Si dovettero spostare in due banchi al centro dell'aula, accanto ad altri due ragazzi.
"Chi cazzo è quello?" chiese Harry, indicando il ragazzo che gli aveva fregato il posto perfetto. Eleanor si voltò, abbassò le sopracciglia e rispose "Louis Tomlinson, un artista. È un tipo strano, non frequentarlo."
"Se ci vado a parlare? Merda, mi ha rubato il posto."
"Non farlo, nessuno lo fa. Non vuole essere disturbato." ella sventolò una mano, come se volesse cacciare via la brutta idea di Harry.
Harry era incuriosito dal comportamento di Louis Tomlinson. Solo, silenzioso, con un'espressione seria, tra il triste e l'arrabbiato. Si chinò per prendere dallo zaino un libro con una copertina marrone e consumata, le pagine ingiallite. Non era di certo un libro di scuola
I consigli di Eleanor portarono Harry a voler parargli. Restò qualche minuto a fissare Louis che leggeva spensierato quel vecchio libro. Teneva ferma la pagina con due dita pronto per voltarla, accarezzandola con delicatezza. Le sue sopracciglia si aggrottavano mentre comprendeva le frasi. A Harry piaceva fissare le persone, non in senso strano, ma per studiarle. Louis si accorse di due occhi addosso, così alzò lo sguardo ed incontrò quello di Harry. Lui si girò immediatamente per far finta di niente, ma Louis ormai l'aveva visto. Le sue iridi azzurro ghiaccio avevano fatto girare la testa a Harry. Ogni cosa di lui era così dannatamente misteriosa e affascinante.
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Per l'ora di pranzo, Eleanor e Harry erano andati in mensa e fortunatamente avevano trovato un tavolo solo per loro due. Harry era sicuro di sé, perciò appena appoggiò il vassoio non si sedette, "Vado a presentarmi a quel ragazzo." le disse.
"Ti ho detto di no. Gli altri hanno paura di lui, anche se io non ne so il motivo. Se gli stanno lontano, fallo anche tu." lo fermò, afferrandogli il polso pieno di braccialetti di legno.
"Non sembra pericoloso. E comunque non sei mia madre, faccio quello che voglio."
Eleanor alzò le spalle e si mise in bocca la forchetta per mangiare il suo primo boccone d'insalata. Lo lasciò andare.
Louis era in fondo alla mensa, col vassoio pieno davanti, ma non mangiava. Stava disegnando aggressivamente su un foglio con una penna, come se volesse fargli del male.
A più di metà percorso tra il loro tavolo e quello di Louis, Harry si fermò. Gli venne in mente che in realtà non sapeva cosa dirgli. Purtroppo era troppo lontano per tornare da Eleanor, che non si era fatta tanti problemi.
Non aveva mai fatto il primo passo con qualcuno prima d'allora, ma pensò che se non l'avesse fatto Louis, avrebbe dovuto prendere le iniziative lui stesso."Hey, ciao." si decise a parlare. Aspettò in piedi una risposta che non arrivò. Louis alzò il mento per guardare chi fosse e non lo considerò. Harry si sedette davanti a lui. Stava disegnando con rabbia, pressando violentemente su quel povero pezzo di carta. Era l'ombra di un volto che urlava, come se fosse stata intrappolata da qualcosa. Aveva paura che da un momento all'altro potesse uscire dal foglio per aggredirlo. Un disegno scuro e macabro, che però a Harry piaceva. Louis sembrava essersi appena svegliato. Le sue occhiaia erano molto profonde, le guance scavate, i capelli castani arruffati e un ciuffo disordinato che gli copriva la fronte. Aveva lineamenti delicati ma allo stesso tempo accattivanti. Le sue mani erano piccole e screpolate. Le sue labbra erano rovinate e sottili, incorniciate da un filo di barba.
"Disegni bene, posso vederlo?" domandò, allungando la mano per incitarlo a dargli il foglio. Louis sbuffò infastidito ma alla fine glielo passò. Non ci mise molto a capire che quell'ombra che urlava era Louis stesso che cercava di scappare da qualcosa. "Cupo. Amo queste cose." gli ridiede l'opera.
Una sfumatura di sorpresa comparse nelle sue iridi tremendamente azzurre, rivolgendogli un'occhiata di stupore. "Di solito, quando vedono robe del genere, si allontanano." parlò finalmente Louis. Aveva un voce leggera che faceva da contrasto al suo volto dall'aria incazzata.
"Mi piace davvero. Come ti chiami?" Harry prese un po' di coraggio. Sapeva già come si chiamava, ma doveva rompere il ghiaccio in qualche modo.
"Non sono affari tuoi." sputò. Col dito iniziò a sfumare le linee nere della biro.
"Okay, io sono Harry."
"Non me ne frega un cazzo, lasciami da solo."
Davanti a tutta quell'aggressività, Harry indietreggiò. Se ne andò, non volendolo più disturbare. Schiaffeggiò il suo io interiore per essere stato così irrispettoso da averlo interrotto. Strinse i pugni per il rimorso che bolliva dentro di lui, tornando da Eleanor. Conoscere quello strano personaggio era una meta ancora molto lontana.
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Blood || Larry Stylinson
FanfictionIn Harry c'era qualcosa che gli altri ragazzi non avevano. Nel sangue, per intenderci.