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«Ehi Warren...» cominciai.

«Ehi, non te la sarai mica presa vero?» mi chiese lui, ridacchiando.

Lo ignorai. «Senti...posso farti una domanda?».

«Certo, se riesci a non risponderti da sola» rispose sarcastico.

Deglutii, facendomi coraggio per l'argomento delicato che andavo ad affrontare. «Non ti senti mai solo? Voglio dire, non mi sembra tu abbia molti amici qui a scuola... E mi chiedevo: non ti piacerebbe stare con noi? Scarlett e gli altri sono simpatici, sai?» Sorrisi.

Invece capii seduta stante che avevo sbagliato tutto.

Lui cambiò subito espressione: si fece serio. Occhi pieni di rimprovero. «Queste non sono cose che ti riguardano» mi disse freddamente. Poi prese le sue cose e se ne andò senza rivolgermi una parola o uno sguardo.

Mi paralizzai.

Che cattivo. Non era giusto. E non capivo il perché della sua risposta. Dal fare spiritoso che aveva era diventato freddo e distaccato, si era quasi arrabbiato. Gli avevo detto qualcosa che poteva averlo ferito? Ecco, era appena successo ciò che temevo: combinare qualche cavolata. Sommiamo la reazione scortese di Warren più la mancanza di sonno accumulata in due giorni, in quel momento la mia emotività raggiunse il limite. E dire che ero una che non piangeva facilmente. Le lacrime iniziarono a formarsi ai lati dei miei occhi, e la mia vista divenne appannata. Oh no, non proprio ora! Non volevo che gli altri mi vedessero in quello stato.

«Ahh! Warren ha fatto piangere Rosalie!» esclamò Scarlett additandomi. Lei, Ashley, Gwen, Penny e Joe stavano venendo verso di me.

Ecco, appunto. «No... non è niente, tranquilli, sono solo stanca...» cercai di spiegare. Mi asciugai il viso con una mano, attenta a non rovinarmi il make-up.

Gwen mi chiese: «Cos'è successo tra te e lui? Vi abbiamo visti che eravate seduti qui a fare i piccioncini e poi a un certo punto lui ha preso e se ne è andato».

Ska subito intervenne per salvarmi da interviste indesiderate. «Ragazzi, ora Rose viene con me a bersi un po' d'acqua e poi se ne ha voglia ci racconterà, ok?»

La adoravo quando mi tirava fuori da situazioni come queste. Grazie amica, pensai. Lei sapeva sempre cosa fare.

«Sì, tanto tu sai quello che pensa» disse Penny indignata. «Non è giusto!».

«No, ha ragione Scarlett. Se Rose non ha voglia di parlare non possiamo obbligarla» le rispose Joe.

Sorrisi, dispiaciuta. «Grazie ragazzi, vi voglio bene. E scusatemi» aggiunsi io.

Scarlett mi prese sottobraccio e mi portò in bagno, che era il posto più tranquillo per parlare.

«Solo non capisco perché abbia fatto così» si chiese lei. Era appoggiata al lavandino, a braccia incrociate, e io mi ero risciacquata il viso. Ora mi stavo sistemando il trucco. La guardai male.

«Woha, non è colpa mia se ho il potere che possiedo. Stavo solo sorvegliando la situazione, dato lo stato emotivo in cui sei oggi.»

«No, non ti preoccupare» la rassicurai «questa giornata è iniziata da schifo e tale non poteva non finire».

Scosse la testa. «Ma tu credi davvero che con noi si troverebbe bene? Con te va d'accordo, ma è perché secondo me tu gli piaci, anche se non se ne è ancora reso conto. I ragazzi a volte sono così stupidi!» e sbuffò.

Risi. «Può essere, ma a me non sembra proprio. Non mi sorprende se non volesse più parlarmi: credo di aver toccato un argomento delicato per lui. Vorrei conoscerlo meglio; in fondo di lui so ben poco!».

«Scommetto che hai intenzione di invitarlo alla festa, vero?» chiese lei, con fare indagatorio, riferendosi alla festa di compleanno di Joe il mese successivo, di cui il nostro amico ci aveva parlato proprio quella mattina.

«Allora adesso sei più brava con la lettura del pensiero! Comunque sì». Feci un gran sorriso. «Se andiamo avanti così -parlandoci più o meno tutti i giorni- a quel punto lo conoscerei già meglio, e lui lo stesso con me, quindi non si sa mai...».

«E se» intervenne lei, euforica «e se alla festa vi baciate? Wow! Ma certo, sarebbe l'occasione perfetta! Sì sì invitalo, voglio esserci quando succederà! Così dopo vi mettete insieme e sarete la coppia più bella della Sky High! Evviva!» esultò, battendo le mani per l'idea eccitante.

«ASPETTA! Stai correndo troppo! Non ti ricordi che Warren è ancora arrabbiato con me? Certo sarebbe bellissimo se succedesse ciò che hai predetto... ehi, tu non hai la capacità di vedere nel futuro, vero?» dissi tanto per sdrammatizzare.

«Purtroppo no! Non sono Alice Cullen, sono solo Edward! Cioè puoi-pensare-tutto-quello-che-vuoi-tanto-non-hai-scampo» rise lei, accompagnata da me.

In quel momento suonò la campanella che segnava la fine pausa post-pranzo, perciò ci dirigemmo verso l'aula della prossima lezione.

Frozen in Flames | COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora