Questa non sarebbe la seconda parte, ma come al solito wattpad non ha pubblicato tutto il capitolo :( odio!
Saperne così tanto di questa prova e aveva detto che ci era passata.
-Che cos'è la prova? -
-Lo scoprirai presto. Ora, l'unico modo per salvare Johanna è entrare la dentro e portarla via.-
-Niente di più facile. -
-Ecco. C'è solo un piccolo problema. -
La invitai a proseguire.
-Quel posto è invaso dì vampiri alla ricerca di cavie umane. Se tu entrassi li dentro probabilmente moriresti. -
-Perciò cosa devo fare? -
-Non lo so. -
-Grazie! -
-Ehi, ti ho detto dove si trova, che pretendi. Questo è il codice per entrare. - Mi diede un pezzo di carta arrotolato. -Ma non devi assolutamente entrare li dentro. Solo un vampiro può. -
-Tu? -
-Oh no no no! Non voglio più entrare li dentro! -
-Che cosa ti hanno fatto Alexa? -
Abbassò lo sguardo e si alzò.
-E non chiedere al tuo morosetto.lui fa parte di tutto questo. -
Se ne andò prima che potessi farle altre domande.
Tutto quello che mi aveva detto mi aveva confusa.
Quel giorno, quando mi hanno presa in piazza, mi hanno portato in quell'enorme Palazzo simile ad uno ospedale.
Sapevo che li dentro succedeva qualcosa di brutto.
Ma se i Fisher hanno a che fare con tutto questo, perché hanno preso Johanna? Perché Dave lo ha permesso?Arrivai alla clinica cinque minuti prima dell'appuntamento.
Non c'era nessuno e la segreteria mi disse di accomadarmi.
Era arrivato il momento. L'ultima visita, per confermare che dentro di me non c'era più nulla.
-Buon pomeriggio Winnie. -
-Salve. -
-Togliti pure i vestiti e stenditi sul lettino. -
Feci come mi era stato detto e mi stesi.
- Ha avuto effetti collaterali? -
Chiese mentre preparava gli strumenti per la visita.
-Neanche uno. -
-Wow, molto bizzarro. È stata fortunata. - mi sorrise comprensiva.
-ora sentirà un Po di pressione. Rilassi totalmente i muscoli. -
Annuì cercando di rilassarmi e scacciando il dolore iniziale.
La dottoressa guardava attentamente lo schermo, e nella sua fronte si formò una ruga.
Il suo sguardo ora era perplesso, e si avvicinò allo schermo.
-Un secondo solo. - mi sorrise e uscì dalla stanza.
Qualcosa non andava.
Mi stavo preoccupando seriamente.
Pochi secondi dopo rientrò, accompagnata da un dottore di mezz'etá.
Era alto e il suo volto trasmetteva sicurezza.
-Salve signorina Benjoy. -
-Salve. -
Si avvicinò allo schermo guardando attentamente l'ecografia.
-Winnie... Ha preso tutte le pillole? -
-Certo. -
-Ha mai cambiato l'orario dell'assunzione? -
-Non ho mai sbagliato un secondo.-
Sembrò riflettere attentamente e guardava la collega preoccupato.
-Che sta succedendo? -
-Sembra che non abbia funzionato, Winnie. C'è ancora un bambino qui dentro. -
-Cosa?! -
-È molto strano. Non è mai successo. Questo processo ha un risultato del 98%, è accertato. -
-E io sono quel 2%... -
-A quanto pare è così. Ma è comunque molto strano. I feti che sopravvivono a questo di solito presentato malformazioni e gravi danni, e difficilmente affrontano il parto. Invece questo bambino è esattamente come dovrebbe essere, sano ed addirittura cresciuto. Questa pratica può provocare danni evasivi anche a lei, Winnie. Eppure qui è tutto a posto.-
-Ma come è possibile? -
- Non ne ho idea. Non è mai capitato prima d'ora. -
-È un miracolo. - disse la dottoressa.
Già, chiamiamolo miracolo.
Era il destino che non voleva?
Ma che dico.
-E adesso che posso fare? -
Mi rivestì e mi sedetti alla scrivania.
-Beh, arrivati a questo punto non posso fare altro se non proporle un altro processo. -
-D'accordo. -
-Ma... è molto evasivo per entrambi. -
-Di che si tratta? -
-Evacuazione precoce. -
L'immagine del mio bambino che veniva risucchiato attraverso un tubo mi passò per la mente.
-Quante probabilità di riuscita ha?-
-Non ci sono dubbi sulla riuscita. Il 100%. -
-Facciamolo. - dissi decisa.
Desideravo solamente farla finita e tornare alla mia vita il più presto possibile.
-Bene, allora ci vediamo la prossima settimana. -
-D'accordo. -
Salutai i dottori e uscì dalla clinica.
Avrei voluto dirgli che molto probabilmente il mio bambino era ancora vivo perché non era del tutto umano.
Cercai di non pensarci mentre tornavo a Casa.
Avevo una missione da compiere.- Non ci credo che lo sto facendo veramente. Saremo fottute entrambe. -
-Smettila di essere negativa. Ce la faremo. -
-Ricordami perché lo sto facendo? -
Alzai gli occhi al cielo e scesi dall'auto seguita da Alexa.
-Sei in debito a vita. -
La ignorai e arrivammo al cancello. - Non funzionerà. Me lo sento. -
Ascoltai distrattamente le lamentele della ragazza al mio fianco.
Il mio piano effettivamente non era molto intelligente.
Ma l'unica cosa che desideravo era entrare li dentro e portare via Johanna.
Alexa indossava un camice bianco e degli occhiali dalla lente spessa finti. Alla fine, aveva deciso di aiutarmi.
Solo un vampiro può entrare, aveva detto.
Avrei finto di essere una cavia, e lei di essere una ricercatrice.
Se ci avessero scoperto sarebbe finita male per entrambe.
-Una volta che ti lasciò nella stanza di Johanna, me ne vado. Non voglio rischiare la mia vita, di nuovo. Ti aspetto con l'auto in fondo alla strada.
Annuì e Alexa digitò il codice.
Indossava una parrucca rosso rubino e sembrava sicura di quello che stava per fare.
Io non lo ero per niente.
-Lascia parlare me. Capito? -
Annuì ed entrammo.
Era proprio come ricordavo.
Un lungo corridoio con qualche porta e in fondo un ascensore.
-Dovrebbe essere al quinto piano... - borbottò fra se.
L'ascensore saliva velocemente, e la mia paura aumentava di piano in piano.
Le porte si aprirono.
Sembrava un semplice ospedale, con qualche infermiere che girava fra le stanze.
Alexa si sistemò il tesserino falso, procuratole da qualche amico.
Dottoressa Wood.
Ci incamminammo piano, ricevendo strane occhiate dagli infermieri.
Alexa salutava cordialmente tutti, mentre io cercavo di non alzare gli occhi e mantenere lo sguardo sulle mie scarpe.
Arrivammo davanti ad una porta con la scritta"ufficio selettivo".
Bussó piano.
-Ricorda. Non aprire bocca. -
Sbuffa. Lo avevo capito, e non lo avrei mai fatto comunque.
-Avanti. - disse una voce femminile.
-Buonasera. -
Entrammo nel grande ufficio ultra moderno, ben arredato e accogliente.
La vampira dai lunghi capelli neri ci fissava incuriosita.
-Dottoressa Wood? - Chiese confusa.
Prima che potesse dire altro, Alexa Si avvicinò alla scrivania e la guardò dritto negli occhi.
-Ora mi dirai in quale arichivio si trova la paziente Johanna McHale. -
La donna sembrava ipnotizzata E rispose subito.
-Archivio C13. -
-Grazie. Dimenticati di questa conversazione. -
Mi prese la mano e mi condusse su un'altra porta, affianco alla libreria.
-credevo che si potessero soggiogare solo gli umani. -
-Beh, i vampiri si. Ma io non sono una semplice vampira. Sono il paziente X, cioè la prima paziente in Iowa ad essere risultata positiva alla prova. -
Prima che potessi chiederle cosa fosse questa dannata prova, mi disse di cercare la cartella clinica di Johanna.
C'erano tantissimi umani qui dentro, presi qualche cartella sbagliata e notai che provenivano da ogni parte dell'America.
-Sono tutti qui per la prova? -
-No! Inanzitutto questo è l'archivio generale, di tutte le sedi d'America. Per questo ci sono così tante cartelle. E poi, qui dentro conducono anche altri esperimenti, e non sono tutti umani. Dobbiamo sbrigarci.-
Spalancai gli occhi quando trovai il nome McHale.
- Non è lei. Leggi bene. -
Aveva ragione. Jo Ann McHale, New Salem, Non era la ragazza che cercavo.
-Eccola! - esordì Alexa.
Mi avvicinai ed effettivamente si trattava di lei.
Lesse velocemente tutte le informazioni della cartella.
-Stanza 16. Perfetto, sarà più facile. Dobbiamo scendere al primo piano, forza. -
Non avevo idea di cosa avrei fatto una volta trovata Johanna.
Non so come sarei riuscita a portarla fuori.
Ma avevo bisogno di vederla, di sapere che stava bene.
Il piano era molto affollato, ed ero forse l'unica umana tra quella massa di infermieri.
-Bene, ci dividiamo. Attenta a quello che fai. Se entro un'ora non esci da li, ti vengo a cercare. -
Annuì e feci per aprire la porta.
-Buona fortuna Winnie. -
-Grazie, mi servirà. -
Ci salutammo e si allontanò.
Feci un respiro profondo ed
Entrai.
La stanza era grande e puzzava di disinfettante.
C'erano sei lettini, e solo in cinque c'erano dei corpi.
- Jo! -
Mi avvicinai al corpo inerme di Johanna, stesa sul lettino vicino alla finestra.
Indossava un camice abbottonato sul retro.
Mi avvicinai al suo petto e le toccai il polso.
Il battito era rallentato, ma c'era. Il suo viso era sereno, per quanto potesse esserlo in questo posto.
-Jo svegliati! -provai a scuoterla inutilmente.
-Johanna ti prego! -
Non sapevo come portarla fuori da qui, soprattutto perché qui era pieno di telecamere.
Mi affacciai alla finestra. Provai ad aprirla, ma era siggillata.
Che cosa avrei potuto fare?
Iniziai a piangere. Sperai che Alexa sarebbe venuta a cercarmi prima, che si rendesse conto che senza di lei non ce l'avrei mai fatta.
-Che cosa abbiamo qui? -
Due dottori entrarono nella stanza, ed iniziai a piangere ancora più forte.
-Bene bene... Non serve neanche Che veniamo a cercarvi! Vi piacciamo così tanto che venite voi! -
Merda. Ma che mi era saltato in mente. Era ovvio che sarebbe finita così.
-Dottore... - La donna lo guardò preoccupata. -Riesco a sentirlo. È un Rh negativo. -
Lui mi guardò come se fosse sul deserto e io fossi una brocca d'acqua.
-Ottimo. Portala in laboratorio. -
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Vampire next door - salvatori di anime
Vampire~Primo libro della trilogia "Vampire Next door"~ "Ho provato tutte le emozioni che una ragazza della mia età non dovrebbe provare" Da qualche tempo a Roxenville stanno succedendo delle cose strane. Ragazze scomparse e uccise,avvistamenti di soggett...