Capitolo 24

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TAURIEL
-Legolas, dove mi stai portando?
Gli chiedo, vedendo che i corridoi non sono quelli che mi portano nella mia stanza.
-Stiamo andando nella mia.-mi risponde tranquillo.
-Perché?-gli chiedo incuriosita.
-Nessuno ci disturberà-continua- Perché come ho detto prima, sono successe tante cose...
Prendiamo un corridoio che mi fa capire che manca poco alle camere reali; questo è diverso dagli altri, è molto più luminoso, pieno di affreschi, e più pulito e tenuto. Inoltre, non c'è anima viva. Con un calcio, Legolas apre la porta di una camera. Questa è enorme (quanto tutto il mio appartamento); in mezzo alla stanza (posto contro il muro) un letto matrimoniale a baldacchino  pieno di cuscini tutti ricamati (e intonati alla trapunta) d' oro, con sfondo argentato, e ai piedi del letto, un enorme baule dall' aria preziosa. Accanto al letto, due comodini identici con sopra dei libri e delle cartine. Al muro sono presenti le porte dell' armadio (come un' altra stanza accanto a questa) e una porta semiaperta (intuisco sia il bagno). Un tavolo pieno di cartine, fogli e penne d' oca, mentre un camino sta all' opposto del muro del letto; davanti al camino, una poltrona e un tavolino, sopra di questo sono presenti una bottiglia di vetro (con dentro cio che sembra vino), un bicchiere e dei fogli dalle varie grandezze, che raffigurano paesaggi e persone.
Legolas mi poggia dolcemente sul letto (comodissimo) e si siede vicino a me, con le gambe incrociate.
-Ricordi la battaglia?
-Sì-dico- ricordo tutto fino a quando l' orco non mi ha ferita con la sua spada.
-Ti abbiamo portata a Palazzo, così che potessimo curarti il più presto possibile.
-Chi è morto?-chiedo diretta.
-Tre quarti della nostra armata, quasi tutti gli orchi, metà dei nani, pochi uomini del Lago.
Thorin e uno dei suoi due nipoti sono morti.
-Chi di preciso?-incalzo io, preoccupata.
-Se mi stai chiedendo se il nano che ti ha dato quella pietra sia morto,-dice-allora non è così. Lui è vivo e vegeto.
Sospiro sollevata: Kili non è morto, anche se Thorin e Fili sì.
-Lo hanno incoronato 'Re della Montagna'-continua Legolas- È venuto anche a trovarci: voleva vedere come stavi.
-Che gli hai detto?-chiedo.
-L' ho cacciato: non eri sveglia, e non volevo che lui ti vedesse.-mi risponde sincero Legolas. Mi avvicino a lui, poso la mia mano sulla sua guancia e lo bacio. Lui mi prende la mano, ma non la caccia, la lascia rimanere lì dov'è.
Senza interrompere il nostro bacio, lui mi si avvicina e piano mi fa stendere lungo il letto. Si mette sopra di me, però si regge con i gomiti sul letto, in modo che non mi schiacci. Metto le mie braccia lungo il suo collo, e il nostro bacio delicato si trasforma in un bacio appassionato.
Senza preavviso, sento la pancia come scoppiare, e interrompo il bacio tra me e Legolas. Alzo la testa per vedere la pancia (che idiota che sono, ho i vestiti addosso), ma (evidentemente) vedo il vestito, senza capire perché il ventre mi fa così male.
-È successo qualcosa?- chiede subito Legolas, pronto per toccarmi il ventre. Blocco la sua mano con la mia, e cerco di alzarmi.
-Devo prendere una cosa...-dico con sforzo.
-Tauriel, te la vado a prendere io, ma resta qui.-mi dice lui- Dimmi cosa devo prendere.
-No, vado a prenderla io, non ti preoccupare...
-Non ti reggi in piedi.-mi ricorda- E poi devi stare ferma, sennò ti farà più male. Cosa devo prendere?
-Nella camera dove stavo-dico-ho visto dell' erba di salice. Prendi anche l' erba Abra, quella di fructis, e del disinfettante.
-Vado, però resta qui.-Mi raccomanda. Mi dà un bacio sulla fronte, e veloce esce dalla stanza.
Sento come se dentro la pancia ci siano delle fiamme. Il dolore è imparagonabile, però non ci riesco proprio a stare sdraiata sul letto; mi alzo e barcollante, mi dirigo verso la poltrona davanti al camino. Mi siedo, e già sento il dolore affievolirsi, ma non vuole tacere.
Le fiamme del legno che brucia potrebbero essere un bello spettacolo, ma non adesso; devo trovare qualcosa per distrarmi.
Prendo i fogli che sono sul tavolino (Non dovrei, sono oggetti di Legolas, ma ho bisogno di distrarmi); sono bellissimi. I disegni sono ad acquerelli, alcuni a carboncino. Uno raffigura Bosco Atro, un altro il Palazzo, poi c'è un ritratto di Thranduil, poi le guardie tutte in fila, e poi... ci sono io?!
Guardo gli altri fogli, e noto che tutti mi raffigurano; in uno sto scoccando una freccia nella foresta, in un altro sto guardando le stelle in una vallata nella foresta, in un altro indosso un vestito lunghissimo verde, con ricamati fiori dai mille colori, e tengo in mano un mazzo di rose di Ambra, con i capelli sciolti lungo la schiena. In un altro, è un mio ritratto; indosso un corpetto con la scollatura a cuore, ma questo è dorato, e i capelli sono raccolti in una conca, e ho un sorriso imbarazzato. In un altro, sono nella palestra degli allenamenti, con indosso un paio di pantaloni elastici aderenti neri, con una maglietta bianca, mentre i  capelli sono raccolti in una coda di cavallo. In un altro ancora, mi raffigura mentre dormo, dopo la battaglia, quando ero ferita e stavo riposando in quella camera.
Sono bellissimi questi disegni, e la cosa che mi stupisce di più sono i dettagli e l' attenzione per il disegno: non credevo che Legolas facesse caso a come mi vesto, o il comportamento che ho nelle varie situazioni, anche in quelle quotidiane.
Continuo a osservare gli altri disegni, e ne trovo uno che mi piace più degli altri; Siamo io e Legolas, sotto il salice, nel giardino reale, ed è notte, si vedono in lontananza le luci del campo quando si festeggiava. Legolas mi sta abbracciando, e io ho il viso affondato nel suo petto.
La porta si apre; mi giro di scatto verso Legolas, che tiene in mano le boccette e le fialette che gli avevo chiesto.
-Non sapevo che eri così bravo a disegnare.-gli dico.
-Non lo sapevo neanch'io.-Ammette lui-Ho iniziato a disegnare dopo la battaglia.
-Hai un talento vero e proprio.- mi complimento con lui
-Come stai? Ho portato quello che mi hai chiesto.
-Mi sento come se bruciassi dentro.-dico. Guardo fuori dalla finestra: è buio pesto.- È notte. Ma che ore sono?
-Mezzanotte passata.- sistema le fialette sul comodino.-Mio padre è a dormire.
-Ma dove sono le sue stanze?-chiedo.
-Lontane da qui.
-Non dovrebbero essere vicine alle tue?
-Be', dovrebbero, ma ho chiesto il trasferimento più vicino agli armamenti delle guardie- mi risponde Legolas-Così, in caso di problemi, sarei stato tra i primi ad esserne a conoscenza.
-Strategico.-osservo.
-Grazie. Ora cosa vuoi fare con queste erbe?
-Spero di preparare una cura per alleviare il dolore.
Mi siedo sul letto e inizio a preparare la cura, facendo attenzione a non scambiare le dosi.
-Tauriel, stai sanguinando...-mi dice Legolas.
-Cosa?!
Mi guardo il ventre; il vestito è rosso sangue, e lo sto perdendo dalla ferita bendata. Devo disinfettare la ferita e cambiare le bende.
-Ma perché?-chiedo spaventata.
-Ti fa male?- mi chiede Legolas, senza smettere di guardare la mia pancia.
-Mi fa male, ma non mi ero resa conto che stavo sanguinando.
-Vuoi che me...
-Non importa. Resta qui.- gli dico. Un po' mi vergogno di spogliarmi  davanti a Legolas, ma d' altronde, ho bisogno d' aiuto per cambiare le bende, e se mi sento male, non potrò contare sull' aiuto di nessuno.
-Va bene.-dice lui.
Metto la cura sul como', e prima di spogliarmi, guardo Legolas; lui guarda altrove. Siamo imbarazzati tutti e due, come due bambini.
Mi alzo dal letto, e abbasso il vestito fino alle anche. Rimango in reggiseno. Guardo la fasciatura; è zuppa di sangue, e vederlo mi fa salire l' ansia (Non mi piace vedere il mio sangue), mi dà un senso di disgusto.
Inizio a togliermi la fasciatura.
-Puoi prepararmi delle bende?-chiedo a Legolas. Annuisce, e inizia a prendere le bende e a tagliarne dei pezzi.
Mi siedo sul letto, e inizio a pulire la ferita col disinfettante e del cotone: la ferita è abbastanza pulita, ma è rimasta un po' aperta (Chi mi ha curato ha fatto un buon lavoro), e potrebbe infettarsi. Fa veramente male toccarsi, ma cerco di resistere; sono addestrata a resistere al dolore.
Finisco di pulire la ferita, e ora devo mettere la cura che ho preparato; prendo la ciotolina con la cura (ha assunto sembianze di una crema), ma esito a mettermela. Ho già sentito troppo dolore, e ho imposto a me stessa di non cedere, ma se continuo a curarmi da sola, di questo passo, più che curarmi, mi torturo. Il mio problema è che quando mi curo, impongo troppa forza, e mi faccio parecchio male (Mi faccio male da sola).
-Vuoi che te la metta io?-mi chiede gentile Legolas.
Esito, ma poi annuisco. Mi prende la ciotola dalle mani.
-Sdraiati, perfavore.
Obbedisco.
Inizia a spalmarmi la crema sulla ferita. Non sento dolore, e questo mi fa capire che prima sono stata troppo dura con me stessa.
-Dimmi se ti faccio male.-mi raccomanda.
-Va bene.
-Ti sei tagliata i capelli?-mi chiede.
-Sì.
-Perché?- mi chiede gentile.
-Li trovavo noiosi, e così li ho tagliati.
Sento le sue mani cercare di essere il più delicate possibili.
Penso al quel vino, quel vino schifoso che mi collega alla mia famiglia: forse potrò trovare la mia famiglia lì, dalla zia, e finalmente potrò abbracciarli.
Devo trovare un modo per arrivare lì.
-Legolas?
- Mmh...
-La mia famiglia... forse è laggiù.
-Vuoi andarci?
-Sì.
Legolas smette e mi guarda negli occhi.
-Tauriel, è molto lontano da qui, e non siamo sicuri che siano veramente loro.
Mi alzo di scatto con la schiena.
-Devono essere loro.-dico seria.
-Tauriel, non voglio perderti di nuovo...
-Non mi perderai.-insisto.-Devo trovarli. Sono lì!
-Tauriel, è pericoloso. E non posso rischiare di non rivederti più.
-Legolas, non morirò durante il viaggio, ho fatto missioni molto più rischiose di questa.
-Non mi riferivo al fatto che tu potresti morire durante il viaggio...
Istintivamente lo abbraccio.
-Non mi perderai...-ripeto.
-Se li trovassi davvero? Se loro fossero lì? Tu starai di sicuro con loro, e non tornerai più da me...-dice Legolas con un filo di voce.
Lo guardo in faccia, e i nostri sguardi si incrociano.
-Tornerò.-gli dico.
-Voglio venire con te.-dice deciso.
-Legolas, tu non c'entri.-dico.-È la mia battaglia.
Legolas prende dal comodino una lettera: ha un nastro rosso, ed ha il marchio di una montagna impresso con la cera. Il mittente è 'sua maestà Re sotto la montagna'.
-L' ha portata il nano per te.- mi dice Legolas.
Apro il foglio, e leggo:
-Cara Tauriel,
Sei invitata all' incoronazione di  Kili ScudoDiQuercia, futuro erede al trono, nominato dall' assemblea dei saggi nani del Regno nanico.
Fai parte dell' onorevole gruppo dei parenti e amici più intimi del futuro erede al trono, e il re stesso ti invita al proprio tavolo assieme ai suoi amici fidati e alla sua famiglia. Ti invitiamo coortesemente a partecipare.
L' incoronazione si terrà il giorno 31 Gennaio di quest'anno.
La cerimonia si terrà alle 11:00, ma (siccome ospite d' onore), teniamo opportuna la sua presenza il giorno precedente, ossia 30 Gennaio, per preparazione e ospitalità diretta col futuro erede al trono.
Ha diritto ad essere accompagnata da una persona di sua fiducia, questa sarà accolta e a sua volta preparata per la cerimonia.
Cordiali saluti,
                     Kili ScudoDiQuercia,
    Futuro Re Sotto La Montagna.

Finito di leggere, guardo Legolas, pensieroso. Aspetto che dica qualcosa.
-Ci andrai?-mi chiede.
-Sì.-rispondo.-È venuto a farmi visita, e credo che voglia sapere se mi sia ripresa o no. Tuo padre l' ha ricevuta?
-No, credo sia per il fatto che l' ultima volta gli abbia spedito un esercito di elfi a combattere contro di loro.
-Oh...-mi limito a dire. Legolas inizia a fasciarmi la ferita. Tanto non credo che a Thranduil importi se lui sia stato invitato o meno all' incoronazione di Kili.
-Porterai qualcuno con te?- mi chiede Legolas, mentre mi fascia la ferita.
-Sì.
-E chi?- mi chiede con sorriso malizioso.
-Ci devo ancora pensare...-dico, a mia volta maliziosa.- Ei, ma che giorno è oggi?
-Il 29.
COSA?!?!
-Quindi domani devo andare da lui?!
-Già. Fatto.
Ha finito di fasciarmi la ferita.
-Ti fa male?- mi chiede Legolas, toccandomi il ventre.
-No.
-Neanche dentro?
-No.
Il dolore mi è passato, e il bruciore è sparito. Credo sia il tocco di Legolas a fare miracoli.
-Grazie.- gli dico, baciandolo sulle labbra.
Lui mi prende per le coscie e mi posiziona sopra di lui, io seduta sulle sue gambe.
Schiudo le labbra e sento la sua lingua in bocca.
Sento il bisogno di avere di più da lui. Il mio corpo ha bisogno di lui.
Faccio scivolare le mie mani lungo la sua schiena ancora coperta dalla maglia che indossa.
Legolas inizia a tastarmi il sedere; un po' mi sorprende, ma mi piace, e non mi scompongo.
Poi, lui interrompe il bacio e si allontana un po' da me: sento la mia faccia assumere un' aria interrogativa, ma lui si toglie la maglietta e ricomincia a baciarmi e a toccarmi. Dopo un po', ci stacchiamo per prendere aria, e Legolas inizia a guardarmi il seno.
-Posso toglierti il reggiseno?-mi chiede. Un po' mi imbarazza questa domanda, ma annuisco.
Dolcemente, sento le sue mani raggiungere il ferretto del reggiseno, e me lo toglie piano.
Lascia cadere sul letto il mio reggiseno, e entrambi ci mettiamo a guardare il mio petto.
-Sei bellissima...-mi dice Legolas sorridente, guardandomi negli occhi. I suoi occhi sono così belli: sono azzurri come il ghiaccio.
- Grazie.
Gli tocco il petto; è così muscoloso, e più lo guardo, più penso che assomigli a un dio.
È semplicemente perfetto, ma io non lo amo perché è perfetto, io amo il suo modo di dimostrarmi quanto non lo è.
-Ti amo.- gli dico.
-Ti amo anch' io.-mi dice sorridendomi. Avvicina le sue labbra alle mie, e istintivamente prendo il suo viso e lo bacio.
Sento le sue mani toccarmi per tutta la schiena.
Legolas si stacca da me, e inizia a baciarmi lungo il collo. Mi fa rabbrividire dal piacere.
-Ti amo da impazzire, Tauriel, ti amo da impazzire.-mi ripete, senza smettere di baciarmi.
Mi bacia lungo il collo, fino al seno; mi stende leggermente sul letto, e inizia a baciarmi il seno.
Mi sento stanca, ma eccitata. Dopo un po' anche Legolas si stende accanto a me, e mi prende per mano.
-Ti amo.- mi dice.
-Ti amo anch'io.
-Ti amo. Non te lo dico per dire, ma te lo dico perché tu te lo ricorda sempre.- mi dice, con un sorriso pieno di soddisfazione.
-Non c'è bisogno che tu me lo dica, basta che tu rimanga con me.
-Sempre.
-Sempre.-ripeto. Mi dà un bacio sulle labbra.
-Buona notte.
-Buona notte.
Mette la sua mano sul mio fianco, in modo da abbracciarmi.
Io mi addormento fra le sue braccia, e per la prima volta in vita mia dormo nel Palazzo senza fare incubi.

La Figlia Di Bosco Atro (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora