1°\ Alyce Brooks

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Tutto scorreva così lentamente sotto i miei occhi, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto ed ogni secondo erano uguali, tutto si ripeteva continuamente, non esistevano un lunedì, un sabato o una domenica, i giorni non si distinguevano, non c'era un giorno diverso dall'altro.

Non era depressione, era mancanza di affetto, la mia famiglia era si benestante in aspetto economico, ma in aspetto affettivo non era delle migliori. Mio padre era un regista, soprattutto di videoclip, era 24 ore su 24 gomito a gomito con cantanti anche famosi, viaggiava sempre e non era mai a casa, mia madre lavorava con lui, era una truccatrice e parrucchiera ed anche lei era a contatto diretto con cantanti, facevano parte dello stesso stuff quindi anche lei lo seguiva in tutti i paesi del mondo lasciandoci soli in casa con qualche domestico. Poi ci sono io con i miei due fratelli, sono la minore del trio, mi chiamo Alyce Brooks ed ho 19 anni, poi ci sono i miei due fratelli, Christoper e Mayron, con cui vado più che d'accordo, sono molto protettivi nei miei confronti essendo appunto la più piccola, il primo ha 25 anni mentre il secondo 23, viviamo a Los Angeles in una casa enorme, che solo per noi tre era troppo grande.

Mi sentivo così sola, i miei fratelli erano con me, facevano di tutto per vedermi sorridere; ho fatto molti sorrisi falsi, solo per il loro piacere, ma dentro esplodevo, ero stanca di questa vita, praticamente senza genitori e senza amore, avevo perso ormai tutte le speranze tentando il suicidio.

"Cosa ti salta in mente Alyce! Non provarci mai più, ma sei pazza?!" mi urlò contro Christoper. Si, pensa pure che io sia pazza, ma tu non sai, non sai Chris.

"lasciami in pace Chris, sono stanca, stanca di tutto, perché dovrei vivere ancora?, oltre te e Mayron non ho nessun altro, mamma e papà non ci sono, ci hanno praticamente abbandonati in questa casa del cazzo, non gliene frega nulla di noi, non l'hai ancora capito?" dissi rispondendogli con un tono molto più alto del suo, in quel momento non sapevo se ci volevano veramente bene, non avevamo detto loro molte cose, e non avevamo intenzione di dirle sennò si scatenava la terza guerra mondiale, senza accorgermene gli occhi si riempirono di lacrime e scoppiai in un lungo pianto, riuscii a stare 'serena' per due anni, ma adesso basta, sono solo una ragazza, ed una persona non può sopportare tutta questo peso, Chris mi vide parecchie volte crollare, lui e Mayron erano gli unici a rialzarmi dopo una caduta.

" prima di tutto calmati, poi non credo che non gli interessi nulla di noi, ci vogliono.. bene, siamo comunque i loro figli. Ora vai in camera tua, riposa" rispose lui con tono calmo. Feci come mi ordinò ed andai in camera mia a riflettere sulla mia vita, in questo periodo lo facevo sempre, la mia mente era occupata da infinite domande anche senza senso, ma a cui volevo una risposta, DOVEVO avere una risposta prima o poi.

***

Quella notte non riuscii a dormire, pensavo e pensavo.. un giorno anche io sarò felice? La domanda che più mi tormentava era questa, anche io sarò felice? Quando?, spero presto.

Presa dai miei pensieri solo alle 03:00 del mattino riuscii ad addormentarmi, con il viso bagnato dalle lacrime.

Delle voci mi svegliarono, era Mayron che parlava con qualcuno, probabilmente al telefono, ma non riuscii a capire chi fosse, così mi alzai e mi fermai davanti alla soglia della porta di camera sua.

"cosa?.. e perché deve restare proprio da noi?" disse quasi sussurrando. Chi doveva stare da noi? E soprattutto perché nessuno non me ne aveva mai parlato? Adesso non conto più in questa casa, nella vita dei miei genitori, non contavo nulla.

"e quando arriverà scusa? Ci sarete pure voi?.." continuò con la sua conversazione finché mi notò, aveva un'aria confusa.

"ti richiamo dopo" concluse la chiamata e si affrettò a venire verso di me capendo già cosa volevo sapere.

You Are Not Alone\\ Michael JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora