7.

256 18 0
                                    

Figuriamoci di amare.

"Che c'è, ora non parli?" Socchiude gli occhi, scrutandomi.
"Vuoi che dica che sei bellissimo  anche tu?"
"Non era quello lo scopo... E comunque lo so." Sorride, dimostrando tutte le rughe d'espressione che compongono il suo viso.
"Che ne dici di tornare di là? Si staranno preoccupando." Sembra quasi che io voglia scappare da lui, da questa scomoda situazione... Siamo così soli.
"Che ne dici di no? Non gliene fregherà un cazzo."
Sorrido, quasi convinta dalle sue parole.
"Ma Amanda mi starà cercando, ha bisogno di me."
"Anche io." Sussurra credendo che io non lo possa sentire.
"Andiamocene di qui." Propongo, contraddicendomi rispetto alla mia precedente richiesta.
Senza rispondere Adam esce dalla stanza, e lo seguo.
"Dove stai andando?"
"Le finestre delle nostre camere e dei bagni sono blindate, se uscissimo dall'ingresso principale ci scoprirebbero subito."
"Non c'è una porta sul retro?" Chiedo mentre armeggia nel cassetto degli attrezzi della segreteria.
"Magari, questo faciliterebbe sicuramente le cose. Ma purtroppo non è il tuo giorno fortunato."
Mi fisso le scarpe.
"O forse si." Estrae un cacciavite e sorride furbamente.
Corriamo verso il corridoio del personale, o meglio, mi trascina per un braccio.
Entriamo in una stanza vuota e smonta la finestra.
"Adam, non vorrei allarmarti... Ma siamo al secondo piano dell'edificio..."
"Ne sono perfettamente consapevole Cassie" dice con tono autoritario.
Guarda attraverso il buco nel muro.
Faccio altrettanto e deglutisco rumorosamente.
"Vuoi avere l'onore?" Chiede gettando il cacciavite sul letto.
Non rispondo.
"Non avrai mica paura?" Ride maliziosamente.
Lo sento come un affronto.
"Io non ho paura. Non ho paura di niente." Serro i denti "ma come posso fidarmi di te? Non ti conosco."
"Mi conosci più di chiunque altro, non inmagini neanche"
"Come posso sapere che non mi lascerai giù. Dovresti saltare prima tu."
"Posso pensare le stesse cose di te."
Ci guardiamo per qualche secondo.
"Non è stata una buona idea a quanto pare... Se hai paura allora lasciamo perdere,Cass."
Salto.
Salto, sbucciandomi ginocchia e gomiti, ma poco importa.
Mi metto a correre nel giardino.
Respiro la mia libertà.
Adam fa altrettanto.
"La piccola schizzata sa come divertirsi a quanto vedo."
Cerca di rincorrermi, ma in vano.
Sono più veloce, ero la più veloce anche della scuola.
Dopo poco mi arrendo, dandogliela vinta.
Entrambi cadiamo nel prato, si mantiene stabile sopra di me reggendosi con le braccia.
Sembra un incantesimo, esistiamo solo noi, quasi non faccio caso al freddo e alla fame. È da stamattina che non mangio.
Si stende sullo spazio erboso di fianco a me.
"Guarda quante stelle. Il cielo è limpido stasera."
"Siamo in un luogo abbastanza distante dalle luci artificiali della città, è normale che si vedano così chiaramente."
"Oh mi scusi professoressa."

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, che pare interminabile.
"Hai già pensato cosa farai una volta uscito di qui?"
Interrompo il silenzio.
"Io non uscirò mai di qui."
"Perché dici questo?"
"Per il mio passato, i miei trascorsi. Per il mio fottuto cervello che non vuole saperne di essere normale."
"Cosa aspetti? Una mano dal cielo che ti cambi la vita? Il passato rimane quello che è."
"Un miracolo. Una cosa buona dopo tanta merda. Tu?"
"Perdere la testa."
"Non capisco..."
"Perdere la testa. Per me significherebbe amore. La reale possibilità di riuscire a realizzare l'irrealizzabile. Ciò che in molti definiscono l'utopia per eccellenza. Perché sono sicura che se perdessi la testa sarei me stessa al 100% non avrei paura di nulla, senza auto-censura, senza vergogna di me. È così."
"Tu sei matta! Mi piace."
"E con pensieri profondi, non dimenticarlo."
"Pensieri profondamente intelligenti."
"È tardi,Adam."
"No, non lasciarmi... Ti prego"
"Sono le 22, la festa è finita. Non posso rovinare il primo giorno di manicomio."

Hospital for souls.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora