One month ago..Un mal di testa causato dalla musica troppo alta s'impadronì delle mie tempie;ma come potevo stancarmi di quella voce? Come potevo dire che non mi mancava? Non potevo negarlo: mi mancava da morire, un suono angelico per le mie orecchie, un suono che sentivo attraverso un telefono. Le mani tremavano tenendo stretti il biglietto per Los Angeles, le rotelle delle valige saltavano sull'asfalto poco fuori il mio appartamento, il rumore del motore annunciò la mia partenza, sto arrivando Michael.
Il telefono squilla e le mie orecchie udirono quel suono, totalmente all'oscuro di quello che stavo facendo.
-pronto?- dissi mettendo il viva voce.
-heyy, buongiorno- mi diede il buongiorno una voce impastata dal sonno.
-buongiorno Mike, oggi vai in studio?-
- ahah no sto a casa con tuo fratello, tu che stai facendo?-
- nulla di che sto andando al negozio- mentii.
-adori proprio quel posto- ridacchiò, ma sentivo che nella sua voce era sempre presente quella puntina di malinconia che, tra qualche ora, sarebbe sparita.
-sto a contatto per tutto il giorno con delle beatlesmaniache come me, sai quanto amo i Beatles-
-ahah certo che lo so, mi manchi piccola-
-anche tu amore- -ci sentiamo dopo okay? Ti amo darling-
-me too love-
Quasi mi dispiacque averlo lasciato così, una conversazione da nulla. Intanto la mia mente sognatrice iniziò ad immaginarsi il momento in cui le mie labbra avrebbero toccato le sue, in cui le sue braccia mi avrebbero protetto da tutto e da tutti, come qualche mese fa.
Con gli occhi fissi sulla strada e la mente su un'altra dimensione arrivai al John Lennon Airport: un enorme edificio con una vetrata blu, un via vai di persone pronte a partire con un sorriso speranzoso, altre con le guance bagnate dalle lacrime di una madre che stava per lasciare suo figlio oppure lacrime di gioia, gioia di aver realizzato un sogno, gioia di essere al posto giusto, di respirare l'ossigeno che molti anni prima respirava una grande band che stava nascendo, percorrere le strade che quei cinque ragazzi percorsero fin da piccolini e vivere nella città che vide nascere delle stelle.
Ero una ragazza che non aveva nulla di sicuro nella vita, che decideva all'ultimo minuto, ma che voleva essere felice, felice con le persone che amava, che voleva realizzare i suoi sogni, che voleva crearsi qualcosa di suo creato con le sue mani ed il suo sudore.
Ed eccomi su un aereo diretto a Los Angeles, per andare dalle persone che amo, vederle sorridere senza quella luce malinconica negli occhi.
Ci siamo: un vuoto s'impossessò del mio stomaco ed il cuore iniziò a battere più velocemente al solo pensiero di rivedere il viso di Michael e Christopher, di sentire le loro voci, poter essere quello che eravamo un mese fa, poter rivedere finalmente quei sorrisi che in quel momento erano fissi sul blocco sfondo del mio telefono. Ogni volta che mi mancavano li guardavo, hanno fatto tanto per me e credo, anzi ne sono sicura di averli delusi con questo viaggio improvviso, avevo bisogno di staccare la presa, scappare da ricordi che continuavano a torturarmi, scappare dal passato, da tutto ciò che mi faceva stare male, ma infondo mi sono rimasti vicini, non fisicamente ma con il cuore mi erano vicini, con il loro affetto, con le loro preoccupazioni e raccomandazioni, ero come la loro piccolina se non di più, volevano vedermi star bene, felice, e lo ero, con loro.
Cuffiette alle orecchie con una voce che conoscevo benissimo. Aspettami sto arrivando.
In questo mese stava lavorando con altri registi, dopo tutto quello che successe con mio padre e mia madre decise di mollare la presa e iniziare con altra gente, con uno staff completamente diverso; la situazione con i miei genitori rimase sempre tale: nessuna telefonata, nessun "come state" "che sta succedendo a casa", non sapevano nulla di quello che succedeva li dentro, non sapevano nulla di noi, i loro figli.10 ore dopo
Ancora quella sensazione di vuoto e nausea si presentò nel mio stomaco, aprii gli occhi realizzando a quello che sarebbe successo, realizzando dov'ero, realizzando che la mia vita stava ancora cambiando. Guardai fuori dal finestrino e Los Angeles era li, che mi guardava, che guardava una nuova me.
Ero emozionata, il mio petto sembrava esplodere dalle troppe emozioni: entusiasmo, nostalgia, un po di tristezza, felicità.
Dopo aver fatto il check out mi sentivo persa, non per l'orientamento della città, ma un altro tipo di disorientamento: del cuore.
Pensavo e ripensavo alla loro reazione, stavo sbagliando? Mille paranoie si fissarono nel mio cervello, infondo non potevo presentarmi un bel giorno alla porta che per più di un mese lasciai, infondo non era più mia, non pensavo fosse ancora casa mia, la lasciai, per poi tornarci come nulla fosse? Ma pensai anche a mio fratello, a Michael, non mi avrebbero mai buttata fuori, loro, la mia famiglia.
Chiamai un taxi che mi avrebbe portato dalla mia famiglia.
La voce di Paul McCartney uscì dalle cuffiette con tutto lo splendore di All my loving.Close your eyes and then i'll kiss you, tomorrow i'll miss you.
Remember I'll always be true
And then while I'm away
I'll write home every day
And I'll send all my loving to you."Signorina" una voce estranea mi chiamò. Mi resi conto di aver chiuso gli occhi per godermi in pieno la canzone. "Mi scusi, siamo arrivati" continuò l'uomo al volante guardandomi dallo specchietto.
"Oh si mi scusi, ecco a lei, grazie" risposi cercando i soldi nel portafoglio. Mi aiutò a prendere le valige ed eccomi arrivata: la mia casa, la loro casa, la nostra casa.
Tutto girava, sentivo che da un momento all'altro sarei crollata a terra, ma non potevo, la felicità di rivedere i miei ragazzi era salita alle stelle, non potevo crollare ora aspettando che uno di loro mi avrebbe tirata, per l'ennesima volta, in piedi, ce la facevo da sola. Per ora.
La casa era di fronte a me, come poteva muoversi? Sempre uguale, stesso colore, stessa porta, stesse finestre. Ero immobile ad osservare l'edificio sempre con le cuffie alle orecchie e le note di Yesterday entrarono nelle mie orecchie.Yesterday all my troubles seemed so far away.
Now it looks as though they're here to stay.
Oh, I believe in yesterday.
Suddenly I'm not half the man I used to be.
There's a shadow hanging over me.
Oh, yesterday came suddenly.
Why she had to go, I don't know, she wouldn't say.
I said something wrong, now I long for yesterday.
Yesterday love was such an easy game to play.
Now I need a place to hide away.
Oh, I believe in yesterday.
Why she had to go, I don't know, she wouldn't say.
I said something wrong, now I long for yesterday.
Yesterday love was such an easy game to play.
Now I need a place to hide away.
Oh, I believe in yesterday.Ogni volta che l'ascoltavo pensavo a come s'era sentito Michael alle parole "non ce la faccio più. Voglio andarmene". Probabilmente si sentiva come Paul in quel momento, in questi mesi. Forse si chiedeva perché, provava a darsi delle risposte ma non ci riusciva, non sapeva che mi passava per la testa, forse pensava che ero pazza, o forse pensava che ero una stronza.
Lentamente mi avvicinai alla porta d'ingresso carica di borse e valige, mi avrebbero accettata? Presi tra le mani quel piccolo oggetto in metallo attaccato alla porta, non avevo il coraggio di batterlo contro il legno, qualcosa mi fermava: la paura.
Avevo paura di mio fratello e del mio ragazzo, non di loro come persone, ma della loro reazione: potevano essere felici come delle pasque, oppure arrabbiati, e non gli avrei dato torto.
Bussai, ed a quel suono, a quel movimento, il cuore aumentò ancora di più la velocità dei battiti.Boooooonjourrr, eccomi dopo secoli e millenni tornata con il nuovo capitolooo!! Lo so, ci ho messo molti giorni per finirlo, ma volevo fosse bello, fatto bene (non che gli altri non siano fatti bene, ma questo in particolare richiedeva più "lavoro"?).. Diamo ufficialmente il via a questa storia? Ahh ricordatevi in nuovo nome per la protagonista🖐🏻😉
P.s non odiatemi per come si concludeeee
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You Are Not Alone\\ Michael Jackson
FanfictionQuesta è la storia di Ivy, ha tutto nella vita, tranne i suoi genitori ed il loro amore. Oltre a due fratelli maggiori non ha nessuno. Decide di dire 'basta' a quella situazione, di dire 'basta' a quella vita, cambierà completamente. Poi un'incontr...