tredici

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Harry salì di corsa in camera sua, chiudendosi a chiave la porta alle spalle. Era da solo in casa, ma aveva paura che suo padre potesse tornare per rimproverarlo ancora. Sulla sua scrivania, in mezzo a tante altre foto, ce n'era una sua, del matrimonio di sua zia. I suoi capelli erano castani chiari, quasi biondo, al tempo. Indossava un abito elegante bianco con una cravatta azzurra e un nastrino con un fiore intorno al polso. Harry sorrideva nella fotografia, facendo intravedere il suo apparecchio trasparente. Se fosse tornato come prima, sarebbe mancato a qualcuno?

Il cellulare che vibrava nella sua tasca lo distrasse dai suoi pensieri. Odiava la sua suoneria, così si sbrigò a rispondere. Era Liam che gli chiedeva di accompagnarlo a fare shopping. Harry accettò e chiuse la chiamata. Volò in bagno per sistemarsi il trucco che gli era colato forse per il dolore che provò. Lo schiaffo gli aveva fatto lacrimare gli occhi. Si cambiò e si mise un maglione largo di lana. Liam era partito subito dopo.

Sentendo il clacson della raffinata macchina di Liam, Harry uscì di casa.

Harry si mise una cuffia nell'orecchio poiché voleva ascoltare la sua musica invece di Jason Derulo, che in quel momento passava per la radio. "Cosa devi comprare?" chiese.

"Stasera ceno con Zayn in un ristorante costoso. Devo prendere una giacca adatta alla serata."

Arrivarono in un negozio tutto rosa, con quel profumo alla vaniglia talmente forte da poterti mandare in estasi con un solo respiro. Harry lì in mezzo era come un quaderno a righe durante l'ora di matematica: non c'entrava niente.
Liam prese una camicia color salmone con dei fiori verdi e rossi stampati sopra in modo ordinato e dei jeans bianchi. La seta della camicia brillava sotto le luci al neon del negozio. "Provati questi." gli consigliò.

Harry sgranò gli occhi pensando che Liam fosse pazzo, ma accettò. La considerò come una sfida contro sé stesso. Spostò la pesante tenda di velluto del camerino e ci entrò.

Si spogliò dei suoi abiti neri e si mise la camicia. L'abbottonò soltanto metà per mostrare i suoi tatuaggi: due uccellini sulle clavicole e una farfalla sull'addome. Lo faceva sempre quando indossava un capo del genere. I pantaloni bianchi erano aderenti al punto giusto e gli fasciavano le gambe in modo tale da farlo sembrare più alto e magro. Si accarezzò i fianchi per togliere le pieghe che si erano formate. Ora scendeva perfettamente.

Vedendosi allo specchio, gli venne un flashback. Era al ballo di fine anno della terza media, aveva già dei problemi con il suo orientamento sessuale, proprio come Michael. Quella sera diede il primo bacio. Aveva una camicia simile, solo che era viola coi fiori bianchi e i pantaloni di un completo, un po' troppo grandi per lui.

Blood || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora