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Alla terza ora del giorno dopo ero ancora in coma. La sera prima non ero riuscita a dormire bene, forse perché ero ancora scazzata per la storia di Amber.

Ma non era quello il vero motivo. Sapevo che mi mancava qualcosa, come se stessi aspettando un evento che ci metteva troppo tempo ad arrivare. Non era la prima volta che succedeva, anzi, era una situazione che conoscevo fin troppo bene.

No, avevo bisogno di una novità.

Warren si alzò dal suo banco, mentre la campanella della ricreazione suonava e il professor Medulla usciva dal laboratorio. Warren, avvicinandosi a me, prese la sedia del banco a fianco e ci si sedette al contrario.

Alzai la testa dalla mia mano, mi girai verso di lui e incrociai le braccia sul banco per poi appoggiarvi il capo.

Warren mi chiese: «Ehi, hai preso appunti per caso?»

Non so se mi prendeva in giro o cosa (io lì un po' viva e tre quarti morta, che non volevo far altro che dormire, e lui che mi parlava di scuola), ma sembrava serio perciò completamente assonnata gli risposi: «No, ho praticamente dormito tutta la lezione». Girai la testa dall'altra parte.

Ci fu un attimo di silenzio.

«Ma sei bipolare?»

«Che?!» gli chiesi intontita. «Che cavolo vuol dire, scusa?!»

«Che cambi umore facilmente. Un giorno sei tutta euforica e il giorno dopo totalmente depressa».

«Senti chi parla». Feci una smorfia.

«Doppia personalità?» mi chiese con un sorriso fra il tenero e il divertito.

Ci pensai e alla fine mi toccò dargli ragione. «Sì. Mi adatto alle persone che ho intorno, e a seconda dei loro livelli di insanità mentale adeguo il mio livello di esuberanza.»

Una risata riuscii a strappargliela.

Mi tirai su a sedere un po' meglio, ma sempre svogliatamente. «Comunque come mai vuoi gli appunti? È una cazzata l'argomento che stiamo facendo, e poi sul libro c'è tutto.»

Sembrava offeso. Poi però mi disse, sconsolato: «Io... non so, ho un'idea. Sai, io non ci capisco molto di Scienza Pazza, è come arabo per me». Alzai lo sguardo, lui continuò. «Pensavo... ehi, non offenderti... ma visto che non sei molto brava in Educazione Fisica e che non sai arrampicarti...»

Lo interruppi, più sconsolata di lui: «Sì, è vero... e Boomer ci ha detto che quest'anno non si scherza più e che CI ANDRÀ GIÙ PESANTE!». Dissi l'ultima frase tuonando, come faceva il prof con il suo superpotere.

Warren ridacchiò. «Ebbene, io invece me la sono sempre cavata bene in ginnastica, e so che tu sei molto brava in Scienza».

Feci un gesto con la mano, dandomi delle arie. «Beh sì certo, questo è ovvio» ridacchiai, scherzando. «Eh, e quindi?»

Mi guardò come se fossi una perfetta idiota. Quasi aveva stampato in fronte: "Ma oh, non ci sei ancora arrivata?!". Perciò, visto che io avevo i neuroni ancora a dormire e il cervello ormai in vacanza, mi spiegò: «Beh, potremmo studiare insieme, no? Non so, qualcosa del genere... tipo qualche volta io vengo a casa tua e tu vieni a casa mia...»

L'idea di incontrarci già mi piaceva più del dovuto. «Continua», lo incitai.

Un sorriso si stava distendendo in contemporanea su entrambe le nostre bocche.

«Così tu mi potresti aiutare in Scienze e in cambio io ti faccio fare un po' di esercizio fisico».

Esercizio fisico? Se avesse saputo a quale esercizio fisico stavo pensando, credo sarebbe scappato a gambe levate.

Probabilmente dovevo avere un'espressione sogghignante del tipo che mi era appena venuta un'idea malvagia, perché aggiunse lentamente: «Tipo la verticale, addominali... cose così, insomma.»

«E soprattutto flessioni che la forza sulle braccia è una delle poche cose che, modestamente, mi manca» gongolai vanitosa.

«Hey, Miss Vanity» ridacchiò Warren.

Non so bene perché, ma quell'ultimo epiteto che mi attribuì mi fece sorridere più del dovuto e mi rallegrò particolarmente. Mah...

Quando suonò la campanella dell'ora successiva, che era di Filosofia, salutai Warren promettendogli che ci saremmo ritrovati in mensa e mi diressi con Scarlett ed Ashley in classe. Mi fermai sulla porta e vicino agli armadietti vidi Warren passare davanti a Joe, e si fulminarono a vicenda.

Entrai in classe a passo di carica e sbattei la cartella sopra il mio banco.

Ashley non ci fece troppo caso, era intenta a scrivere una lista di non so cosa. Ska invece mi guardò e mi chiese: «Cosa c'è?»

Io le risposi, scazzata: «Senti, mi son rotta. Dimmi perché hanno litigato.»

Scarlett si morse le labbra, si guardò in giro e poi prese un foglio di carta e cominciò a scrivere.

Intanto la professoressa entrò in classe e cominciò a spiegare.

Dopo circa dieci minuti, vidi Ska, che era seduta di fianco a me, strappare un pezzo dal foglio e schiaffarmelo sopra il banco, proprio davanti alla mia visuale. Lo presi in mano.

Sgranai dagli occhi. «Dove l'hai trovato?!» le chiesi sbalordita. Sul biglietto c'era trascritto esattamente tutto il dialogo completo di Joe e Warren della loro litigata.

Ska mi rispose con voce e sguardo lugubre. «Gliel'ho cavato dalle cervellaaaa...!» ululò teatrale. La guardai terrorizzata.

Cominciai a leggere, e mi scandalizzai sempre di più a ogni riga che mi scorreva sotto gli occhi. Avevo un groppo dentro.


Perché Warren e Joe hanno litigato, mi chiedi?
Ebbene. Ecco il perché. Warren era geloso della relazione fra te e Joe. Cioè non capiva bene quale fosse la sua posizione, se era interessato a te o se ti considerava solo un'amica, perché con te era sempre troppo espansivo o invadente. Cioè non so bene cosa intendesse... forse che tipo vi abbracciate, vi date baci sulla guancia, queste robe qua.
Comunque, questo è il loro dialogo esatto (voglio un biscotto come ricompensa):


Joe: Di cosa cavolo sei geloso, lei non è tua! Non ti appartiene!
Warren: Lo sai che mi piace!
Joe: E allora mettetevi insieme!
W: Non è mica così semplice, sai?!
Joe: E invece sì! Se solo tu leggessi tra le righe, lei è pazza di te!
W (spiazzato): ...Davvero?
J: Non dirmi che non te ne sei mai accorto. Cosa credevi, che lei stesse sempre lì a fissarti perché aveva paura di te? Non hai capito un cazzo. Avresti dovuto capirlo da subito. Ti guarda nello stesso modo in cui tu guardi lei. Innamorata persa.
W: Quindi questo peggiora le cose. Non cambia assolutamente il mio giudizio sulle tue azioni. Anzi, lo peggiora!
J: Ascolta... ma si può sapere che ho fatto a te?!
W: A me?! A me niente! È con Rosalie che ti comporti in modo ambiguo! Non riesco a capire le tue intenzioni. Sei troppo invadente. Siete solo amici, o c'è qualcosa di più?!
Joe: Ma ti senti?? Stai sparando una cazzata dietro l'altra. Ti credevo più intelligente, caro il mio Warren Peace, ma se parli così sei solo un idiota.
W: Qui di idioti ce n'è solo uno, e sei tu. E comunque non è tutto: la prendi sempre in giro. Forse tu non te ne accorgi, ma alcune volte ci rimane davvero male!
J: Sentilo! Parla quello con due fette di salame sugli occhi!
W: Ma stai zitto.
J: E comunque, visto che la sai tanto lunga, lo faccio solo perché è la mia migliore amica, non con interesse! Lo vuoi capire?! Sto facendo questo per farti aprire gli occhi! Pensi che ormai io non ne abbia le scatole piene, di sentire sempre i tuoi sentimenti di frustrazione?!
W: Di chi stiamo parlando, di Rosalie o di te?! Perché sei sempre così egocentrico...!!!
J: No, qui il problema sei tu, bello. Stai tirando su un casino per niente. Vedi di darti una calmata. E comunque non ho più niente da dirti. Sono affari miei e a te non te ne deve importare.
(si gira e se ne va)
(Warren è incazzato e poi se ne va anche lui)


E adesso non sapevo più come comportarmi n'è con uno né con l'altro.

Frozen in Flames | COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora