Capitolo 32

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LEGOLAS
La accompagno nella sua camera.
Lei mi fa entrare e chiude dietro di sé la porta.
-Ora mi dici tutto!-mi raccomanda lei. Ci sediamo sul divanetto davanti al letto; ci sono un sacco di vestiti che sembrano voler uscire dall' armadio semiaperto.
-La tua famiglia era venuta a cercarti a Palazzo qualche settimana dopo l' incidente.-inizio a dirle-Dissero a mio padre che cercavano una bambina dai capelli rossi e dagli occhi verdi, sui 6 anni, e ritenevano che fossero la loro figlia e sorella di nome Estele. Mio padre capì subito che si riferivano a te (anche se non ci avevi mai detto il tuo nome), ma guardò con sospetto la tua famiglia, poiché si ritenevano i cacciatori, ma tu avevi detto che loro erano una semplice famiglia della periferia povera della città. Mio padre non ti avrebbe mai lasciato a un gruppo di cacciatori che non corrispondevano alla tua descrizione, e disse di non averti mai ospitata. Non solo mentì per questo, ma mentì credo anche per il fatto che avevo trovato finalmente un' amica che non avrebbe dovuto allontanare, poiché avrebbe badato lui a te, come con me.
Tauriel era così attenta alle mie parole, e non vedevo più la rabbia nei suoi occhi, e io ne ero così grato; non volevo che questo rovinasse la nostra relazione, peggio ancora la nostra amicizia.
-Tuo padre... Tu quando seppi di questo?-mi chiede.
-Mio padre me lo disse circa un mese dopo la visita. Ero arrabbiatissimo per il suo egoismo, anche se voleva solo rendermi felice. Una parte di me era felice di quella scelta, ma l' altra parte mi diceva che ero stato uno stronzo (come mio padre) ad averti portato via la tua famiglia così. Non eravamo sicuri che quella fosse stata veramente la tua famiglia, ma potevamo fartela vedere, per capire se quella era veramente la tua famiglia...
-Così...-inizia lei a dire.
-Estele, mi sono sempre sentito un grande stronzo. Sono stato uno stronzo a non dirtelo, ma avevo paura di rovinare tutto, tenevo troppo a te per perderti. Ti chiedo scusa, per tutto il dolore che ti ho procurato, e so che probabilmente non mi perdonerai, e me lo merito. Ti chiedo scusa.
Aspetto una sua risposta; so che non mi perdonerà, che se ne andrà e che non mi parlerà mai più, ma voglio solo stare qui con lei, perché probabilmente sarà l' ultima volta che le starò così vicino.
Cazzo, mi faccio schifo da solo: Quale amico nasconderebbe la famiglia della persona a cui tiene di più solo per tenerla vicino a sé?
Quello che fa Tauriel, mi lascia a bocca aperta, che Non riesco meno a crederci: si butta ad abbracciarmi stretto. Sento il suo profumo di gelsomino.
Mi sento paralizzato, non riesco a muovere le braccia, il mio stupore mi ha sorpreso fin troppo.
-Legolas,ti perdono...-è l' unica cosa che riesce a dire.
Riprendo il controllo delle braccia, e subito la abbraccio.
-È difficile da dire, ma penso che se fossi stata in te avrei fatto lo stesso.-continua lei.-Tengo troppo a te per perderti.
Sento un' esplosione di gioia dentro di me, come se avessi fuochi d' artificio che scoppiano dentro di me.
Mi alzo e la prendo per i fianchi, per poi alzarla da terra farla roteare. Lei si tiene con le mani sulle mie spalle. La vedo sorridere guardandomi, e sento lo stomaco esplidermi dalla gioia; ogni volta che sorride è uno spettacolo per gli occhi.
La poso per terra, e lei mi prende il viso e posa le sue morbide labbra sulle mie; sento il suo alito sapere di vino, ma credo che il mio alito sia molto peggiore. La sua lingua gioca con la mia, e sento la felicità travolgermi; Chi se lo sarebbe mai immaginato? A parer mio, è stata troppo gentile con me, ma del resto, io avrei fatto lo stesso con lei. La abbraccio per la vita, e restiamo così per un po', e poi ci stacchiamo per riprendere fiato.
-Ti amo da morire.-le dico.
-Ti amo anch'io.

La Figlia Di Bosco Atro (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora