21.

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<So che dovrei incazzarmi ma fa abbastanza ridere.>
Mi raggiunge e le lacrime scendono.
<Cass.. Puoi dirmi tutto.>
No, non posso dirti tutto.
<Preferirei non parlartene>
<Dai Cassandra...> insiste, avvicinandosi a me per prendermi le mani e scoprirmi i polsi feriti.
<Devi smetterla di farti influenzare da Rich. È uno dei miei migliori amici, ma è un pessimo elemento. Sempre in competizione, io lo so bene.>
Continua a tracciare le cicatrici con l'indice mentre i brividi percorrono la mia spina dorsale proprio come la prima volta che ho sentito la sua voce.
<Torna dagli altri Adam. Zoey ti aspetta.>
<Ti ho già detto che sei bellissima? Bellissima e testarda.>
Stavolta la ciocca di capelli la scosta dalla mia fronte e non dalla sua.
<Si me l'hai già detto.> rispondo noncurante. <E immagino che tu l'abbia detto anche alla tua ragazza.> gli ricordo della sua esistenza.
<Non è la stessa cosa...>
<Che intendi dire?>
<Lei non è te. È la tua brutta copia.>
<La bella copia vorrai dire,sembra una modella!>
Scuote la testa in disapprovazione e si avvicina ancora di più al mio viso.
<Avrei dovuto farlo molto tempo fa.>
Mi bacia, ma l'unico sapore che posso sentire è quello salato delle mie lacrime. Mi aggrapperei a lui come ad un'ancora, ma sono già affondata troppe volte.

Ci stacchiamo poco prima che arrivi Karen, che fortunatamente interrompe quel momento imbarazzante che nasce sempre dopo un bacio scomodo.

Le devo un favore.

<Cassie, dobbiamo parlare. Tu potresti gentilmente tornare in mensa dagli altri?> Adam esegue, quasi spaventato dal tono duro della volontaria.
<Cosa c'è di così importante di cui dobbiamo assolutamente parlare?> chiedo, imitando il suo modo di pronunciare le parole.
<Di te. Siamo tutti molto preoccupati e tua madre ci ha dato il consenso di affidarti ad un'èquipe di medici specializzata in disturbi alimentari.> conclude mentre entriamo in un ambulatorio, presentandomi a grandi linee il gruppo di strizzacervelli "che mi aiuterà nel mio percorso verso la guarigione", a detta di Karen. Voglio uscire di qui, viva o morta che sia.
Un uomo baffuto comincia a parlare.
<Allora Cassie, io sono Timothy Lewis, il tuo nuovo psicoterapeuta. Io, il signor Mitchell Scott e la signora Anne Parker ti aiuteremo in un periodo di 90 giorni circa, a partire da lunedì mattina.>
<Sono qui già da alcune settimane, non potrebbero essere scalate da questi 90 giorni?>
<Non se ne parla, e nemmeno le vacanze natalizie saranno incluse nell'arco di tempo di cui ti hanno parlato.> interviene Karen, intromettendosi e guadagnando le occhiatacce di tutti.
<Mia madre è d'accordo quindi?>
<Esattamente.> risponde Scott come se si aspettasse la mia domanda.
<E se non dovessi migliorare?> chiedo pensando il peggio.
<In tal caso verresti trattenuta ancora, quanto basta perché tu sia stabile.> parla la Parker. <Ma sono sicura che starai meglio anche prima dello scadere dei 90 giorni.> sorride, come se credesse veramente in me.

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