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Dopo un po' Warren si alzò perché doveva andare in bagno. Lo seguii con lo sguardo mentre usciva dall'aula, e in quel momento la mia compagna di classe Beatrice si avvicinò a me.

«Ciao Bea» la salutai.

Si sedette sulla sedia del banco di fronte a dove ero seduta io, girandola verso di me. «Posso farti una domanda?»

«Dimmi».

«Ma Warren non ti fa paura?»

Un po' sorrisi. Non mi sorprese quella domanda. Mi aspettavo che prima o poi qualcuna delle mie compagne me l'avrebbe fatta.

Gli anni scorsi, la "relazione" fra me e Warren era sempre stata uno degli argomenti principali di gossip in classe. "Relazione" tra virgolette perché fra me e lui non c'era nessun tipo di contatto, né fisico né verbale, ma tutte sapevano benissimo che io ero innamorata persa di Warren. Mi inventavo sempre soprannomi assurdi con cui chiamarlo (tipo "Brioche" o "Cotoletta" o ancora "Tacos"... non chiedetemi il motivo della scelta di proprio queste parole fra tutte, perché non lo so), per non farmi capire dalle altre quando parlavo di lui tipo con Ashley o Scarlett. Ma alla fine tutte avevano capito che lui mi piaceva, e devo ammettere che io per prima non è che mi fossi impegnata tanto a nasconderlo... Da quando lo fissavo per tutta la ricreazione cercando di non farmi notare da lui, o quando lo guardavo dalla finestra quelle volte che nella pausa rimanevo in classe, a quando lo pedinavo per i corridoi facendomi trovare in postazioni strategiche proprio dove sapevo che passava lui di solito... Tanto che le mie compagne avevano iniziato a chiamarlo "mio moroso", tipo mi dicevano «Guarda Rosalie c'è tuo moroso!» quando lo vedevano dalla finestra, o «E alla festa c'era anche tuo moroso...», e io non potevo fare a meno di scoppiare a ridere. All'inizio la cosa mi aveva imbarazzata non poco, ma poi ci avevo fatto l'abitudine.

«Bea... devo confessarti una cosa. Sai perché gli anni scorsi non mi sono mai avvicinata a lui?»

Lei scosse la testa e mi si avvicinò di più, interessata. «No. Non l'ha mai capito nessuna. Cioè se ti piaceva così tanto perché non gli hai mai parlato?»

Sorrisi amaramente, ripensando a tutte le occasioni sprecate gli anni precedenti. «Perché faceva paura anche a me.»

Lei sgranò gli occhi. Era una cosa di cui erano a conoscenza solo i miei amici più stretti. «Ma adesso state assieme no?»

Stavo per risponderle quando iniziarono ad aggregarsi attorno a me anche le altre mie compagne. Siccome quell'argomento interessava a tutte (c'erano talmente pochi gossip in classe nostra, che quello era il più succoso) e iniziarono a farmi un sacco di domande e commenti.

«Vi siete già baciati?»

«Oddio no che bello!»

«Sarai pur contenta... dopo tutti questi anni che gli corri dietro»

«A me fa paura»

«Però Kelly devi ammettere che è figo.»

«Sì è proprio bello però mi fa paura lo stesso»

«Invece a te, Rose, lui è sempre piaciuto»

«E poi ha un fisico...»

«Sì beh! L'avete visto durante Salva il Cittadino??»

«Mamma mia...!»

«Ragazze, io sono ancora qui!» avevo cercato di dire io divertita, alzando un po' la mano per farmi notare. Volevo ricordare loro che stavano parlando di quanto fosse figo il ragazzo che amavo io, ma loro non mi badavano neanche e continuavano con le loro considerazioni.

«Io non avrei avuto il coraggio di parlargli»

«Però voi due state benissimo assieme!»

«Sì, lui con te diventa un'altra persona»

«È vero, quando è con te non fa più paura»

«Sai un po' ti invidio...»

«La vostra storia d'amore è così romantica»

«È vero, due Elementi opposti come i vostri non possono che essere ancora più meravigliosi assieme»

«Lui è il fuoco fatto persona, secondo me devi stare attenta!»

«Ma Emily cosa dici! Ma saprà lei no?!»

«No ma Rose veramente»

«Macché...»

«Rosalie non ascoltarla»

«Warren con te è sempre così gentile!»

Non potei fare a meno di sorridere a tutti quei loro commenti. Avevano ragione: Warren con me diventava un'altra persona. Veniva fuori il meglio di lui, e io mi sentii lusingata al pensiero di ciò. Mi sentivo privilegiata. Potevo vedere un lato di lui che agli altri era celato.

Le mie compagne si dispersero rapidamente quando videro Warren rientrare in classe. Lui tornò a sedersi di fianco a me sul pavimento in fondo all'aula. Beatrice però era rimasta sulla sedia, forse non accorgendosi che Warren era tornato, e ora lo stava fissando un po' impaurita.

Lui guardò un attimo lei, con sguardo interrogativo, poi si rivolse a me. «Perché c'era la folla attorno a te?»

Non sapevo come rispondergli. Di certo non potevo dirgli che tutte le mie compagne avevano paura di lui... Così gli risposi semplicemente: «Stavamo parlando di te.»

«Di me?»

Annuii con un sorriso. «Alle mie compagne piacerebbe conoscerti.»

Guardammo entrambi Beatrice seduta di fronte a noi, che spalancò la bocca interdetta. Spostò lo sguardo da me a Warren, non sapendo cosa fare.

Allora lui, dopo averla squadrata per un po', le disse: «Ciao». Sembrava quasi una domanda.

Bea si stava già alzando in piedi per andare via prima di trovarsi in una situazione imbarazzante, ma al saluto di Warren si bloccò. Allora tutta timida (non era da lei essere timida!) gli fece «C-ciao...», poi si girò e andò via, unendosi al gruppetto vicino alla cattedra.

Warren spostò lo sguardo a me, confuso, e io ridacchiai. «Lascia perdere» gli dissi, scuotendo la testa divertita.

Trascorremmo il resto dell'ora lì seduti a parlare del più e del meno, facendo molta attenzione a non toccarci, anche se non mancava molto al suono della campanella. Alla fine i professori non arrivarono proprio a quella lezione, e senza tanto chiederci il perché, noi studenti ci mettemmo a esultare e ridere per l'ora di libertà appena trascorsa.

Prima di uscire per andare in ricreazione, Warren mi chiese se poteva venire da me quella domenica e io, senza pensarci due volte, gli dissi di sì.

Forse sperava di trovarmi di nuovo in mutande.

Frozen in Flames | COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora