"Tu devi essere Cassie" dice una donna sulla trentina.
Annuisco con noncuranza, sicuramente non voglio farmi degli amici.
"Siediti qui con noi, stavamo appunto chiacchierando prima di andare a pranzare".
Prendo una sedia in pelle nera e la porto verso il cerchio, cercando però di non avvicinarmi neanche lontanamente ai miei compagni di pazzia.
"Allora, prima di venire interrotta.." una ragazza spaventosamente bianca cadaverica e dai capelli lunghi e scuri allude a me "...stavo parlando di come è da 4 giorni che non penso al suicidio. Ho seguito il suo consiglio di tenere un lumino acceso durante la notte: ho dormito tranquillamente"
'Oh wow' penso dentro di me. La terapia sembra funzionare anche sui casi più disperati.
"Ti ringrazio, Amanda. Ora tocca a Cassie. Avanti, raccontaci di te...non avere paura. Di' tutto ciò che ti passa per la mente."
"Sono una cattiva persona. Certi giorni va tutto bene, si, insomma è tutto nella norma, nulla di speciale. Altri invece sento di non farcela. Lo sento quando mi trovo a piangere da sola nella mia stanza, lo sento mentre sto seduta nella biblioteca della scuola a fare finta di mangiare, lo sento mentre sono sul bus per tornare a casa. Si, insomma, credo di essere una pazza con dei pessimi momenti di sanità mentale."
"Continua" dice la ragazza di prima.
"A volte provo a immaginare cosa succederebbe se mi uccidessi. E per qualche ragione non riesco a non pensare che non importerebbe a nessuno."
Tutti sgranano gli occhi e non proferiscono parola. Lo so che la pensano come me. Ma non aspettano altro che essere dimessi, e l'ammettere di avere certi pensieri non farebbe che prolungare il loro ricovero.
Il silenzio viene interrotto.
"Il mio amico immaginario crede che tu abbia dei seri problemi mentali".