividi al solo pensiero che qualche metro più in la vivono tre killer.
Tre mostri.
Ora capisco perchè volesse che stessi lontano da loro.
Sarei stata solo il loro pasto.
-io vado a lavoro, portò Evan da Smith. Ci vediamo domattina. -
-ok, a domani. -
Quando mia madre chiuse la porta mi sentii improvvisamente sola.
E tesa.
Quanto stupida sono stata a fidarmi di loro.
Il campanello vibra facendomi spaventare.
È solo Johanna.Calmati Winnie.
-Ehi.-
-Ehi. -
Non la riconosco più.
Le grosse occhiaie viaggiano a braccetto con la mia migliore amica.
I suoi vestiti gli stanno più larghi.
La invito ad entrare e ci sediamo sul divano, accompagnate da un sacchetto di patatine, che Johanna non nota nemmeno.
-Come stai? -
-Bene. - mente sorridendomi dolcemente.
-Perché non c'eri oggi? -
-Ero stanca. -
Nessuno osa parlare, ed è così strano.
I silenzi imbarazzanti non sono roba da migliori amiche.
- Ero da Dave tre minuti fa. -
-Già. A proposito, è per questo che ti dovevo parlare. -
Mi guarda confusa invitandomi a continuare.
-sto per dirti una cosa incredibile, mostruosa, E potrai anche non credermi ma sai che non ti mentire mai.-
-cioè? -
-Dave... i Fisher... Non sono ciò che pensi... -
-Che stai dicendo Winnie?-<
-Loro Non sono umani Jo. Sono vampiri. -
-Cosa? -<
-lo so, sembra stupido, ma è la verità Jo, non ti direi una cosa del gen... -
-no intendo cosa... Come... Come lo sai? -
-Beh... è successo uno cosa ieri sera... Non mi va di parlarne, ma sono stata in serio pericolo ed ho visto con i miei occhi ciò che sono capaci di fare. Jo, so che sembra una cazzata ma... -
-Lo so. -
-cosa. -
-Dave me lo ha detto. Molto tempo fa. -
-Tu sapevi che loro erano dei vampiri?! -
-Beh si... -
-E non mi hai mai detto nulla! Perché? -
-Perchè sapevo che non mi avresti mai creduta. -
-Aspetta... te l'ha detto molto tempo fa... E tu ci stai ancora assieme?! -
-Winnie... Non è così facile... -
-Non è possibile... -
Mi alzo furiosa e cammino avanti indietro cercando di riordinare le idee.
Troppe notizie contemporaneamente.
-non ci posso credere... -
-Winnie ascolta... -
-No tu ascolta... Non ti rendi conto del pericolo a cui stai, anzi stiamo, andando in contro? Cioè, potrebbe morderti da un giorno a l'altro o... -
Abbassa lo sguardo e fissa le punte delle sue vans. <
-Oddio... ti ha giá morsa?! -
-Winnie, devi ascoltarmi non è come pensi.-
-Perché JO? Qual è il tuo problema? Quando ti ha morsa? -
-È cominciato molto tempo fa... -
-Cominciato? Ti sta mordendo ancora Jo? -
-Si. -
-Per quale ragione? Aspetta... ora capisco perchè ti comporti in questo modo... ed io che pensavo ti drogassi. -
-Winnie, Dave non mi ha mai fatto del male. -
-Certo! Ti ha solo morsa che sará mai! Capita tutti i giorni di incontrare vampiri!_
-Non capisci... Ero consenziente quando lo faceva... Mi andava bene.
-Ma cosa?! Ti ha fatto il lavaggio del cervello quello. -
- Winnie ti prego. -
-No, ho bisogno di pensare, ancora. Non riesco ancora a credere a tutto ciò. -
-Cosa hai intenzione di fare ora?-
-Dirlo alla polizia, ovviamente. Sono pericolosi, e sono sicura che sono loro i responsabili di tutte queste morti. O no, Johanna? -
-Questo non lo so, Dave non me ne ha mai parlato. Non puoi dirlo Winnie, e poi non ti crederebbero.
-ah no? Non ho prove? Ho te e il tuo ragazzo e i tuoi cazzo di buchi sul collo. -
Si copre con la maglia le incisioni ancora rossastre, che avevo notato appena entrata.
- Ora dovresti andare. -
-Winnie ti prego, dobbiamo chiarire molte cose, ultimamente abbiamo passato poco tempo assieme, ma sei ancora la mia migliore amica e quando ti dico che non ne so più di te di questa faccenda, non mento. -
-Ciao, Johanna. -
Sospira e si dirige verso la porta.
-Ci sarai domani? -
Annuisco distrattamente.
- Ok. Ciao Winnie. -
Sbatte la porta e mi butto sul divano.
Mi sembra di aver faticato un Casino.
Ma le cose pian piano si stanno spiegando.
Ecco perchè era sempre così stanca e carente di energia.
L'odio che provo per loro non è diminuito.
Noto la borsa griffata della mia amica nel pavimento e mi affretto a raggiungerla, sperando che non se ne sia giá andata.
La incontro nelle scale e gliela porgo.
Torno di sopra affannata dato la corsa.
Cerco le chiavi nella tasca, e mentre sto per aprire la porta, quella dei Fisher viene spalancata facendomi sobbalzare.
Calum sorride straffotene avvicinandosi cauto.
Indossa dei pantaloni della tuta che gli stanno davvero...
Winnie, è un vampiro.
Tienilo bene a mente.
-E così vorresti denunciarci? -
Ha con se quel suo ghigno che non lo abbandona mai.
Indossa una maglia bianca attillata che evidenzia i suoi muscoli.
Aspe... Cosa ha detto?!
-Stavi Origliando Fisher? -
-Sappiamo entrambi che non è così. -
Si avvicinò così tanto che riuscivo a sfiorarlo.
Mise una mano sul muro accanto alla mia testa e io mi sposati di un passo, ma lui mise anche l'altra:Ero in trappola.
- Tu non sai proprio niente di me. -
Premette il corpo contro il mio. Arricciai il naso per il disgusto e cercai di scomparire nel muro, di allontanarmi da lui. Calum si accostò al mio orecchio e sussurrò. -Hai paura di me? Sai cosa potrei farti? -
Sentivo l'odore del sangue nel suo respiro, un odore di rame e ferro mescolato ad un forte profumo di colonia.
-So di cosa sei capace. - avvertì un sapore salato sulla bocca. - Ma non mi fai paura. -
Dal movimento del suo torace premuto contro il mio dedussi che aveva mormorato qualcosa, incredulo. - Mi desideri, Winnet? -
Forse non era questo che aveva detto, parlava a voce bassissima, ma quella smorfia era inconfondibile.
Si ritrasse per godere della mia reazione e mi passò piano le labbra sull'orecchio dandomi i brividi lungo la schiena.
Mi sforzai di mantenere un tono fermo -No-.
-Allora perché il tuo cuore batte più veloce del normale? -
Mi mordicchiai il labbro:aveva ragione. Il cuore mi pulsata forte contro le costole come mai prima.
-E perchè stai arrossendo? -
Mi sentivo le guance infuocate.
-E perchè ti sudano le mani? -
Chinai la testa per controllare.
Merda.
-Umani. Non sapete nascondere niente.
Lo fulmina con li sguardo.
-Non devi vergognarti ragazzina. Sono ricco, nobile e affascinante. Sono fatto per essere attraente agli occhi degli umani. Eppure tu mi resisti. Perché? -
Da dove comincio? - perché sei un assassino e in succhiasangue e un bastardo. La lista è lunga. -
-Ah è così? -
-Si, lasciami andare ora. -
Tentati di scansarmi, ma ancora una volta riuscì a sbarrarmi la strada appoggiando entrambi le mani sul muro, accanto alla mia testa. Affondò le unghie nel legno e le fece scorrere, producendo un rumore acuto e insopportabile.
Poi sentii le sue dita scendere Fino alla mia vita e poi muoversi sulla schiena. Mi tirava verso di lui. Iniziò a stringermi, pizzicandomi la pelle proprio sotto le costole.
- Toglimi le mani di dosso! Ci sono le tue puttane per questo! -
Alzò gli occhi su di me e dal suo sguardo capii che lo avevo colpito.
Le sue iridi diventarono nere come le pupille, perdendo ogni sfumatura e colore.
-Questa me la paghi ragazzina. -
Con un movimentato rapido mi spostò i capelli dal viso e mi piegò la testa all'indietro.
Vidi che si abbassava sul mio collo e cominciai a dimenarmi. Ma lui mi prese per i capelli e tirò. Urlai.
Mi mostrò i canini e io fui costretta a salire sulle punte dei piedi.
-Non farlo! -pregai cercando di scansarmi.
-ti insegerò ad aver paura di me. -ringhiò lui, ignorandomi.
-ti farò rimpiangere il giorno in cui ti sei trovata in Piazza. -
E con queste parole sentii i suoi denti strapparmi la pelle e affondare nella carne, sempre più giù. Piansi per il dolore, incapace di fermare le imprecazioni che uscivano dalla mia bocca.
Vedevo le stelle davanti agli occhi.
Sentivo un liquido caldo scivolarmi sulla maglietta.
Estrasse i canini e seguì una goccia con la lingua per poi succhiarla. Sentii che sussurrava qualcosa, muovendo le labbra contro la pelle -Vergine- mi sembrò che dicesse.
Si pulì il pollice sul colletto della mia maglia e alzò lo sguardo per incontrare il mio. Ma io fissavo le sue labbra bagnate di sangue. Del mio sangue.
Mi sentivo debole e cominciarono a trermarmi le ginocchia.
-Ottengo sempre ciò che voglio. -
Disse allontanandosi e lasciandomi scivolare a terra, pallida e nauseata.
-Continua a cotraddirmi e renderò il tuo soggiorno qui davvero insopportabile. -
E con questo entrò in casa e sbattè la porta, abbandonandomi in lacrime sul pavimento del corridoio.
Avevo imparato ad avere paura di lui.

Vampire next door - salvatori di animeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora