26. La prova (pt. 1)

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-È l'ennesimo caso del "mostro di Roxenville "? È scomparsa due giorni fa la giovane diciannovenne Johanna McHale. L'ultima volta è stata vista intorno alle 6 p.m. Le ricerche continuano spedite nelle zone di Roxenville e limitrofe. -
Poi la madre di Johanna apparve sullo schermo della mia tv e raccontava la giornata della figlia e la pregava di tornare a casa.
Mi fa imbestialire che già pensino che si tratta del mostro di Roxenville. Non è successo a lei, non può essere. Era da molto che non sparivano ragazze e sicuramente l'assassino Non è tornato per rapire la mia amica.
Preferisco pensare che sia scappata, anche se non trovo il motivo.
-Allora Johanna è entrata in casa sua alle cinque e dieci? -
Quando il poliziotto seduto ora di fronte a me ha suonato alla mia porta ho capito che era più grave di quanto pensasse.
-Le ho detto che non ricordo bene l'ora. All'incirca. -
-All'incirca non serve a nulla. -borbotta prendendo un sorso di caffè, che ho appositamente preparato per questo arrogante. -Per quale ragione è venuta qui? -
-È davvero necessario questo particolare? -
-È tutto importante, signorina Benjoy. -
-L'ho chiamata per passare un Po di tempo con lei. Come due normali amiche. -
Scriveva veloce sul taccuino.
-E se ne è andata alle? -
Mi alzai e presi un bicchiere d'acqua, sotto lo sguardo spazientito dell'agente.
Tornai al tavolo e presi dalla tasca l'ultima pillola anti-bambino.
La dottoressa aveva detto che avrei avuto effetti collaterali come ansia e mal di stomaco.
Ma stavo esattamente come al solito.
Mandai giù la pillola e mi preparai all'interrogatorio.
-È uscita di qui poco tempo dopo...alle sei e venti. -
-Ha detto che doveva andare da qualche parte? -
-No, non mi ha detto nulla a riguardo. Non abbiamo parlato di quello che aveva fatto prima o di quello che avrebbe fatto dopo. -
L'uomo sospirò deluso e chiuse il notebook.
-D'accordo, la ringrazio per la sua disponibilità. Se abbiamo notizie le faremo sapere. E lo stesso vale per lei, signorina Benjoy. -
-Sicuro. -
Lo accompagnai alla porta e ci salutammo.
Scoppiai in un pianto isterico. Mi meravigliavo di possedere ancora lascrime. La mia migliore amica è scomparsa, il mio bambino probabilmente morirà fra un paio d'ore dentro di me, il mio futuro è in bilico e non ho la minima idea di cosa fare.
Sapevo che tutta questa tranquillità sarebbe terminata.

La scuola senza Johanna era qualcosa di insopportabile.
Mi mancava. Mi mancavano le sue risate, le sue battute squallide.
Ero preoccupata e cercavo di non pensare al peggio.
Il pomeriggio seguente poi avevo l'appuntamento con la dottoressa. Era finita.
Probabilmente non ero più incinta.
Avevo litigato con Johanna e pochi secondi dopo è sparita.
Le nostre ultime parol sono state dure e crudeli.
Ed ora non ho la possibilità di cambiare le cose.
-Piangi per la tua amica? -Alexa si sedette al mio fianco stuzzicando il suo panino.
La guardai minacciosamente e tornai alla mia insalata.
-Senti, vorrei poterti dire che sta bene e... -
-Sta zitta! - urlai attirando l'attenzione delle persone dietro di me.
-Stavo solo cercando di aiutarti. -borbottò.
- Ah si? E come? Non te ne eri andata? -
-Mmh... piccola vacanza. Ma ora sono qui per il diploma. Comunque sia... -si avvicinò guardandosi intorno.
-Io so dove si trova la tua amica. -
-Che cosa? Alexa non ho tempo per le tue stronzate! -
-È alla casa rossa. Sai di cosa sto parlando. -
Come faceva a saperlo?
-Come faccio ad ascoltarti? Hai detto che sapevi cosa fosse la prova e sei scomparsa. -
-ah già... ho avuto un contrattempo. Vuoi trovare la tua amica o no? -
-Certo che si... -
-Allora ascolta bene. Fai meglio a credermi Winnie. -
Finì il suo panino e mi guardò dritto negli occhi.
-Johanna è alla casa rossa, l'hanno rapita per fare quello che hanno fatto a me e ad altre ragazze. La maggioranza non esce viva, ma solitamente ci vogliono almeno tre giorni prima che i risultati si presentino, perciò ha ancora qualche speranze. -
-Di che stai parlando? -
-Della prova. Sto parlando della prova. -
Mi vennero i brividi.
Sembrava Saperne così tanto di questa prova e aveva detto che ci era passata.
-Che cos'è la prova? -
-Lo scoprirai presto. Ora, l'unico modo per salvare Johanna è entrare la dentro e portarla via.-
-Niente di più facile. -
-Ecco. C'è solo un piccolo problema. -
La invitai a proseguire.
-Quel posto è invaso dì vampiri alla ricerca di cavie umane. Se tu entrassi li dentro probabilmente moriresti. -
-Perciò cosa devo fare? -
-Non lo so. -
-Grazie! -
-Ehi, ti ho detto dove si trova, che pretendi.  Questo è  il codice per entrare. - Mi diede un pezzo di carta arrotolato. -Ma non devi assolutamente entrare li dentro. Solo un vampiro può. -
-Tu? -
-Oh no no no! Non voglio più entrare li dentro! -
-Che cosa ti hanno fatto Alexa? -
Abbassò lo sguardo e si alzò.
-E non chiedere al tuo morosetto.lui fa parte di tutto questo. -
Se ne andò prima che potessi farle altre domande.
Tutto quello che mi aveva detto mi aveva confusa.
Quel giorno, quando mi hanno presa in piazza, mi hanno portato in quell'enorme Palazzo simile ad uno ospedale.
Sapevo che li dentro succedeva qualcosa di brutto.
Ma se i Fisher hanno a che fare con tutto questo, perché hanno preso Johanna? Perché Dave lo ha permesso?

Vampire next door - salvatori di animeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora