Saluto rapidamente Valerio per poi scendere dalla macchina. Camminare su quel vialetto è così strano, non lo faccio da così tanto tempo. Mi sto abituando troppo a Valerio. Mi sono già abituata troppo. Abituarsi a qualcosa è uguale a drogarsi secondo me. Quando una persona inzia a drogarsi piano piano si abitua a quella sostanza. Quando compri un qualcosa che ti piace, magari un alimento, inizi a mangiarlo abitualmente. Tutti abbiamo delle cose che usiamo ogni giorno o azione che svolgiamo, qualche parola che usiamo spesso. Quando una di queste cose a cui siamo abituati svanisce a noi manca qualcosa, ci sentiamo diversi. Se questa cosa è banale sparisce in poco tempo. Se è una cosa a cui tenevi tanto non ti ci abituarai mai più, o almeno ti serviranno anni oppure una sostituzione. Non ho mai voluto abituarmi a qualcuno ma con Valerio è diverso. Mi sono abituata anche non volendo, ostinandomi, lui mi ha presa.Entro in casa e corro subito di sopra a mettermi un paio di jeans e un top nero. Mi trucco velocemente e mi lego i capelli in una coda alta. Prendo un paio di occhiali, giusto per non farmi riconoscere troppo. Scendo di sotto e prendo il telefono.
Chiama Simone.
Pronto?
-Ciao Simone, sono Eleonora. Mi faresti un favore?
Certo dimmi tutto.
-Mi accompagni alla festa dove sta andando Valerio?
C..cosa?
-Perfavore.
Va..si..va bene..mandami l'indirizzo di casa tua e..Arrivo.
-A dopo.
Una volta mandato l'indirizzo inzio a camminare aventi e indietro per il salotto. Sono così nervosa. Non so cosa succederà. Quando sto per impazzire finalmente arriva Simone.
"Sei bellissima, come sempre." Mi bacia la guancia.
"A..andiamo." Lo invito, non mi piace che faccia così il galantuomo con me.
Saliamo in macchina e lui inzia a parlare. Io lo ignoro, sono troppo occupata a pensare.
"Mi stai ascoltando?" Chiede.
"No." Rispondo secca, cavolo ha davvero superato il limite della mia sopportazione.
"Tranquilla, so che sei preoccupata e fai anche bene." Sorride.
"Non sono preoccupata, sono incazzata. È diverso." Incrocio le braccia al petto.
Sorride ancora ma stavolta non risponde. Ha capito il messaggio.
Rigirando il telefono tra le mani quasi lo faccio cadere quando sento la suoneria di un messaggio.
-Valerio.
Ti sto pensando piccola. Che fai?
Merda.
-Io.
Nulla di che. Come va il lavoro che dovevi svolgere?
-Valerio.
Tutto bene.
-Io.
Di cosa si tratta?
-Valerio.
Ne parliamo domani mattina, ora devo andare. A dopo.
Non servirà parlarne domani mattina visto che lo scoprirò tra poco. Mi sento un po' in colpa a "spiare" Valerio, ma devo. Guardo fuori dal finestrino e noto tanti alberi e nient'altro. Siamo in mezzo al nulla. Dopo una ventina di minuti arriviamo. Scendo dal auto e noto una villa tutta nera. Mi incammino ma vengo fermata da un ragazzo che sta lì di guardia. Non ha intenzione di farmi entrare e sto per perdere la pazienza. Sento la voce di Simone così mi giro: fa cenno al ragazzo di guardia che subito mi fa entrare. Cos'è questo comportamento? Chi è Simone per farmi entrare con un solo cenno? È meglio pensarci dopo ora devo trovare Valerio. Faccio il giro di tutto il giardino, enorme e pieno di gente ubriaca e fatta. Non trovo nessuno che abbia la minima somiglianza a Valerio. Vedo però Giorgio e Giulio da cui per fortuna mi riesco a nascondere. Entro nella casa e inzio a guardarmi intorno, nel salotto nulla. Salgo le scale un po' esitante. Entro in una stanza molto grande, bianca e blu ma non c'è nessuno e sembra che almeno questa sera non ci sia stato nessuno visto che è tutto in perfetto ordine. Ne vedo altre due così, una rossa e l'altra azzurra. Mi trovo davanti una porta un po' diversa dalle altre. È più lunga, più grande, tutta nera. Apro maniglia piano ed entro non vedendo nessuno. C'è un letto matrimoniale anch'esso nero. Sopra c'è una valigetta chiusa con un lucchetto a combinazione. Sulla scrivania ci sono tantissimi fogli sparsi. Quando sto per prenderne uno la porta che si apre mi fa sobbalzare. Mi trovo davanti un ragazzo intorno ai 20, alto, moro con degli occhi neri agghiaccianti.
"Che ci fai qui?" Chiede inziando a chiudere la porta.
"E chi sei, piccola?" La chiude a chiave. Cosa che mi fa automaticamente guardare in torno per cercare vie d'uscita.
"Sono Maria, e non lo so perché sono qui, cercavo..un bagno." Mento.
"Beh qui hai trovato qualcosa di meglio del bagno." Si avvicina a me.
Oddio.
"Che fai?" Indietreggio.
"Voglio divertirmi con te." Si morde il labbro.
"Sono già impegnata." Provo a persuaderlo.
"Chiunque sia posso ucciderlo." A quelle parole il sangue mi ribolle nelle vene. Se solo osa toccare Valerio..solo l'idea mi fa venire una forza mai vista.
"Non lo farai, caro." Sorrido furba.
"Non pensare di fare la dura con me che finisci male." Ha le espressioni facciali troppo serie.
Mi prende il polso cercando di spingermi sul letto ma io lo scanso bruscamente.
"Io non faccio la dura, lo sono." Ribadisco.
"Adesso vediamo quanto fai la dura." Tira fuori una pistola e me la punta contro.
"Sul letto, ora." Mi ordina.
Eseguo a malavoglia ciò che mi è stato richiesto.
Posa la pistola e si siede su di me. Inzia a baciarmi il collo e io gemo, fingendo ovviamente. Ho un piano. Faccio finta di starci e ribalto le posizioni.
Mi metto sopra a lui e faccio finta di slacciarmi il reggiseno quando invece tiro fuori la pistola dai miei jeans. Senza esitare la punto sulla sua pancia e sparo. Urla, per zittire lo faccio svenire girandogli il collo. Sento dei passi provenire quindi scappo nella via d'uscita che avevo visto prima: il balcone.
Inziamo a dare spinte alla porta. Sempre più forti fino a quando la porta non va giù. Sobbalzo."Guarda qui." Sento una voce.
"È vivo." Continua.
Interviene una nuova voce:
"Sarà stato sicuramente quel bastardo di Apa e i suoi amici. Tu resta qua noi andiamo a farlo fuori una vola per tutte.."Non finisco di sentire ciò che sta dicendo visto che sono già saltata fuori dal balcone e sto correndo alla ricerca di Valerio.
STAI LEGGENDO
"Insegnami." Mi farò del male pur di far del bene a te
Fanfiction"Guardami." Mi ordina ma io non riesco a sostenere uno sguardo. "Cazzo Elonora,guardami." Mi asciuga le lacrime. Lo guardo negli occhi. "Io non ti abbandono. Non lo farò mai. Non ti prometto che sarò perfetto,anzi ti farò soffrire. Ma non permetter...