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Stavo camminando con il mio ultimo scritto in mano, diretta con passo deciso verso il giardino dove si trovavano Scarlett, Joe e il resto della mia compagnia. Non stavo guardando più di tanto dove andavo, ero solo ansiosa di far leggere a Ska il nuovo capitolo del mio libro. Leggere non era esattamente l'hobby preferito di Scarlett, ma grazie a Dio e con mia immensa gioia il mio libro era uno dei pochi che leggeva volentieri. Ed ora finalmente avevo aggiunto qualche pagina alla mia opera. Ero così fiera di me stessa che avrei potuto mettermi a saltellare!

Infatti di lì a poco mi scontrai con qualcuno. Qualcuno di molto caldo, il cui calore corporeo mi venne addosso come un'onda. Alzai lo sguardo e rimasi di sasso: non ci credevo! Era proprio lui, Warren Peace, il ragazzo che adocchiavo da più di due anni, ora lì di fronte a me! A cui ero andata addosso, perlopiù!

Volevo dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma non riuscii ad emettere alcun suono. Lui mi stava fissando.

Alla fine fu lui a prendere l'iniziativa: «Scusa, mi dispiace di averti fatto cadere tutti i fogli. Se vuoi ti aiuto a raccoglierli».

Con fatica distolsi lo sguardo dal suo bellissimo viso e lo rivolsi al pavimento. Non mi ero accorta di non avere più il mio block notes fra le braccia, ma ora il contenuto era tutto sparpagliato per terra. Fogli, foglietti, disegni e disegnetti. E anche qualche cartaccia più qualche compito scolastico intruso. Lui si era già chinato a raccoglierli, io mi riscossi e feci altrettanto, quasi automaticamente, senza capire cosa stava succedendo. La sua presenza così vicina a me impediva al mio cervello di funzionare correttamente.

Quando la mia opera fu di nuovo intera, ci alzammo e lui mi porse le carte. «Scrivi?» mi chiese.

Sbattei le ciglia. «Come?»

«Li hai scritti tu questi fogli?» ripeté, paziente.

Ero impacciatissima, non era da me. «Ah, sì, ho cominciato a scrivere una specie di libro, ma sono ancora all'inizio...». Ero abbastanza imbarazzata, e per qualche oscuro (come no) motivo non avevo coraggio di guardarlo in volto.

«Mi piacerebbe leggerlo». I suoi occhi cercavano i miei, e mi sentii in dovere di alzare lo sguardo. Lui sorrise. «Ciao, mi chiamo Warren Peace».

Subito risposi «Lo so» e lui rise.

«Tu sei Rosalie Frozehart.». Non era una domanda.

«Co...come fai a conoscermi?» chiesi stupidamente.

Per tutta risposta lui ridacchiò di nuovo. «Beh, diciamo che sei molto popolare a scuola. O sbaglio?». Mi fece uno sguardo d'intesa. «Io credo di no» aggiunse.

Era vero, a scuola mi conoscevano tutti, e non potevo dire che ciò mi dispiacesse.

Warren era ancora lì che mi sorrideva e io mi decisi ad essere più spontanea. «Sì, lo credo anch'io». Sorrisi.

«Che peccato, però, che siamo riusciti a parlarci solo l'ultimo giorno di scuola» commentò lui. «Sai, ti ho osservata spesso, ma non ho mai avuto occasione di parlarti. Eri, come dire, sfuggente.» Sorrise di nuovo, ma sembrava nascondere una punta di ironia. «Finalmente possiamo conoscerci di persona.»

Come se fosse una cosa naturale. Come se avesse sempre saputo che quella era la cosa che desideravo di più, e che ora avevo l'opportunità di averla.

«Ehi, va tutto bene?» chiese.

Mi distolsi dalle fantasie e cercai di tornare alla realtà.

Frozen in Flames | COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora