24// Air And Tears

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Deglutii non appena la maniglia si abbassò e la borsa che tenevo stretta tra le mani cadde a terra, ormai il cuore bussava contro la cassa toracica chiedendo di essere liberato; tutto ciò s'interruppe quando la porta scoprì il volto di Michael, tutto si fermò e quasi non respiravo. I nostri occhi s'incontrarono finalmente, dopo mesi di distanza eravamo di nuovo insieme; aveva un espressione incredula, serena, scioccata, non aspettai più un secondo, ero già in lacrime tra le sue braccia. Era un sogno.
"Sei davvero tu Ivy" disse toccandomi i capelli con la voce interrotta. Si sono io Mike, la TUA Ivy.
"Certamente, non voglio più starvi lontana, mi mancate ovvero mi mancavate, ora non ci credo è come se-" stavo parlando troppo velocemente, di sicuro era confuso, di sicuro era stupito e voleva tanto quanto me sentire le nostre labbra unite dopo molto tempo di mancanza; mi prese il viso e lo avvicinò al suo, le nostre fronti si scontrarono ed i nasi si sfioravano, gli sussurrai un semplice "ti amo", da due parole banali si poteva capire tutto, delle semplici lettere che si uniscono per formare due parole così importanti, due parole che riescono ad esprimere l'amore che c'è tra due persone e molte volte l'amore è troppo tanto che le particelle della parola non riescono a descriverlo, come il nostro. Le nostre labbra si unirono dolcemente, quasi come una danza, il bacio più bello che potesse darmi ed un'altro "ti amo" uscì da esse.
Ormai staccati ma allo stesso tempo uniti, mi aiutò a portare in casa le valige, nulla cambiò: la trovai come la lasciai.
"Chris?" Chiesi guardandomi in torno e lui sorrise; da quando ci siamo visti quelle labbra non stavano mai chiuse, come le mie.
"Sta uscendo con una ragazza" rispose guardandomi dolcemente, come se fossi la piccolina da proteggere, qualcosa di delicato che non andava assolutamente rotto.
"Non me ne ha mai parlato" dissi guardandomi le mani. Ero leggermente triste per il fatto che non mi parlava di una ragazza, o ero io che non glielo permettevo? Si assicurava di come stavo io, cosa facevo io, se stavo bene io.
"Tra poco saranno a casa, è dolcissima" rispose salendo le scale accompagnato da me. Ed io ero la stronza. Silenzio, l'unica voce che si sentiva era quella del silenzio, i piedi battevano sui gradini ed i respiri regolari; solo in quel momento mi resi conto che probabilmente era successo altro, che io non sapevo o che non mi hanno voluto dire. Una strana sensazione avvolse il mio stomaco, una sensazione mai provata prima, se li avrei persi?
"Sei dimagrita" annunciò entrati in stanza con gli occhi fissi sul mio corpo. È stato un mese strano: non avevo mai fame, e non sapevo il motivo, un panino al giorno mi saziava.
"Davvero?" Cercai di nascondere la consapevolezza, ma se ne accorse, Michael Jackson si accorgeva di tutto, semplicemente osservando, osservando gli occhi, i movimenti, la voce, tutto.
"Non mentirmi, lo sai che è così, che succede? Che sta succedendo?" Disse preoccupato prendendomi le mani, il problema era che nemmeno io lo sapevo, che stava succedendo?
Una lacrima, due, tre, quattro e in qualche secondo ero di nuovo in lacrime stretta a lui, lacrime diverse da quelle di qualche minuto fa. Era così: avevo paura di perderli; ero consapevole che era stata una mia scelta allontanarmi da tutti, ma cercavo in qualche modo di colmare la mancanza chiamandoli, sentendoli, ore ed ore a parlare con loro di notte, ma non servì a nulla.
"Non lo so" dissi tra le lacrime ancora abbracciata a lui, come se non volevo lasciarlo più, come se eravamo una cosa unica, anzi lo eravamo veramente.
"Non piangere, ci sono io" cercò di calmarmi ma continuavo a piangere più sonoramente, forse era questo che avevo dentro per tutto il tempo, forse era questo il motivo del mio mal di stomaco la mattina, del nodo alla gola, della mia nutrizione se così si poteva chiamare: avevo paura di perderli e non me ne accorgevo, pensavo fosse normale dopo quello che mi successe. Sei una stupida.
Mi accarezzava i capelli, adoravo quando lo faceva, mi tranquillizzava. Restammo così finché non sentimmo la porta aprirsi e due voci che ridevano, il cuore tornò a fare capriole, lentamente si staccò dal mio abbraccio, mi guardò negli occhi per qualche minuto e mi asciugò le lacrime con il pollice.
"Michael! Come mai tutte queste borse?" Disse mio fratello dal piano di sotto, a quel suono non ce la feci più.
"Nulla abbiamo un ospite" rispose il riccio di fronte a me guardandomi.
Mano nella mano scendemmo le scale il più velocemente possibile ed eccolo, il mio fratello maggiore con gli occhi spalancati e le lacrime agli occhi; gli saltai letteralmente tra le braccia.
"Non te ne andare più" disse stringendomi più forte tirando su col naso, non lo volevo lasciare, e nemmeno lui voleva lasciare me, insieme.
"Mai più" sussurrai al suo orecchio in preda alle lacrime ed ancora mi strinse più forte proteggendomi dalla fuga, proteggendomi dal mondo.
"Ti voglio bene sorellina" "ti voglio bene anche io Fratellone"

***

"Lei è Eleanor" annunciò indicando la ragazza rossa al suo fianco.
"Ivy" la sua mano fredda strinse la mia, a quel tocco una scia di brividi passò lungo il braccio; magra, era molto magra, quasi come una di quelle modelle sulle riviste di moda, capelli lunghi fino a metà schiena ed occhi verdi con qualche lentiggine sugli zigomi.
"Piacere" disse sorridendomi, un sorriso che mette in tavola una nuova sfida, un sorriso inquietante, ma non volevo impressionarmi all'apparenza, c'era un motivo se mio fratello scelse proprio lei, avrebbe avuto qualcosa di speciale.

***

Tolsi dalle valige tutti i miei vestiti per riporli nell'armadio. Finalmente sono a casa. La mia camera non cambiò per nulla, avevo vissuto molti momenti qui dentro, era ancora tutto li: poster, libri,il quadretto che mi regalò Michael quando partì per il primo tour, foto di Mayron con me e Chris. Si sta bene la su fratellone? Mi stai guardando?
Mi mancava, dopo il funerale non volevo più sapere nulla di nessuno, mi rinchiusi di nuovo in me. Perdere un fratello è come perdere una parte del cuore, non averlo più in casa, non sentire più la sua voce, accettare che il cielo l'aveva portato via, sperare che sia solo un'incubo; dove sei May? Una lacrima rigò la guancia alla vista di una foto: io e lui sorridenti, era il mio sedicesimo compleanno, il periodo buio della mia vita, gli anni senza la luce, gli anni dei sorrisi falsi, gli anni di acidità, rabbia. E noi eravamo fissati su quel pezzo di carta che ridavamo, che cosa strana la fotografia, immortala i momenti più belli su della carta e fa in modo che ci rimangano, non li fa scappare.
Una folata di aria gelida colpì il mio viso spostando la foto ormai sul letto. Ciao fratellone, delle braccia mi cinsero la vita lasciandomi un bacio sul collo: Michael, che con un sussurro provocò un nodo alla mia gola. "manca a tutti, ma è qui, qui con noi".


Ehilaa bella gentee, eccomi con un nuovo capitolo, vi prego non sgridatemi per la lunghezza, lo so è corticello, ma prometto di aggiornare al più presto d'accordo?😘 non so perchè ma qualche minuto fa stavo rileggendo i capitoli vecchi, li ho letti tutti anche i commenti e vi volevo ringraziare, grazie a voi di continuare a leggere la storia, grazie dei bellissimi e dolcissimi commenti dove mi fate complimenti, davvero non mi sarei aspettata tutto ciò, anche per le visualizzazioni e le stelline, di sopportarmi con i miei tempi lunghissimi (ma sto cercando di mantenere un ritmo) davvero grazie mille vi adoro ed adoro questo fandom❤️ come avrete notato ho cambiato nome alla protagonista, spero non vi dia fastidio ed ho deciso di non modificarlo negli altri capitoli, non voglio modificare assolutamente nulla delle cose precedenti❤️ un bacione enormee😘

You Are Not Alone\\ Michael JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora