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Il passo lento di Niall fece arrivare Harry tardi a scuola, per questo si ritrovò a bussare la porta chiusa dell'aula. "Avanti." ricevette dal professore. Stava scrivendo su un foglio, "Non accetto ritardi nella mia-" mr. Cowell si pietrificò quando vide Harry. Sgranò gli occhi e balzò dalla sedia, mettendosi una mano sul cuore. "Allontanati, mostro!"

"Ma cos-" provò a dire, ma niente da fare, quel vecchio continuava a sbraitare, "Figlio di Satana, sparisci."

A quel punto non seppe più cosa pensare. Roteò gli occhi ed uscì dall'aula. Mr. Cowell era molto religioso e superstizioso, per questo lo cacciò dalla sua lezione. Pensava portasse il malocchio, soltanto perché vestiva di nero.

Harry sbatté i piedi sul pavimento non sapendo cosa fare. Decise infine di tornare al parco di prima, dal suo albero. Il rumore dei suoi passi si confondeva con quello delle macchine che circolavano la strada bagnata. Arrivato, si avvicinò ai rami del salice e li separò con gentilezza, per entrare finalmente in quella stanza di foglie. Si fece strada con le braccia distese in avanti e di certo quello che non si aspettava era di vedere una figura a lui molto familiare seduta contro il tronco, che scarabocchiava su un album da disegno.

"Allora è proprio vero che mi segui." disse la voce debole di Louis.

"Scusa, non sapevo..." balbettò mortificato. Se ne stava per andare, quando Louis lo fermò, "Vieni." e picchiettò con la mano sull'erba di fianco a lui. Harry seguì il suo suggerimento e gli sedette accanto.

"Cosa disegni?" domandò curioso Harry. Allungò lo sguardo per sbirciare il suo album. Era un gatto seduto, fatto con delle semplici linee curve, ma che componevano una cosa meravigliosa. Questa volta aveva usato una biro nera.

Harry stava quasi per complimentarsi con lui, quando Louis gli domandò "Ti faccio un ritratto?"

"Perché dovresti?"

"Perché assomigli tanto alla mia musa ispiratrice."

Harry arrossì per la prima volta negli ultimi anni. Il suo cuore fece un balzo ed improvvisamente iniziò a battere più forte. Si era sentito così soltanto una volta, in terza media. Accettò, annuendo lentamente e un po' insicuro. Gli piaceva la compagnia di Louis. Si sedette meglio contro il tronco, a gambe incrociate. Prese fuori il cellulare ed iniziò a leggere un Dylan Dog da esso. Aveva scaricato tanti volumi sul suo telefonino e ne aveva altrettanti fisici a casa. Dylan Dog era il suo fumetto preferito.
Louis si allontanò di qualche passo da lui ed abbozzò il disegno. Dopo circa mezz'ora terminò di sfregare la penna sul foglio. Passò l'album a Harry e lui rimase senza parole, a bocca aperta. Il disegno era venuto benissimo ed era molto somigliante, nonostante Louis ci avesse messo il suo stile. I boccoli di Harry gli coprivano metà del viso, tra le mani aveva un libro al posto del cellulare e le foglie dietro facevano da sfondo, creando quasi una cascata. Si intravedevano le sue lunghe ciglia e le labbra serrate nere, carnose.

"Ma Louis..." farfugliò qualche parola Harry.

"Lo so, lo so." scherzò Louis e sorrise. Raggiunse Harry e si sdraiò al suolo, usando la sua coscia come cuscino. In quel momento, l'istinto che diceva a Harry di allontanarsi, svanì, lo lasciò fare. Riprese il suo album e lo appoggiò sulla pancia. "Cosa ci fai qui? Dovresti essere a scuola."

"Ho spaventato il proff." ammise, ricordando la ridicola faccia di mr. Cowell.

"Biologia? Ti capisco." gli scappò una risatina che coprì col palmo della mano.

"Tu?" chiese, imbarazzato, Harry.

"Troppe domande, ancora."

Harry credeva di aver preso confidenza, dato che la testa di Louis era sulle sue gambe con un sorriso sul volto e che la sua mano era sul petto dell'altro ragazzo, così "Perché s-sento solo voci negative s-sul tuo conto?" chiese, ma si sbagliò. Louis si alzò in modo brusco - troppo brusco - col suo album tra le mani. "Non hai ancora capito come funzionano le cose." Louis, detto questo, se ne andò, lasciando Harry da solo, sconcertato. Era vero che le cose belle finivano sempre presto.

Cosa aveva fatto di sbagliato? Louis poteva essere stato gentile con qualsiasi altra risposta. Ma Harry non se l'era presa male, infatti aveva già capito com'era il carattere di Louis. Era soltanto molto imbarazzato.

Prese il coltellino che si portava dietro e lo sfilò dalla custodia protettiva. Incise sulla corteccia dell'albero il suo nome, in caratteri stilizzati. Lo fece per semplice sfogo.

Notando che era già passata più di un'ora e che la lezione di biologia sarebbe finita tra una ventina di minuti, Harry decise di ricomporsi e di tornare a scuola. Nel giardino frontale, davanti all'entrata, c'erano di nuovo quelle quattro ragazze.

Blood || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora