"Cos'è che non devo sapere?"
Harry rimase paralizzato appena si rese conto che era stato Louis a parlare. I suoi passi si facevano sempre più vicini quando Eleanor decise di aiutare Harry. Si tolse in fretta il suo foulard e lo legò per bene intorno al collo del ragazzo, riuscendo a nascondergli i segni.
"Tieni, ne avrai bisogno. Vi lascio da soli." disse Eleanor prima di correre via da lì.Harry farfugliò con la stoffa morbida della sciarpa per coprire di più, persino il mento. Sorrise per far vedere che era tutto a posto.
"Cosa sta succedendo?" chiese impaziente Louis. Strinse il pugno e guardò Harry in cagnesco.
"Nulla, tranquillo." disse, insicuro e balbettante.
Louis capì che qualcosa andava storto, perciò roteò gli occhi e afferrò il polso dell'altro con forza. Lo portò davanti all'ascensore del liceo e aspettò che arrivasse per spingerci con arroganza per una spalla Harry all'interno. Egli sbatté contro lo specchio e restò immobile, ancora una volta terrorizzato da lui. Il ragazzo dagli occhi azzurri premette un piano a caso, e mentre salivano, schiacciò il pulsante d'emergenza col palmo della mano. L'ascensore si fermò di colpo, Harry dovette reggersi a Louis per non cadere. Le luci si spensero e si accese quella di sicurezza. Erano bloccati. Louis si posizionò davanti ai bottoni ed incrociò le braccia: Harry non poteva uscire. Adagiò la testa all'indietro e guardò il soffitto. Il suo pomo d'Adamo era più sporgente ora e Harry lo trovava attraente. Erano uno di fianco all'altro. Harry aveva ansia e si stava chiedendo perché Louis avesse fatto una cosa del genere, l'aveva strattonato e lui non se l'aspettava. La sua testa era ancora dolorante, ma sicuramente meno di prima.
"Hai qualcosa da dirmi? Possiamo restare qui tutto il giorno." sbuffò.
"Non devo assolutamente dirti nulla." ammiccò insicuro.
Sapeva che Louis aveva capito che stava mentendo. Infatti egli si girò per guardarlo negli occhi. "Con questa sciarpa mi fai venire caldo."
Con una mossa veloce gli strappò il foulard di dosso e rimase a bocca aperta. Anche Harry aveva gli occhi spalancati, in attesa di una qualche sua reazione. Il sangue di Louis ribolliva nelle vene, le sue narici si allargarono il più possibile per respirare meglio, le spalle si alzarono e si abbassarono lentamente. Louis credeva ci fosse stato qualcosa con Eleanor, pensava che non fossero andati più in là di una chiacchierata. Non si aspettava di certo tutti quei succhiotti e tutte quelle macchie di rossetto rosso fuoco.
La sua mano era chiusa in pugno pronta a colpire, e quello fece: scagliò un colpo contro lo specchio, rompendolo in mille pezzi. Il vetro cadde con un frastuono terribile ai loro piedi. Un rumore simile ai pezzi del cuore di Louis che venivano spezzati. Harry si fece più piccolo proteggendosi il viso con le braccia e andò nell'angolo più lontano. Il sangue colava lungo la sua mano ma sembrò non curarsene. Continuava a fissare Harry con lo sguardo furente.
"È stata lei! Avete fatto qualcosa, ecco cosa non dovevo sapere! Vi ho visti abbracciati, che cazzo avete nella testa?" gridò."Lei non ha fatto niente, lo giuro! Mi stava abbracciando perché mi serviva conforto! Michael mi ha- nulla, mi serviva conforto e lei era l'unica in quel momento." Harry si fece un po' di coraggio, era convinto che Louis non lo avrebbe toccato.
"Chi ti ha fatto cosa?! Cosa cazzo ti hanno fatto, Harry?!"
Harry era indeciso se potergli dire l'accaduto della festa oppure no. Ma si trattava di Louis e non sapeva dirgli di no.
"Una mia vecchia fiamma delle medie. È tornato in città dopo anni e lui è convinto che la storia tra me e lui esista ancora, invece no! Siamo andati ad una festa e lui... Lui ha fatto tutto questo." si indicò i succhiotti.
"Michael, giusto? Tu volevi? Ti ha obbligato?"
Harry abbassò lo sguardo, non voleva ricordarsi di quella notte. Anche se non si ricordava un granché, per lui era stato orribile.
"Perché non dovevo saperlo?" continuò Louis.
"Perché l'avevo immaginato che tu avresti reagito in questo modo."
Louis era arrabbiato con quel Michael, non con Harry. Sapeva che lui era innocente, Michael aveva sicuramente fatto qualcosa per costringere Harry a fare determinate cose. Si era calmato perché avrebbe fatto di Michael un uomo fottuto. Come s'era permesso di toccargli Harry?
Si scrollò via il sangue dalla mano e l'appoggiò sul viso di Harry per fargli tirare su lo sguardo. Harry sentiva il suo sangue bagnargli la guancia ma se ne fregò. Gli occhi di Louis riuscivano a brillare anche sotto a scarsa illuminazione, questo fece distrarre Harry.
"Michael deve sapere che sei solo mio." continuò Louis. Lo baciò con passione, muovendo le labbra e usando anche la lingua. Aveva bisogno di lui in quel momento. Harry sentì quella necessità così mise le braccia intorno al suo busto, facendoselo più vicino. Non era la loro prima volta, ma quel bacio era decisamente diverso. Così esigente, appassionato, pieno di amore.Louis interruppe quel periodo di benessere per mettere la fronte contro la sua e sussurrare "Solo mio, intesi?", poi riattaccò le loro labbra in un semplice bacio a stampo.
Harry annuì. Louis era così speciale per lui, ne era così innamorato. Di quello che provava Louis, invece, non ne poteva sapere nulla. Era un ragazzo introverso, non riusciva a spiegare le sue emozioni verbalmente. Neanche Louis stesso sapeva quello che provava per Harry. Riusciva a mandarlo ai pazzi, non riusciva a farne a meno. In passato non era stato mai così dipendente da qualcuno. I ragazzi che usava per berne il sangue erano solo di passaggio, come si dice, morto un papa se ne fa un altro. Ma quella volta era diverso. Harry era diverso.
"Perché io ho bisogno di te e del tuo sangue."
s/a
notare che il non riuscire a descrivere le emozioni proprie e altrui verbalmente si chiama alexitimia ed è un disturbo che ho anche io e c'è il mio nome dentro (alexì)
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Blood || Larry Stylinson
FanfictionIn Harry c'era qualcosa che gli altri ragazzi non avevano. Nel sangue, per intenderci.