Capitolo 33-"Lui..?"

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Le ultime due settimane sono passate normalmente tra la scuola e le uscite con gli amici. Io e Valerio passiamo moltissimo tempo insieme. Devo dire che, apparte due o tre episodi, il suo comportamento nei miei confronti è davvero migliorato. Penso che la sua rabbia e la sua aggressività siano diminuite, spero di non rimangiarmi questa frase. Elena se ne è andata a Milano da una sua cugina e mi prima di partire mi ha dato uno scatolone pieno di fotografie e ricordi di mia madre. Vedere le sue foto, i suoi diari, i suoi vestiti e i suoi oggetti personali mi mette tanta tristezza ma già il fatto di avere qualcosa di suo mi fa stare anche bene in un certo senso. Ho deciso di indagare di più sulla storia dei miei genitori. Sto leggendo i diari di mia madre, anche se è una cosa un po' sbagliata a mio parare. Uno di questi giorni andrò nel centro da cui mio padre scappò così ne saprò sicuramente di più. Valerio pensa che ciò che sto facendo è sbagliato, che dovrei lasciar perdere ma comunque mi sta vicino.

Oggi ho scuola e infatti devo sbrigarmi perché sono le 7 e non ho ancora fatto la doccia! Corro subito in bagno e mi butto sotto il getto di acqua calda. Passo il bagnoschiuma alla vaniglia su tutto il mio corpo per poi sciacquarmi e uscire. Prima di infilarmi i vestiti passo una crema idratante alla fragola sul mio corpo. Indosso l'intimo seguito dagli skinny neri, una cannotiera blu con sopra una felpa dello stesso colore. Una volta indossate le scarpe prendo la borsa e il telefono e scendo di sotto a prepararmi un caffè. Mi siedo nel frattempo e controllo un po' il telefono. Scorro la bacheca e noto una foto messa da Chiara di tutti noi in America. Mi vengono in mente tutti ricordi di quella vacanza, del bicchiere drogato, di Federico e Simone..Quei due mi danno veramente sui nervi, ho un bruttissimo presentimento nei loro confronti.

Una volta bevuto il caffè mi alzo e vado verso la macchina. Metto in moto e inzio ad andare verso la scuola. Sono le 7.40, perfetto. Mentre guido decido di accendermi una sigaretta e chiamare Valerio. Dopo due tentativi rinuncio, non risponde.
Arrivo a scuola, sempre strapiena e cerco un posto dove parcheggiare. Una volta trovato scendo dall'auto e vado verso l'entrata. Cerco il solito gruppo, che non c'è. Noto solo Chiara che fa avanti e indietro con il telefono in mano.

"Ehy." La saluto avvicinandomi.

Lei mi guarda spaesata per un secondo e poi scuote la testa. Sbuffando si avvicina a me e mi saluta.

"Non risponde!" Ammette la bionda scocciata.

"Tranquilla, non si sarà svegliato sai com'è fatto." Cerco di nasconderle il fatto che neanche Valerio mi risponde. Non reagirebbe di certo bene. Per fortuna non mi chiede nulla di Valerio o degli altri ragazzi ed entriamo in classe.Alla prima ora manca la prof di Montaggio, menomale. La seconda però, matematica non manca, anzi.

"Signorina Eleonora venga alla lavagna a correggere il teorema." Cosa? Si è per caso drogata?

"No, sto apposto!" Rispondo senza tanti problemi.

"Beh, penso che si dovrà scomodare." Sì sono sicura che abbia provato qualche droga la nonnina.

"Guardi, so che vuole che venga alla lavagna a spiegare quella cazzata che non ho manco fatto ma anche io in questo momento voglio andarmene da qui. Non si può avere tutto dalla vita!" Le spiego.

"Penso che la posso accontentare, fuori!" Urla l'ultima parola.

"Oh, grazie mille!" Le sfoggio un sorriso che le fa perdere la testa e per poco non mi soffoco trattenendo una risata.

Esco dalla classe e mi dirigo fuori verso il bar. Mi siedo su una panchina e mi accendo una sigaretta. È davvero più bello il cortile vuoto, dio. Fuori dal cancello c'è una macchina nera
che ha appena parcheggiato, sembra l'auto di Giorgio. Ma non lo è. Vedo due persone incappucciate avvicinarsi a passo svelto verso le scale ma appena mi notato i due vengono verso di me. Provo ad alzarmi senza dare troppi sospetti. In un secondo mi sento sollevare da terra. Provo a dimenarmi per scendere ma nulla. D'un tratto mi viene un idea. Spegno la sigaretta sulla mano di questo bastardo ottenendo la reazione che mi aspettavo. Mi fa scendere e inzio a correre ma il suo amico ancora più bastardo di lui mi salta letteralmente adosso mettendomi un fazzoletto alla bocca. So che non devo respirare, non devo. Almeno fino a quando non venga qualche professore, alunno, qualcuno cazzo siamo in una scuola! Dopo poco mi sento girare la testa e da li nulla.

La testa mi scoppia e non riesco ad aprire gli occhi. Ricordo vagamente ciò che è successo. Tiro fuori tutta la forza di volontà che ho e apro gli occhi. Mi trovo in una stanza, senza finestre, senza nulla. Sembra una cella. Ora lo so! Sono stati quei due bastardi! Mi alzo e provo ad andare verso la porta. La apro e scatto al suo esterno trovandomi davanti solo un altra stanza, certo con finestre divani e tutto, ma ci sono anche le persone che mi hanno portata qui.

"Ti sei svegliata, tesoro." Dice uno.

"Non chiamarmi così coglione." Ribatto.

Sono due ragazzi forse anche più piccoli di me. Hanno entrambi gli occhi scuri,uno dai capelli biondi cenere e l'altro neri.

"Che caratterino la bambina eh!" Se la ridono i coglioni.

"Ridete che tanto avete i giorni contati." Me la rido io sta volta e ancora di più quando saranno sotto terra. Una volta che Valerio mi avrà trovata li farà fuori.

"Forse ti stai confondendo con te stessa piccola." Dice una voce familiare che non avrei voluto sentire.

Autrice.
Ehy! Come avete passato queste vacanze, e soprattutto siete pronte a ricominciare la routine di scuola? Io decisamente no.
Che dire, capitolo misterioso. Avete capito qualcosa? Se si fatemi sapere nei commenti! A presto.❤

"Insegnami." Mi farò del male pur di far del bene a teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora