13*\ Now I understand

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Vidi Michael andarsene, non capivo che gli stesse succedendo, volevo aiutarlo, ma non sapevo come. Una coppia si diceva tutto, sia le cose belle che brutte, mi sentivo esclusa dalla sua vita in quei giorni, non sapevo cosa provava, avrei potuto aiutarlo, ma lui non me lo permetteva, era fatto così, non voleva l'aiuto di nessuno, diceva che ce la faceva da solo, ma non potevo stare seduta a guardare, lasciandolo fare'da solo', non era assolutamente un bello spettacolo, a quella scena andava aggiunto un personaggio.

Senza dire nulla lo seguii, vidi che era appoggiato al lavandino del bagno, a guardare il volto che lo specchio rifletteva, era pensieroso, non capiva nemmeno lui cosa stava succedendo esattamente, era perso e stava aspettando la guida che l'avrebbe aiutato a trovare la strada di casa, io volevo essere quella guida.

Mi misi dietro di lui abbracciando la sua vita da dietro, la mia testa era sulla sua schiena, sperando che spezzava quel silenzio, staccandomi da quell'abbraccio lo guardai dallo specchio, la tristezza si leggeva nei suoi occhi.

"Che succede Michael?" Chiesi quasi sussurrando, non avevo la voce per affrontare quella conversazione, avevo paura, quella situazione mi spaventava.

"Io- nulla" rispose girandosi verso di me mettendomi dietro le orecchie una ciocca di capelli che era fuori posto.

"Michael, dimmelo, sono giorni che ti vedo così, pensi che sia stupida?" Dissi con un tono calmo, non potevo essere arrabbiata.

"Assolutamente" rispose rimanendo freddo, sembrava non fidarsi di me, e ciò non potevo accettarlo, se i miei pensieri erano veri.

"Allora mi dici che ti prende?" Dissi a mia volta non interrompendo il contatto dei nostri occhi.

"Devo partire Alyce, per il mio primo tour" rispose diretto, a quelle parole il mondo mi crollò sulle spalle, ruppi il contatto dei nostri occhi girandomi da un'altra parte evitandoli, cercando di nascondere la mia tristezza che avrebbe solo peggiorato le cose.

"Quanto starai via?" Mi azzardai a chiedere evitando i suoi occhi.

"U-un mese" rispose alla mia domanda. Un mese senza di lui, un mese senza le sue carezze, un mese senza i suoi baci, un mese senza i suoi occhi.

"Cosa? Per favore dimmi che ho capito male" gli occhi mi si riempirono di lacrime, che impedivano la vista.

"Non fare così ti prego" disse girandomi il viso, costringendo i miei occhi ad incrociarsi con i suoi, che anch'essi, erano lucidi.

"Come dovrei reagire Michael? Dimmi tu come reagire ed io lo farò" dissi con un tono calmo, non ero arrabbiata, non riuscivo a collegare il cervello con la bocca.

"Non ti chiedo nemmeno di venire con me, sai il motivo" continuò ricordandomi la presenza dei miei genitori, che mi impedivano, ancora una volta, di stare con chi amavo, facendomi soffrire.

"Lo so Michael, e quando partirai?" Chiesi, avevo paura della sua risposta. Poteva essere anche tra due ore, domani, tra quattro giorni..

"Lunedì prossimo" rispose.

"Vedrai che i giorni passeranno velocemente, il mio ritorno sarà più vicino di quanto immagini" continuò dopo un lungo tempo di silenzio.

"Certo.. Per te è facile a dirlo" risposi acidamente, ma senza volerlo, non volevo un tono acido.

"Cosa dovrei fare? Vieni con me, non c'è problema per me, ma ci sarà tuo padre" disse rimanendo calmo.

You Are Not Alone\\ Michael JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora