25.

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<Amanda,Cassie! Finalmente siete arrivate! Benvenute.> ci accoglie una Karen stranamente gentile e spensierata.
<Eravamo due corridoi più in là.> enfatizzo la prigionia.
Amanda si dirige al centro della stanza, sulla "pista da ballo".
Comincia a fare movimenti sconnessi e non posso fare a meno di pensare a come apparirei se ballassi anche io.
Le mie ossa sembrerebbero ancora più spigolose e non mi sentirei a mio agio, ma solo ridicola.
Amanda invece ha delle curve che si possono permettere di essere avvolte da dei jeans aderenti o da una gonna sopra il ginocchio:è perfetta.
L'aria viene riempita dall'odore dolciastro dell'aranciata e da una musica tremendamente pop.
Dire che non è il mio genere è un eufemismo.
Canzoni troppo orecchiabili, troppo ripetitive, e ormai tragicamente troppo scontate.

Al quarto bicchiere di succo d'ananas parte un lento, poco dopo la mia decisione di entrare in pista.
Gli zuccheri mi rendono iperattiva.
Ma stavolta non è come al liceo, prima dell'incidente.
Non ci sono 9 pretendenti, neppure un accompagnatore; simulo un abbraccio, mi tengo stretta come se mi amassi.
E ballo sulle note di una canzone sconosciuta.
Ho paura di perdermi un'altra volta, di raggiungere il limite.
Non si tratta solo del non mangiare.
Non si tratta degli altri.
Riguarda me e soltanto me.
Sono persa nei miei pensieri ma la canzone di interrompe per fare spazio ad un'altra.

Don't be afraid it's only love...

Semplice e non famosa, come piace a me.

Don't be afraid you're already dead.

È straziante e rassicurante allo stesso tempo.
Rende l'atmosfera frizzante con la sua tristezza e inevitabilità.
E tutti ballano, come se non importasse.
E tutti vivono come se non importasse.

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