51 - Tenere le distanze

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Alla fine delle lezioni quindi presi la sua stessa corriera e per chissà quale intervento divino riuscii ad arrivare a casa sua senza sclerare.

La sua abitazione era molto accogliente, minimalista, però non ne vidi gran parte. Al contrario di come facevamo da me, non ci fermammo sul divano in salotto, ma mi portò direttamente in camera sua.

Ed ecco che i miei incubi peggiori rischiavano di avverarsi. Non sapevo cosa aspettarmi.

La prima cosa che notai fu il suo letto enorme. Anche il mio era grande (una piazza e mezza) ma il suo era proprio un letto a due piazze.

Sorrisi. «Anche tu hai il lettone??»

«Sì! Perché a me piace dormire così» disse. Si buttò sul letto e vi si spaparanzò tutto stravaccato, con braccia e gambe larghe.

Una risatina divertita scappò dalle mie labbra.

A vederlo così tranquillo, che di sicuro non si aspettava uno dei miei attacchi, non potei farne a meno. Presi la rincorsa, gridando «Uaaaaaa...HIHI!» come l'uccellino di Angry Birds, e mi tuffai sopra di lui.

Warren, come lo colpii, esclamò: «HOLL!» mettendosi le mani in grembo per il contraccolpo, e io scoppiai a ridere così tanto che caddi per terra.

Era lo stesso identico verso dei maialini verdi del gioco quando un Angry Bird li colpiva ed esplodevano! Ahahah ma non era possibile!

Warren, che stava ridendo come un matto anche lui, mi allungò una mano e mi aiutò a tirarmi su dal pavimento. Mi tirò sopra il letto, mettendomi di nuovo sopra di lui. Entrambi stavamo ancora ridacchiando, facendo respiri profondi per cercare di calmarci.

Approfittando di quel momento di tregua, mi guardai in giro per esplorare la sua stanza, cosa che non ero riuscita a fare appena entrata. Era abbastanza spoglia, al contrario della mia che stavo già ricominciando a tappezzare di disegni; c'erano solo due tre poster di automobili, e anche qualche foto di acrobazie su snowboard e su moto da cross. Quasi sicuramente quello nelle foto era lui, dato che sapevo che praticava entrambi gli sport. Però in quel momento non mi venne da pensare quanto lui fosse figo, come sempre, ma notai un altro particolare.

Alla fine decisi di dirgli, sfuggendogli il mio sguardo: «Mi sembra strano che tu non abbia neanche un giornaletto tipo Playboy». In effetti, lui poteva sembrare benissimo il tipo da ragazze facili. Questo perché due anni fa era stato molti mesi assieme a una certa Chantal di quarta turistico, una puttana tutta tette famosa per le sue relazioni che più di un mese non duravano. Di solito si scommetteva sulle settimane che lei ci metteva prima di lasciare il suo ragazzo. Quello di Warren era stato un record, e tutti sapevano che era perché lei non voleva a nessun costo lasciarselo scappare (perché, beh, Warren è pur sempre Warren) ma alla fine lui l'aveva lasciata perché di lei non ne poteva più. Sicuramente si era messo con una del genere solo perché gliela dava. L'anno scorso lei era stata bocciata e aveva cambiato scuola, finalmente, lasciando campo libero ad Amber di fare la reginetta della scuola e a me di attirare l'attenzione di Warren.

Mi riscossi dai miei pensieri quando mi accorsi che Warren mi aveva preso per i fianchi e mi aveva risistemata su di lui, facendomi avvicinare ancora di più.

Rispose alla mia osservazione sull'assenza di giornaletti osé facendo scivolare le sue mani più in basso, fino ad arrivare al mio sedere. «Non ne ho bisogno. Io ho te. La mia bambolina personale».

Oddèo.

Non sapevo cosa fare. Forse avrei dovuto indignarmi? Non era ciò che provavo in quel momento.

«E io cosa dovrei rispondere?!» dissi, presa in contropiede.

Fece un'alzata di spalle. «Bah, niente, se vuoi puoi semplicemente startene a guardarmi così oppure prendermi a schiaffi, vedi te.»

Frozen in Flames | COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora