diciotto

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A quelle parole, Harry si immobilizzò. Spalancò la bocca e respirò affannosamente. La sua mano, che prima stava gesticolando nervosamente, si fermò a mezz'aria.

Louis si calmò e fece qualche passo indietro. "Mi servono le forze per continuare." continuò.

"A f-fare cosa?" balbettò, incapace di muoversi.

"A sopravvivere."

Harry non ebbe più il coraggio di guardarlo. Si portò le mani sugli occhi. "Spiegami." la sua voce era soffocata a causa del materiale della felpa che gli copriva la bocca.

"Sono due mesi che non bevo sangue, guardami." gli afferrò i polsi per togliergli le mani dalla faccia e per costringerlo a dargli un occhiata e distogliere lo sguardo da terra. Sembrava un cadavere. "È vero che nelle prime settimane ho chiesto a Niall se poteva passarmi il sangue che donavano i ragazzi della scuola, ma è stato tutto inutile, non mi faceva alcun effetto. Non riesco a fare niente."
Louis dopo un po' aveva rifiutato le offerte di Niall perché voleva solo il sangue di Harry. Non gli importava degli altri studenti: lui voleva Harry. Niall era l'unico amico di Louis, ecco perché non considerava più il riccioluto: perché sapeva che l'aveva ferito emotivamente e che era un traditore.
Andò ad appoggiarsi coi palmi delle mani su uno dei banchi in prima fila per ristabilirsi e senza farlo apposta la sua manica della maglia salì, esponendo le sue cicatrici. Era persino arrivato al punto di assaggiarsi da solo. Fortunatamente si fermò in tempo appena resosi conto della follia che stava facendo.

"Fammi capire: ti serve il sangue altrui per recuperare le energie?" Harry riuscì a riprendersi dalla situazione.

"Ho capito che ora ho bisogno solamente di te." Louis si leccò le labbra screpolate al solo pensiero.

"I-io, beh, è- è difficile da capire." provò a dire, ma tutto quello che usciva dalla sua bocca erano parole a caso.

"Non c'è molto da capire." si portò una mano su una tempia ed iniziò a massaggiarsela a causa del mal di testa. Si sentì mancare, per cui si sedette al suolo.

Harry non riusciva a non sentirsi in colpa. Infondo, era stato lui a ridurlo così, mezzo morto. Doveva restare, l'aveva promesso. Louis gemeva ad alta voce per la forte emicrania e cercava di affievolirla con dei respiri profondi.

Senza pensarci troppo, Harry prese dalla sua borsa a tracolla un portachiavi che lui non usava solamente perché si era rotto e da quella parte era tagliente. Gli sembrava perfetto. Si procurò un piccolo taglio sulla parte sopra dell'avambraccio, in mezzo ai suoi tatuaggi. Strinse i denti ed approfondì la ferita. Chiamò Louis, che si girò troppo velocemente a tal punto da strabuzzare gli occhi. "Mi dispiace." ammise Harry.

Louis era incredulo, aveva le labbra distaccate tra di loro. Gli prese con delicatezza il braccio, come se in quel momento fosse stato di vetro, poi lo guardò negli occhi in cerca di approvazione. Harry annuì ed ammiccò un sorriso.

Inizialmente ripulì con un dito il sangue che era sceso lungo la mano, poi se lo leccò. Come per magia i suoi occhi tornarono di quel bellissimo colore che poteva ispirare i migliori poeti a scrivere le opere più belle. Blu, come il mare. Blu come un blu che mai prima d'allora Harry aveva incontrato, non sapeva neanche potessero brillare così tanto. Di quel blu di cui Harry si stava innamorando.

Blood || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora