27// Chocolate waterfalls

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Flashback

Il cuore batteva fortissimo nel mio petto avevo quasi paura che avrebbe rotto il torace per essere liberato, un dolore fortissimo s'impossessò del mio stomaco, non avevo controllo dei miei muscoli, tremavo come una foglia, i miei occhi erano fissi, fissi a guardare altri due occhi, degli occhi marroni, degli occhi profondi, occhi pieni di amore, di luce.

Pensavo, ripetevo nella mia mente le note di 'Shake your body Down to the ground' per calmarmi, ma nulla, non ci riuscivo tutto ciò aumentava la mia agitazione, la mia felicità, un mucchio di farfalle si precipitarono all'interno del mio corpo. Non ho mai creduto all'amore, non l'avevo mai ricevuto o almeno, solamente nei miei primi anni di vita; ma LUI riuscì a farmi provare quest'emozione mai provata prima, riuscì a sciogliere il ghiaccio che intrappolava il mio cuore, a liberarmi da quella gabbia in cui ero rinchiusa da due anni, mi sentivo come in una stanza affollata ad urlare a squarciagola, ma nessuno mi sentiva, nessuno si degnava di guardarmi o di ascoltarmi, poi la porta si spalancò dandogli ingresso tra quella folla, sentì le mie urla, mi guardò, mi ascoltò, mi liberò da quella stanza.

Il contatto tra le nostre labbra mi fece letteralmente sciogliere, troppe emozioni per un corpo solo, il cuore batteva sempre più forte rimbombando in tutto il corpo, non sapevo più quello che sentivo mi bastavano lui e le sue parole; le labbra si muovevano dolcemente ed il primo ti amo uscì da una di esse provocando un aumento di quelle emozioni, un'esplosione di colori che colorarono il mio mondo in bianco e nero, capii che non potevo stare senza di lui.

Fine

Mi stropicciai gli occhi notando il sole che entrava dalle finestre, Michael era accanto a me e dormiva angelicamente, mi piaceva guardarlo dormire, ricordare questo anno insieme, ricordare la prima volta che ci siamo visti, da piccoli, quando varcò la porta di casa mia ed io già lo odiavo senza conoscerlo, odiavo la persona che ora è la mia ragione di vita, il primo bacio, il suo primo tour; continuavo a pensare e pensare mentre gli accarezzavo la guancia, pensavo a tutti i momenti avuti insieme ed ora eccoci, insieme, e chissà quanti altri momenti avremo ancora, chissà forse riusciremo ad avere una vita insieme come una famiglia, la nostra famiglia con dei bambini ed una casa nostra.

Mi stavo facendo filmini mentali immaginandoci come una famiglia, io e lui abbracciati in un parco a camminare, con avanti a noi i nostri bambini che corrono con un cane a divertirsi, ed i nostri sguardi fieri, fieri di quello che eravamo diventati, fieri di quello che avevamo costruito, fieri di noi.

"signorina Brooks, vuole mangiare qualcosa? Sono arrivati alcuni parenti" disse a bassa voce una donna dal camice bianco con delle cartelle tra le mani.

"si grazie, è molto gentile" risposi alzandomi lentamente per non svegliare il ragazzo in fianco a me, gli lasciai un bacio e seguii la donna che mi accompagnò in un piccolo bar all'interno della struttura, molto accogliente. Le figure di Chris e Eleanor comparirono appena girai l'angolo, non erano soli, appena li vidi il sangue mi si ghiacciò, i muscoli non si muovevano ed ero bloccata, da loro: Hillary e Johnatan Brooks.

"che ci fanno qui?" dissi fredda a mio fratello che nel frattempo si avvicinò al mio volto.

"hanno saputo di Michael" iniziò con calma, sembrava felice. "volevano vederlo" continuò sfiorandomi la mano.

Volevano vedere Michael, come se non fosse successo nulla tra noi e tra loro, come se avevano cancellato tutti i segni della matita con una gomma. I loro occhi erano freddi, privi di emozioni; mi analizzavano dalla testa ai piedi, come se fossi un insetto, uno schifosissimo insetto da schiacciare il più presto possibile. Mi avvicinai ad Eleanor salutandola con un bacio alla guancia, non li guardai, non dissi nulla, il silenzio parlava.

You Are Not Alone\\ Michael JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora