CAPITOLO 42

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TAURIEL
Giuro. È terrificante. Non ci sono parole per spiegare la mia paura per quella donna.
Costretta a vestirmi come una principessina, correrle dietro per tutto il Palazzo, fare i suoi comodi, e ora pretende che io la faccia divertire. Ma per chi mi ha presa? Va bene, Thranduil mi aveva detto in privato di cercare di essere gentile con quella, di accontentare le sue richieste, ma adesso sta diventando una vera tortura. Meno male che sia arrivata un' ancella ad avvertirci che tra mezz' ora sarà pronta la cena. Mi ha risparmiato una scocciatura. Ma eccone presentarsene un' altra.
-Bene, allora dobbiamo prepararci Tauriel.-dice pronta Miss Campell. Mi si gelano le vene sentendola.-Non vorrai mica andare a cena così, vero?
Be', no. Ma i gusti che ha per i vestiti che mi costringe a farmi indossare non sono adatti a me.
-N-no.-dico. Mi alzo dal divano della camera dei vestiti di Miss Campell, per poi prendere i miei soliti vestiti.
-Non vorrai vestirti in quel modo, vero?!-dice disgustata Miss, guardando i miei vestiti che avevo in mano.
-Miss, mi hanno ordinato di dirvi che questa sera saranno presenti dei cari ospiti di Sua Maestà.-mi informa l' ancella.
-Allora nessun problema!-dice entusiasta la principessa-Dubito che Tauriel sia stata invitata ad un evento così importante!
'Meglio così!' Penso 'Mi risparmierò uno di quegli abiti!'
-Miss Campell,-la interrompe l' ancella-Sua Maestà ha invitato anche Miss Tauriel alla cena.
-Ah,-dice un po' sorpresa lei-allora Tauriel dovrò sceglierti un abito che si addica meglio a te!
-Vi ringrazio, Miss Campell,-dico, freddamente gentile-Ma sono perfettamente in grado di scegliere un vestito adatto alla serata. Con permesso.
Esco dalla stanza, per poi dirigermi verso il mio vecchio alloggio del Palazzo, e che adesso è di nuovo una mia casa, solo che questa sarà temporanea, poiché ho già chiesto a Alcarohtar se può ospitarmi a casa sua finché non trovo una nuova abitazione. Mi dispiace per la casa che avevo (quella che ho appiccato), era la prima casa che ero riuscita a comprarmi, e adesso mi ritrovo a cercarne un' altra.
Eccola, soliti mobili, solo che gli oggetti che erano nelle stanze, quelli a cui tenevo, ora sono solo cenere. Non importa però, perché la fede di papà l' ho regalata ad Eruannie, la figlia che non ha ricordi con suo padre. Mamma era così contenta quando l' ho data a lei.
Nell' armadio ci sono (stranamente) dei vestiti della mia taglia; ci sono anche degli abiti da sera, uno lo potrei mettere stasera.
Ne provo qualche d' uno, e decido che mi metterò un abito lungo con una gonna nera, il petto color beige, sulle spalline dei fiori delle stesse tonalità dei colori dell' abito, idem per la cintura, con uno spacco che posso nascondere tra le pieghe del vestito, ma che mi consente di prendere il coltello allacciato alla coscia. Mi lego i capelli in uno chignon, lasciando però libera la mia ciocca ribelle. Con mia sorpresa, scopro che ci sono anche delle scarpe della mia misura, e prendo un semplice paio di ballerine nere (odio i tacchi).
Lo specchio mi mostra la fronte priva della ferita che avevo, solo una lieve cicatrice che sparirà col tempo.
Toc Toc.
Vado ad aprire alla porta, e trovo un' ancella che mi accompagna da Miss Campell, sotto suo ordine. Lei indossa un abito vaporoso sulle tonalità del rosso, pieno di perline e pietre sulla gonna. Anelli che le impreziosiscono le mani, degli orecchini che sembrano molto pesanti, date le perle che unisce. I capelli sciolti, e sempre con del trucco molto pesante.
-Bene, così mi accompagni Tauriel!-dice allegra lei, prendendomi a braccetto. Sono sicura che quella mi detesta, ma devo cercare di mantenere la calma. Per fortuna sono riuscita a camminare senza inciampare nei miei passi, e sono sicura che entro domani sarò come nuova. Le ancelle ci accompagnano alla sala da pranzo, e quando siamo davanti alla porta della sala, ci precedono ed entrano per presentarci.
Quando entriamo, l' unica cosa che vorrei fare è sprofondare nel vestito, scomparire magari. Non so perché, e non so se è la mia immaginazione, ma mi sembra che tutti stiano guardando me, pure Thranduil. Miss Campell tiene la testa alzata, come orgogliosa di sé, strattonandomi per rimanere al suo passo.
-Buonasera, Miss Campell, Miss Estele.-dice Thranduil, davanti a noi. Io e la Miss ci inchiniamo. Ancora non sono a tavola, ma gli ospiti non smettono di guardarmi; io cerco di ignorarli, ma è difficile, perché vorrei osservarli anch' io.
-Miss, vi presento i miei ospiti:-ci dice Thranduil, allungando un braccio nella direzione di Legolas e gli ospiti- il signor Bilbo Baggins, Frodo Baggins, Aragorn figlio di Arathorn II, ed infine Gandalf il Grigio.
Facciamo un inchino, e loro non sono da meno. Non mi azzardo a guardare Legolas, non saprei cosa fare o cosa dire: più penso a lui, più credo che io non mi meriti il suo amore. Non so, forse è paura, ma so che io lo amo; so di non essere molto brava a mostrare i miei sentimenti, ma credo che l' amore deve essere una cosa intima, privata, non una sensazione da mostrare a chiunque, qualcosa di prezioso, di speciale, di fragile, qualcosa di profondo e intenso, qualcosa di immortale.
Non credo di meritarmi così tanto da lui. Io so di provare amore per lui, quell' amore profondo e intenso, quell' amore importante e immortale.
Forse vi chiederete 'Se lo ami così tanto, perché dici di non meritarti il suo amore?'
Be', forse perché io non posso dargli nulla di concreto, non sono una contessa, non sono una duchessa o una principessa, e Thranduil mi ha sempre considerata un' incosciente e una spericolata, e non ha tutti i torti se cerca di allontanare suo figlio da me. Nemmeno io mi vedo una principessa, o peggio, una regina, ma sono pronta a diventarlo per Legolas. Devo cercare di pensare a noi due, e non a quello che pensano gli altri.
-Bene, credo sia il momento di sederci a cenare.
Thranduil si siede a capotavola (ovviamente), e noi lo imitiamo.
Ai suoi lati, Legolas e Gandalf. Accanto a Legolas, si siede pronta Miss Campell, e io costretta a sedermi accanto a lei. Dall' altra parte del tavolo, Aragorn e Frodo, Bilbo di fronte a Thranduil (e accanto a me).
La tavola piena di prelibatezze, anche se i camerieri ci riempono il piatto. Durante la cena, gli ospiti chiacchierano allegramente tra loro, ma io cerco di non parlare, di rimanere zitta, aiutata dal fatto che nessuno mi parla direttamente, se non Miss Campell che non fa che cercare la mia approvazione sui suoi gusti. Però poi Bilbo cerca di sostenere un argomento con me, e non riesco a non rimanere in silenzio con quell' hobbit così gentile, e così finiamo per cimentarci raccontandoci i viaggi e le avventure che ciascuno a vissuto, mentre Frodo ci ascolta attento, e spesso ci chiede dettagli e descrizioni e personali commenti.
-Tauriel, non credi che il mio vestito sia bellissimo?-ci interrompe Miss Campell, aspettando ovviamente un approvo, magari con qualche complimento.
-Sì.-dico senza mostrarle alcun interesse. Non sembra molto soddisfatta della mia risposta, ma a quanto pare le sue uniche attenzioni sono per Legolas.
-Oh, Legolas, non pensa che stasera Tauriel sia carina?-dice poi, forse per attirare l' attenzione del principe, che come me non vuole darle la minima attenzione. Quasi mi va di traverso l' acqua che stavo bevendo, e le lancio uno sguardo, in attesa di capire le sue intenzioni che saranno di sicuro a mio sfavore.
-Oh sì,-dice calmo lui, guardandomi- stasera Miss Estele è meravigliosa.
Abbasso lo sguardo sul mio piatto, cercando di non arrossire. Mi riprendo subito, cercando di ignorare chi mi osserva.
-Legolas-Miss Campell si gira a guardarmi, ma torna subito a guardare Legolas.-Non crede che Tauriel è una donna priva di questo nome? Non ha la gentilezza di una fanciulla, non ha un portamento grazioso, ha dei gusti molto discutibili sui suoi modi di vestire, e inoltre, ovunque vada porta con sé armi micidiali.
'La gentilezza per non ficcarti una forchetta nell' occhio però ce l' ho.' Penso. Che rabbia, ma perché non sta mai zitta?! Inoltre, le sue parole hanno fatto tacere tutti, attenti al mio viso e alle sue parole.
-Non lo penso minimamente.-dice calmo Legolas.
-Miss Campell,-dico ferma, pulendo col togliavolo il coltello con cui stavo tagliando la carne-Mi spiace correggerla, ma se non l' avete notato, io non sono una donna, o perlomeno, non sono una donna umana.
-Sì, lo so, ma io intendevo che tu non hai, ecco, 'femminilità'.-ribatte lei, un po' incerta se allontanarsi da me o no, senza smettere di guardarmi pulire il coltello.-Spero che non ti sia offesa.
-No-dico fredda, senza smettere di guardare il coltello-Non mi sono offesa.
La guardo, mostrandole sicura che non ho intenzione di farle del male. Poggio il coltello sul tovagliolo, lasciandolo lì. Dovevo mostrarmi forte, Thranduil mi stava guardando, e volevo dimostrargli che infondo non sono così incosciente come crede, e che posso mantenere la calma e non lasciare che l' istinto mi domini.
Dopo la cena, ci spostiamo in un salotto, dove ci sono librerie contro i muri, ma non mancano i tavoli da gioco e i divani. Io mi siedo su uno di quest' ultimi, osservando Thranduil, Miss Campell, Aragorn, Legolas, Bilbo e Gandalf giocare ad uno di quei tavoli. Frodo si siede accanto a me.
-Frodo-dico un po' sorpresa-Non amate giocare?
-Non mi appassiona molto-risponde- e voi?
-Non mi piacciono le carte.-rispondo.-Vi piace la lettura?
-Solo le descrizioni delle creature. Sentendovi parlare col signor.Baggins, immagino che voi ne abbiate viste molte di creature fantastiche.
-Abbastanza da poterle raccontare agli interessati.
-Potrebbe raccontarmi?
Parlammo per un' ora buona di creature fantastiche, raccontandoci poi le nostre razze, le tradizioni e la vita quotidiana di ciascuno. Era piacevole parlare con Frodo: era un buon ascoltatore, e mi sembrava uno hobbit curioso, impaziente di conoscenza, ma era un animo gentile, e guardarlo mi trasmetteva tranquillità e pace.
A quanto pare, la partita era finita, e i giocatori dell' altro tavolo si erano avvicinati a noi, ascoltandoci (forse perché non avevano niente di meglio da fare). Poco dopo entrarono dei musicisti che si sistemarono all' angolo della sala, iniziando a suonare in armonia una musica allegra, che invitava a ballare. Entrarono dei camerieri che spostarono i tavoli, liberando la sala, adesso adatta per ballare.
-Legolas, non vi va di ballare?- Chiede allegra Miss Campell, in piedi e impaziente di ballare.-È irresistibile la tentazione! Venite!
Prima che lui possa rispondere, lei lo prende per la manica del vestito e lo porta in mezzo alla sala, ballando allegra.
Gli altri si girano a guardarmi, ma io li ignoro, continuando a chiacchierare con Frodo.
-Scusate se vi interrompo-ci si avvicina Aragorn-Miss Tauriel, mi fareste l' onore di un ballo?
Allora, io non ballo mai con un accompagnatore che non sia Legolas o uno dei miei fratelli, ma credo che forse potrei fare anche lo sforzo di ballare con Aragorn, dato che sono l' unica accompagnatrice rimasta nella sala.
-Con piacere.-rispondo, posando la mia mano sulla sua, che mi stava porgendo.
Danzo con Aragorn fino alla fine di quel brano. Appena finito, mi rimetto al posto sul divano dove stavo prima.
-Siete già stanca, Tauriel?-mi chiede Thranduil.
-Non mi appassiona molto la danza, Vostra Maestà.-rispondo.
-Ma potreste fare lo sforzo di ballare assieme a me al prossimo ballo?-mi chiede Thranduil.
-Se me lo chiede Sua Maestà, sarà un onore.-dico fredda. Non ballerei mai con Thranduil, ma il suo sguardo assassino mi suggerisce che non sarà poi così orribile un ballo. Ci alziamo e andiamo in mezzo alla sala, e dopo esserci fatti un breve inchino, iniziamo a ballare un lento. Ci guardiamo freddi, entrambi senza mostrare un sentimento sul volto. Abbasso lo sguardo a terra, cercando di non pensare a niente. Sento i suoi occhi freddi su di me, ma non reagisco in nessun modo. Sembrerebbe un ballo tra padre e figlia, ma la realtà è ben diversa; quest' uomo mi ha nascosta dalla mia famiglia, e lui per me non prova altro che odio. Un tempo avrei detto che gli sarei riconoscente per avermi ospitata e fatta entrare nella sua vita e in quella della sua famiglia, ma ora che so la verità, non sento di avere dei debiti con lui. Se ci fosse un premio per il ballo più freddo del mondo, io e Thranduil lo vinceremmo di sicuro. Era come se ballassimo in una sala fatta interamente di ghiaccio, e ci fossimo solo noi due, ma, piuttosto che cercare di ucciderci a vicenda, ballassimo, uniti solo dall' amore che proviamo per Legolas, come se cercassimo di andare d' accordo solo per lui.
Finito il ballo, ci scambiamo un breve inchino, e, con assoluta fermezza, ritorniamo a sederci ai nostri posti.
Mi salta nella mente il volto di mio padre, senza motivo; mi sorride sereno, con quella cicatrice posata sulla sua guancia, e i suoi occhi che mi mostrano la sua gentilezza, smentendo i suoi caratteri che trasmettono fermezza e distacco, assieme a severità. Sorride felice, e vedo come tende le braccia in avanti, piegandosi, e salta una bambina dai suoi stessi capelli rossi tra le sue braccia, e lui la fa girare in aria, stretta tra le sue braccia. Per lei è come volare, e non vuole nient'altro.
Mi riprendo subito, ritrovandomi di nuovo nel salone, accanto a me ritrovo Frodo.
-Di cosa stavamo parlando?-gli chiedo.
-Di niente.-risponde lui.
Silenzio imbarazzante. A tutti noi non ci rimane che guardare Legolas e Miss Campell che ballano in mezzo alla sala (o meglio, Miss Campell che costringe Legolas a ballare assieme a lei).
Alla fine del ballo, Thranduil si congeda, e noi lo imitiamo, mettendo definitivamente fine alla serata. Non è stato un disastro alla fine, no?
No, ma non è finita. Miss Campell si sarà presa Legolas tutta la giornata, ma lui è mio, e su questo non si discute.
Mi dirigo verso le stanze di Legolas, per poi bussare alla sua porta. Lui apre, ancora addosso i suoi vestiti della serata, sulla soglia della porta, un po' sorpreso di vedermi, ma sorride felice. Entro nella sua camera, chiudendo la porta dietro di me. Gli prendo il viso tra le mani, per poi baciarlo. Lui mi abbraccia, senza interompermi. Stacco le mie labbra dalle sue, per poi alzare lo sguardo e guardare i suoi meravigliosi occhi azzurri, stendendo le braccia sulle sue spalle, le mani unite dietro il suo collo.
-Ciao amore mio.-dico sorridente, felice di vederlo. Lui sorride a sua volta.
-Ciao mia amata.
-Come è andata la giornata?-chiedo.
-Uno schifo. Ti vedevo ridere sotto i baffi quando Miss Campell Non smetteva di starmi addosso.
-Mi sono divertita.-confermo.
-Nemmmo un po' di gelosia?-chiede lui, con quel sorrisetto malizioso.
-Forse un po'.-dico, accontentandolo.
-Sono felice che tu sia qui.-mi dice sorridendo tenero.
-Lo sono anch'io.
Ci sfioriamo le labbra, per poi unirle di nuovo in un caldo bacio.
-Ti amo più di chiunque altro in questo mondo.
Gli accarezzo la guancia.
-Ti amo, Legolas,-dico in un sussurro- e non c'è altra persona con cui voglia stare per il resto del mio tempo.
Poggia la sua fronte contro la mia, e inizia a giocare con una ciocca dei miei capelli, sorridendo.
-A cosa stai pensando?-gli chiedo. -A quanto sono fortunato di essere amato da te.

La Figlia Di Bosco Atro (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora