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È pazzesco come in una manciata di secondi potrei essere solo un ricordo.

Niente più scuola, niente più impegni, amici, cotte, cuori infranti. Un paio di istanti e poi tutto finito.
Niente più odio verso quel maledetto riflesso, niente più pasti saltati e lame sui polsi.
Da qui sopra, dalla cima del palazzo più alto della città, tutto appare più piccolo: sembra tutto così perfettamente armonioso,e sento di non fare parte di tutto questo. Mi alzo in piedi sul cornicione e allargo le braccia. Prendo un respiro profondo, l'ultimo.

L'oscurità.

Il vuoto.

Respiro affannosamente per riprendermi dell'ennesimo incubo. Credo di stare davvero per morire stamattina, non ho neanche la forza per chiamare aiuto.
È devastante.
Mi riaddormento.
~~~
"Cassie!" mamma bussa alla porta.
"Cassie tesoro svegliati! È tardi, dobbiamo partire." Partire?
Scendo giù dal letto. Sono le 10 e mezzo del mattino: perché cazzo non mi ha svegliata per andare a scuola?
"Mamma... Dove dobbiamo andare?"
"Ciao tesoro" ignora la mia domanda.
"Vestiti in fretta e mangia qualcosa per l'amor del cielo... Stai scomparendo" un pugno allo stomaco.
"Mamma dove dobbiamo andare?"
"Oh... In un posto speciale. Ti piacerà."
"Dove, mamma?"
"Un posto migliore." Quelle parole suonano alquanto bizzarre e quasi divertenti vista la situazione. Ma lei non lo fa mai di proposito.
~~~
"Siamo arrivate?" domando dopo quasi 2 ore di viaggio e numerose soste.
"Ci siamo quasi... Vedi quell'edificio sulla collina? È lì che siamo dirette. Spero che tu abbia portato tutto" straparla. Tutto ciò di cui ho bisogno è qualche indumento e la scatola che porto appoggiata sulle gambe. Qui ho i miei oggetti più preziosi: i miei cd, le mie cuffie obbligatorie, i miei libri.
Arriviamo sulla cima della collinetta, distante pochi chilometri da un piccolo centro abitato.
Prendo la mia scatola e la borsa, mia madre si occupa dei bagagli. Alzo gli occhi verso un cielo troppo grigio e un sole triste ma abbagliante. Poi il mio sguardo incrocia l'insegna dell'edificio:
<Clinica psichiatrica di Portslade>
Rimango di sasso. Una clinica psichiatrica?
"Una clinica psichiatrica?" Mia madre sgrana gli occhi.
"Mamma ti sembro forse una fottuta pazza? Non ho ... bisogno di un fottuto manicomio!" Continua a non parlare. Rabbrividisco.
"Tieni tesoro, oggi fa particolarmente freddo" mi porge una felpa fucsia.
La indosso.
Abbasso lo sguardo.
"Mamma.. Tu pensi che io sia una pazza?"
"No, Cassie, affatto ma come ti salta in mente?"
"Forse perché mi hai appena portata in un manicomio(?)"
"Tesoro, non si chiamano più così... In ogni caso, hai bisogno di una pausa. Prendila come una specie di vacanza, e se va tutto bene potrai tornare a casa molto presto"
Varco la soglia della clinica e mi guardo intorno.
Bianco.
Solo dei fottuti muri bianchi e dei mobili candidi.
Noto della gente nella stanza.
Bianco.

Hospital for souls.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora