Capitolo 29-"Mi hanno mentito pt.2"

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Valerio ovviamente mi segue. Non dice nulla però.

"Portami a casa." Gli dico.

Con mia sorpresa non contrabbatte. Entriamo nella macchina e regna un silenzio tombale.

Non posso credere che tutti, tutti quanti, mi hanno mentito. Tutti tranne Simone.

Arriviamo davanti casa mia e scendo senza salutarlo. Neanche lui mi saluta e non sento nemmeno il suo sguardo addosso a me. Appena apro la porta ed entro la sua macchina va via.

Perché mentire? Perché lui? Perché Sac, Chiara, tutti quanti? Non ne capisco il motivo. Il mio mondo, tutto ciò che ho, si è distrutto. Non ho più lui. Non ho più i miei amici. Non mi resta nulla. Ecco, drogarsi, avere una dipendenza, legarsi a qualcuno, ecco cosa succede quando perdi quel qualcosa o qualcuno: ti svuoti. Mi aspettavo che non fosse uno che va in chiesa ogni domenica ma non tutti ciò. Il fatto che lui conduca questa vita non mi da fastidio quando il fatto che mi abbia mentito. Tutto ciò che ho sempre odiato sono le bugie e affezionarmi. Lui mi ha fatto affezionare e mi ha mentito. La prima mi piaceva, la seconda no. Mi butto sul letto per dormire, tra 3 giorni capodanno. Le vacanze sono inziate una settimana e mezzo fa ma a me sembra un mese. Sono successe così tante cose tutte insieme.

Sono le 4 del mattino e io mi sto rigirando nel letto, non riesco a dormire. Decido di alzarmi. Oggi devo affrontare Sac e Chiara, mi devono una spiegazione.

*Vrs. Valerio*

Alla fine le ho detto la verità cruda, non volevo ma ho dovuto. Non posso credere che sto ancora così calmo, che non sono scoppiato. Questa settimana mi sono sforzato tantissimo per non avere sbalzi d'umore con le ma l'ho persa comunque, forse. Devo parlare con qualcuno che la conosce bene e so già chi. Saccone. Stasera stava da un nostro amico, Piermattei. Accendo una sigaretta e parto.

Dopo poco sono davanti casa di Lorenzo e accosto la macchina. Busso, non delicatamente, sulla porta. Mi apre Sac.

"Ti devo parlare, è una cosa seria." Stringo le mani in due pugni.

"Certo amico." Si gira verso Lorenzo. "Lollo devo andare, ci sentiamo più tardi per quel lavoro."

Entriamo in macchina e parto verso casa. Durante il viaggio Sac parla ma io non proferisco una parola.

Arriviamo e sbatto la porta. Sono così incazzato. Sto realizzando che lei è in pericolo stando con me, e io non posso stare più senza lei per troppo tempo.

"Sa' tutto." Con queste parole spiego tutto, e Luca quasi cade. Ha sbiancato.

"Ho dovuto dirglielo, mi ha seguito per colpa di Simone al lavoro di stasera. Quel figlio di puttana!"

Prendo un vaso e lo scaravento sul muro, dando poi un pugno a quest'ultimo. Ho fatto l'ennesimo sbaglio. I pugni diventano tanti, la casa ormai è sotto sopra. Penso che Luca mi stia parlando ma non riesco a sentirlo, ho troppa rabbia. Il sangue mi ribolle nelle vene. Pensavo che non mi sarebbe più successo. Sto urlando come un matto, buttando tutto. Odio questa vita, questa vita che mi sono costruito con le mie stesse mani.

Mi sento buttato per terra poi bloccato. Quando apro gli occhi vedo Giulio, Giorgio e Sac che mi stanno tenendo. Provo a liberarmi ma nulla. Passano vari minuti mentre sto bloccato a terra e il mio respiro torna pian piano regolare. La forza che avevo prima sta diminuendo sempre di più, come ogni volta perderò le forze e non riuscirò nemmeno ad alzarmi. Infatti questo succede. Non sento più niente, braccia, gambe, nulla. Mi prendono di peso poggiandomi sul divano e dopo poco mi addormento.

Mi sveglio verso le 9 di mattina. Mi alzo e vedo Sac in cucina. La casa è pulita, neanche una traccia apparte un po' di sangue sul muro uscito dalle mie mani. Infatti le mie nocche sono distrutte ma sono abituato.

Entrato in cucina faccio un cenno con la testa a Luca per salutarlo.

"Valè." Prende un bicchierino ci versa il caffè e mo lo passa. Lo ringrazio.

"Ci ho parlato." Quasi sputo il caffè dopo le sue parole.

"E?" Lo invito a continuare.

"Le ho detto che gli abbiamo mentito per proteggerla. Ha dato di matto ma quando le ho spiegato che poteva morire, che era in pericolo veramente, come la volta della pasticca si è calmata." Mi racconta.

"Mi perdonerà?" Chiedo.

Non posso credere che queste parole sono uscite dalla mia bocca, dalla bocca di Valerio Apa.

"Non ne ho idea amico." Mi confessa.

Devo andare da lei.

*Vrs. Eleonora*

Bussano alla porta, Sac è arrivato. L'ho chiamato verso le 7 e stranamente era sveglio.

Lo faccio entrare e ci sediamo in cucina.

"Perché mi avete mentito?" Dopo vari minuti di silenzio glielo chiedo.

"Dovevamo proteggerti." Mi dice.

Mi alzo e sbatto le mani sul tavolo fissandolo dritto negli occhi.

"Proteggermi da cosa? Dalla verità? Non sono una dannata bambina!" Urlo.

"Ele.." prova a parlare.

"No Ele niente, mi avete mentito tutti. Tutti quanti!" Butto la sedia con un calcio per terra.

Non riesco a credere che si sta davvero difendendo con questa scusa che non vale nulla.

"Eleonora calmati." Quasi sussurra.

"Calmarmi? Come faccio? Siete falsi!" Continuo ad urlare e camminare avanti e indietro per la stanza.

Urlo cose senza senso fino a quando Luca non si alza e mi si punta davanti.

"Ascoltami." Mi guarda.

Decido di lasciarlo parlare.

"Ti ricordi la storia della pasticca? Noi facciamo un lavoro pericoloso e tu venendone a conoscenza sei in pericolo. Non volevamo che ti succedesse nulla di male. Noi ti vogliamo bene." Mi confessa.

Ha ragione ma non riesco a sopportare il fatto che mi abbiano mentito.

"E Chiara? Lei lo sapeva?" Volevo davvero saperlo.

"Lo ha scoperto poco tempo fa ma le ho chiesto di non dirtelo per dare tempo a Valerio di parlarti." Si allontana da me e prende giacca e telefono.

Prima di uscire si ferma.

"Non ho mai visto Valerio comportarsi così con una ragazza, mai. E lo conosco da anni. È sempre stato uno violento, stronzo, puttaniere. Da quando ti ha conosciuto è cambiato. È più calmo, e ti tratta bene. Voleva proteggerti. È stato davvero una merda quando eri in ospedale. Ricordati questo, pensaci." Mi dice ed esce senza darmi il tempo di rispondere.

Non sapevo neanche cosa rispondere. Valerio è cambiato per me?..

Esco a prendere un po' d'aria e prendere qualcosa da mangiare qualcosa visto che non ho voglia di cucinare.

Dopo circa 4 ore torno, ho fatto davvero spesa. Cibo, vestiti, cose per la casa, trucchi, di tutto e di più.

Entro in casa e poggio le buste per terra. Inzio a mettere tutte le cose al loro posto, più o meno.

Sto in bagno e sto mettendo delle cose che ho comprato dentro. Ho la musica ad alto volume ma lo spengo subito quando sento un rumore forte al piano di sotto.

Prendo la pistola, la carico, e scendo.

Autrice.

Ei! Inzio con il ringraziarvi per tutte le visualizzazioni, stelline e commenti. Mi piace sapere il vostro parere! Come sta andando a scuola? Io sto provando a recuperare un po' prima delle pagelle.
La storia durerà ancora per molti capitoli, ci sono molte sorprese e cambiamenti in arrivo. Ci sentiamo presto :)


"Insegnami." Mi farò del male pur di far del bene a teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora